Sento le luci calde del palco riflettere sul mio viso. Il cuore batte all'impazzata quasi dovesse scoppiare. Le urla delle persone acclamano il mio nome, o meglio quello che mi è stato attribuito, agitando striscioni e lightstick colorati, Davanti a me i flash dei fotografi luccicano tra la platea. Sembra ancora tutto così impossibile, eppure ce l'ho fatta, sono qui mentre vedo il mio sogno realizzarsi.
Mi hanno messo il microfono e mi hanno buttata sul palco, il manager si è raccomandato di fare tutto con la stessa attenzione che avevo tenuto in prova. E' il mio momento. Alla faccia di tutti quelli che non ci credevano e mi avevano preso per pazza. Sono qui e lo devo solo a me stessa. E' stato un percorso duro e sofferto. Tante volte avevo pensato di mollare, far le valigie e tornare alla mia vita di sempre. E invece, eccomi qui! Summer, è il tuo momento.
Improvvisamente il buio davanti a me svanisce, vedo la gente, tanta gente. Quanto vorrei che in mezzo a tutte queste persone ci fossi anche tu. Ti ho fatto una promessa e come vedi la sto mantenendo. "Conquisterò il Seoul Olympic Stadium e tu sarai lì ad applaudirmi". Ma tu non ci sei, quante parole buttate al vento, vero?
Ma ora basta, devo smetterla di pensare a te. Sento la musica che attraversa il mio corpo, alzo lo sguardo e inizia lo spettacolo!
Campo di addestramento Militare di Seoul
"Summer, la piccola stella di periferia conquista il Seoul Stadium. Sold out e città bloccata per il concerto di questo pomeriggio!"
La voce del giornalista rimbombava nella grande camerata del reggimento XX. Sergenti, caporali e giovani reclute erano tutte attente nel seguire, come ogni sera, il notiziario, uno dei pochi momenti di svago e relax della lunga giornata. Catastrofi, politica, cronaca nera, solitamente erano quelle le notizie con cui veniva aperta l'edizione del telegiornale. Quella sera, però, quel concerto aveva completamente bloccato la città e la notizia era diventata da "prima pagina". C'era un grande chiacchiericcio tra gli uomini incollati alla tv, chi si lamentava dell'inutilità di una notizia del genere, chi alludeva a strani pensieri sessuali sulla giovane idol e chi rimaneva in disparte, seduto sul suo letto, perso nei suoi pensieri.
"Alla fine ce l'ha fatta, la mia Sunhee è riuscita a conquistare il Seoul Stadium..." ripeteva tra sé una giovane recluta, seduto sul suo letto in disparte dal gruppo. O meglio, era convinto di ripeterlo solo a se stesso. "Tua Sunhee? Quella è Summer, la nuova idol della M.S. Entertainment. Ma che stai dicendo? Non mi dire che la conosci?" con aria completamente sorpresa un compagno si girò di scatto alle parole del giovane militare. "Il suo vero nome è Kang Sunhee... e si, la conosco, ma queste non sono cose che ti riguardano!" in maniera fredda e decisa il ragazzo rispose all'altro, che sorpreso ma deluso da quel modo così poco garbato e insolito da parte sua preferì evitare di approfondire l'argomento mettendosi a parlare di altro.
Seoul Olympic Stadium
"Signorina Summer una foto per favore?" "Ha qualche dichiarazione da fare ai suoi fans?" "Mi dica come è stato esibirsi in uno stadio così grande?"
Finalmente il concerto era finito, peccato che sbucavano giornalisti da ogni angolo del backstage, e la cosa rendeva il ritorno in camerino per la povera Summer alquanto difficoltosa. Non voleva essere maleducata ma in quel momento il suo unico pensiero era quello di togliersi quei tacchi vertiginosi e rimettersi le sue solite Converse sgualcite.
"Più tardi la signorina Summer risponderà a tutte le vostre domande, ora ha bisogno di riposare!" fortunatamente il manager era riuscito, con la sua solita calma, a placare gli animi infuocati di quei ricercatori di scoop e a far entrare la ragazza in camerino.
"Aaaaah le mie scarpe!!! Grazie Seonghwa, ti devo un favore!!!" la ragazza sorrise al giovane manager e si lanciò sul grande divano davanti a lei. "E' il mio lavoro e poi è giusto che ti riposi ora! Hai fatto un'ottima performance! Ah dimenticavo... hanno appena consegnato quelle, sono per te!" appoggiato sul tavolo della specchiera c'era un enorme mazzo di rose rosse con un biglietto.
"Per me? E chi le ha mandate? Sono bellissime e hanno un profumo buonissimo" invasa dalla curiosità la giovane si avvicinò e prese tra le mani il biglietto.
"Alla fine ce l'hai fatta, sei riuscita a conquistare il Seoul Stadium! Brava Sunhee, sono orgoglioso di te"
Non poteva essere, eppure quelle rose poteva averle mandate solo una persona, qualcuno che sapeva bene quanto la piccola Sunhee tenesse a debuttare su quel palco. La ragazza sospirò e sorrise.
"Scusa Seonghwa, devo andare!!! Esco dal retro e... distrai i giornalisti!!!" improvvisamente la giovane svestì quei panni da idol per trasformarsi nella ragazzina di sempre. Si mise i suoi jeans, la sua solita felpa oversize e le Converse, e incappucciata corse fuori dal camerino alla ricerca di chi le aveva mandato quelle rose. Poteva essere stata solo una persona e lei era sicura di dove l'avrebbe potuta trovare.
"Sto correndo, è tutto così assurdo. Le gambe mi fanno male, è due ore che canto e ballo su quel palco. Ho ancora l'adrenalina dello spettacolo che circola nel mio corpo. Devo muovermi, so che sei lì, ne sono sicura.
"Cioè che è destinato a te, troverà il modo di raggiungerti!!!" non ricordo dove ho letto questa frase, eppure credo che in un momento come questo non ci sia niente di più vero!
Ho il cuore in gola da quanto sto correndo, la gente che mi vede potrebbe pensare che sono pazza. Non m'importa, ti devo raggiungere."
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☆ Starlight ☆ Ateez
Fanfic"A volte bisogna solo avere il coraggio di rischiare, sfondare quella porta e mostrarsi al mondo! Questo è il mio obbiettivo, e niente e nessuno potrà impedirmelo!"