4. Leave

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La prima settimana di scuola trascorse abbastanza velocemente e stavo già riprendendo l'abitudine delle corse mattutine per arrivare in orario, le lezioni che sembravano durare secoli, i pranzi in compagnia di Felix con cui stavo iniziando a legare e il tempo passato nell'aula di musica a comporre canzoni.

Mancava solo un'ora di storia e sarei stata finalmente libera, un'ora che avrei trascorso ammirando il paesaggio fuori dalla finestra, non che ci fosse molto da vedere visto che la scuola si trovava nel centro di Seoul, ma era pur sempre più interessante delle spiegazioni noiose del professore.

Mi girai verso l'orologio appeso sulla parete della classe, il tempo sembrava non passare mai.
"Forse è rotto" Pensai, notando che era trascorsa solo mezz'ora dall'inizio della lezione.
Jisung sembrò leggermi nel pensiero dicendo la stessa cosa guardando l'ora segnata sul proprio telefono.
«Ehi, voi due fareste meglio a prestare attenzione alla lezione, dalla prossima settimana abbiamo i test d'ingresso» ci rimproverò Seungmin senza nemmeno alzare lo sguardo dal suo libro.
«Ha ragione» sbuffai triste tornando a concentrarmi sulla lezione.

Finalmente dopo un'eternità la campanella suonò e mi avviai all'uscita per aspettare Hyunjin e tornare a casa con lui come di consueto.

«Ci vediamo domani T/N!» Mi salutarono Jisung e Seungmin davanti alla scuola.
«A domani ragazzi» li salutai.
Appena vidi Hyunjin e Felix uscire andai loro incontro.
«T/N, oggi vieni a casa mia così finiamo di comporre quella canzone?»
«Canzone? Cavolo i fogli! Ieri stavo provando a scrivere il testo e ho dimenticato i fogli nell'aula di musica» urlai in preda al panico.
«Sempre la solita distratta» disse ridendo Hyunjin.
«Voi andate avanti, io vado subito a prenderli e vi raggiungo» avvisai i due ragazzi iniziando a correre verso la scuola.

E così rientrai nell'edificio, ora vuoto e silenzioso. Ero abituata alla grande confusione degli studenti che riempivano i corridoi e vederlo vuoto mi dava una sensazione di disagio e inquietudine. Sentivo solo i miei passi riecheggiare per i corridoi, rimbalzando contro le pareti ad intervalli regolari.

Allungai il passo per raggiungere il prima possibile l'aula di musica ma appena trovata, notai con grande stupore che la porta era socchiusa. Non feci nemmeno in tempo ad aprirla che un rumore di passi proveniente dall'interno mi fece scattare sull'attenti. Non ero sola come pensavo...

Era abbastanza strano che ci fosse qualcuno. Quest'aula non veniva più utilizzata da quando ne era stata allestita una nuova più grande e attrezzata, probabilmente tra gli studenti ero solo io a sapere della sua esistenza e pochi altri a cui non interessava.

"E adesso che faccio?" Chiesi tra me.
Presi dei respiri profondi, cercando di non fare rumore tirai fuori dallo zaino l'astuccio per difendermi se ce ne fosse stato bisogno e spalancai la porta della stanza. In un primo momento non vidi nessuno e iniziai a dubitare del rumore che avevo sentito. Avanzai di qualche passo e mi guardai intorno.

Con grande sorpresa notai che non c'era nessuno.
"Non può essere... ero sicura di aver sentito dei passi, era solo la mia immaginazione?" Pensai mentre camminavo di soppiatto.

Posai l'astuccio su un banco vuoto e andai al tavolo dove il giorno prima avevo lasciato i fogli ma non c'erano più.
«DOVE SONO FINITI?!» urlai ad alta voce in preda al panico.

Qualcuno si avvicinò a me ma non feci in tempo neanche a girarmi che-
«Per caso stavi cercando questi?»
Quella voce... Christopher Bang.
Avevo la strana sensazione che quella giornata sarebbe stata diversa dalle altre, ma non mi sarei mai aspettata di incontrarlo nell'aula di musica. Non riuscivo a muovermi, anzi, non volevo girarmi e incontrare i suoi occhi. Il mio cuore stava battendo forte e stavo tremando. Cosa mi stava succedendo? Era passato molto tempo da allora ma pensavo che non rivedendolo più sarebbe passato tutto, che ignorandolo ogni giorno nonostante andassimo nella stessa scuola mi avrebbe portato a dimenticarlo eppure in quel momento mi sembrava di essere tornata al punto di partenza.

Strinsi forte i pugni e presi un respiro profondo cercando di rimanere calma e nascondendo tutti questi pensieri che avevo per la testa. Ero sempre stata un libro aperto per lui e non volevo che capisse come mi sentivo in quel momento.

