Parte 4

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Nel bel mezzo delle prove dove si dimostra un abilissimo ballerino inizia a sentire lo stomaco dolorante e un senso crescente di nausea. Cerca di ignorare i malesseri il più possibile, deglutendo in continuazione e per riflesso la saliva ma proprio quando entrano Aizawa e Katsuki, non riesce a resistere e si fonda in bagno, lasciandosi alle spalle una certa preoccupazione e sbigottimento.

Vomita tutto, chino sul wc: Izuku non ha digerito assolutamente nulla ma il dolore non va via, anzi, si sente spossato e le sue viscere contorte. Trema, ha le lacrime agli occhi e la sensazione continua di doversi liberare di qualcosa ma non sa cosa.

Nel suo delirio di pochi minuti che sembrano ore Izuku non si accorge di Shota che lo guarda preoccupato. E' come una sensazione magnetica quando incrociano i loro sguardi: se per l'uomo è dispiacere, per l'altro è paura che a causa del suo malessere verrà sicuramente licenziato e tutto finirà.

Questa nuova ondata di ansia lo fa barcollare verso il lavandino, fissando se stesso ormai pallido nello specchio.

"Stai meglio, Midoriya?" domanda Shota.

"Sì... il riso cucinato da mia madre... non avrei dovuto mangiarlo..." ammette con un mezzo sorriso.

"Puoi sempre usufruire della mensa della nostra agenzia come tutti gli altri".

Izuku nega ma ringrazia. "Mi dispiace aver accolto così bruscamente Katsuki-kun... come sta?".

"Vieni, ne andremo a discutere nell'altra stanza. Qui non mi sembra un ottimo posto"...



***


Izuku è seduto in un angolo della palestra mentre fuori il temporale ruggisce e ha reso quel pomeriggio talmente scuro da sembrare notte fonda. Ha le membra stanche e doloranti, sono ben due giorni che non mangia nulla ma non lo sa nessuno. Sua madre sta cucinando disgustosamente i suoi bentou e lui alla prima occasione li svuota in qualche cestino del parco, fingendo di mangiare. Come potrebbe fare altrimenti? Ha paura di avere un'ulcera!

Nota la mano che stringe la bottiglia a metà d'acqua tremare, così come le ginocchia che tiene premute contro il petto. E' da solo; gli altri ragazzi sono a pranzo e lui non ha voluto andarci. Non vuole vedere Katsuki: dopo che si era fiondato in bagno a vomitare ben una settimana fa, il biondo ha iniziato a guardarlo ancor più male e a fargli dispetti peggio di un bambino.

La vista gli si sta annebbiando, sente un ronzio nelle orecchie e una moltitudine di pensieri gli attanagliano la mente mentre respira pesantemente, fissando il vuoto, con il volto sempre più madido di freddo sudore.

Non ode nulla. Rivive alcuni ricordi dolorosi, dove inconsapevolmente porta una mano al braccio destro e osserva con maggior lucidità le cicatrici che ricoprono ad anello la sua mano destra. I suoi occhi si sono riempiti di lacrime.

"Hai un aspetto di merda".

Izuku sobbalza come scosso da una profonda scossa elettrica, cercando di capire l'origine di quella burbera e meno rauca voce. Contro una delle luci calde del soffitto riconosce una chioma bionda.

"Katsuki-kun" espira, prendendo un sorso d'acqua ma senza rimettersi in piedi. Distoglie perfino lo sguardo non riuscendo a sopportare quegli smeraldi rossi che lo fanno trasalire. "Tu e gli altri avete finito di pranzare?".

L'altro non risponde, incuriosito piuttosto da quelle cicatrici mai viste prima. Quella sul braccio è rossa e sembra ancora dolorosa.

"Un Idol cura il suo aspetto" inizia casualmente il biondo, catturandogli l'attenzione.

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