«Ridammeli subito» mi girai di scatto e mi sporsi verso di lui cercando di strapparglieli di mano ma il ragazzo fu più veloce di me e sollevò il braccio in aria.
«Va bene, va bene. Comunque non pensavo componessi ancora canzoni» disse il ragazzo sorridendo.
«E come potresti pensarlo se non sai nulla di me?»
«Ti conosco più di quanto immagini. Non sei cambiata molto da allora» disse cambiando espressione. Ora sembrava serio.
«Smettila! Perché continui a pensare che sia tutto uguale ad allora? Ormai sono cambiata, tutto quello che è successo... mi ha reso una persona diversa». Dissi tra un misto di rabbia e malinconia per i ricordi che si stavano facendo spazio nella mia testa.

«Non mi hai voluto ascoltare quando ho provato a spiegarti come erano andate veramente le cose!» Alzò la voce.
«Era un'altra delle tue bugie, sono stanca di sentire sempre le stesse cose e dubito che a questo punto una bugia in più o in meno possa cambiare ciò che è successo» le parole uscivano dalla mia bocca senza darmi il tempo di riflettere, come se fossero già pronte da tempo, come se questo fosse ciò che mi tenevo dentro da sempre e che fino ad ora non avevo ancora avuto modo di tirare fuori.
«Ti chiedo scusa per ciò che ti ho fatto, ma abbiamo avuto entrambi le nostre colpe, anche tu mi hai mentito» disse con un tono di voce più basso.
«Hai ragione, ma forse è meglio così. Adesso ridammi i fogli e per favore, non parlarmi più» risposi tagliando corto.

Mi porse i fogli ma proprio quando mi girai per andarmene mi bloccò prendendomi per il polso e mi tirò verso di sè. Eravamo vicini, troppo vicini. I miei occhi si erano persi dentro i suoi e la mia testa urlava di liberarmi dalla sua presa per andarmene, ma non ci riuscivo. Dopo qualche secondo che mi sembrò un'eternità, fui costretta ad abbassare lo sguardo, non riuscendo più a reggere il suo.

«Ho letto ciò che hai scritto» disse quasi sussurrando.
«C-cosa?!» Mi allontanai subito da lui di qualche passo.
«Il testo è molto bello, mi ha ricordato di noi...» disse sorridendo debolmente.

Le mie guance si tinsero leggermente di rosso e voltai lo sguardo da un'altra parte. Odiavo mostrarmi vulnerabile di fronte a lui ma era colpa dell'effetto che aveva su di me.
«Non dovresti mettere mano sulle cose altrui» mi difesi per non farlo continuare.
«Non pensavo fosse tuo... e poi anche tu non dovresti lasciare le tue cose incustodite» si giustificò facendo spallucce.
«Non ho mai visto nessuno venire in questo posto»
«E invece ci vengo ogni giorno dopo la fine della scuola, se vuoi poss-» non finì in tempo la frase che fortunatamente - o forse no - il mio telefono squillò: era Hyunjin.
«Dimmi Hyunjin... sto ancora a scuola... arrivo arrivo... no niente, ci vediamo tra poco. Ciao» la nostra breve conversazione al telefono finì lì e tornai a guardare Bang Chan in silenzio.

Dal suo sguardo potevo giurare che voleva dirmi qualcosa, tuttavia non aprì bocca.
«Devo andare» ruppi il silenzio e uscii dalla stanza senza aspettare una sua risposta.

Camminai per pochi metri, sconvolta per quello che era successo, poi rallentai fino a fermarmi.
Il mio cuore stava impazzendo. Presi dei respiri profondi e guardai fuori dalla finestra del lungo corridoio. I raggi del sole penetravano dalla finestra accarezzandomi il viso e disegnando perfettamente la mia ombra sulla parete dietro di me. Fuori c'era ancora il paesaggio autunnale della frenetica Seoul e un leggero venticello muoveva le foglie e i volantini lasciati a terra dagli studenti in una danza vorticosa.

Le lacrime iniziarono a rigarmi il volto senza che me ne rendessi conto, dando il via allo sfogo di quei sentimenti che tenevo dentro da fin troppo tempo.

"Oh, baby, please don't hurt me
Don't make me cry
Though I still got love for you
And haven't got over you yet
Oh, baby, please stop for me
Don't you cry anymore
This is the end for you and me
Yeah, we're done [...]

I walk alone under the falling starlight
Hold the tears until right before they fall
Barely holding on to my falling heart
No use trying to piece together the fragments of my heart"

Leave (26/12/23)

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I Hate To Admit [Bang Chan x Reader]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora