La sera successiva, mentre miss Stafford stava controllando alcuni bilanci del negozio, qualcuno bussò alla sua porta. Essendo che Tracy era già andata via, Lydia andò ad aprire.
Probabilmente non potete immaginare il suo stupore di fronte alla scena tragicomica che le si presentò davanti: i due più giovani fratelli Holmes si trovavano davanti a lei. Enola indossava dei vestiti che indicavano un ceto sociale molto inferiore rispetto al suo, aveva i capelli scompigliati e il collo rosso. Doveva aver avuto un qualche tipo di scontro violento. La giovane perditoriana stava sorreggendo suo fratello maggiore, Sherlock Holmes. Il noto investigatore si trovava in delle condizioni in cui Lydia non avrebbe mai immaginato di vederlo. I capelli erano sparati alla rinfusa, e delle ciocche riccie gli cadevano disordinate sulla fronte. Il papillon era storto, i bottoni della sua camicia abbonati male e la giacca era stata buttata sopra il tutto con superficialità. Nonostante ciò, la giovane negoziante dovette ammettere che Sherlock le provocava un certo fascino, con i suoi capelli biondi cadenti sull'ampia fronte. Abbandonando questi pensieri, si rivolse alla sua amica.
" Che succede?" Le chiese
" È una lunga storia" rispose lei " mi daresti una mano ad accompagnarlo di sopra? Così ti racconto tutto" Lydia non se lo fece ripetere due volte e andò subito in soccorso della sua amica, aiutandola a scortare il fratello fino al 221b. Dopo quella che alle ragazze parve una rampa di scale infinita, riuscirono finalmente ad entrare nell'appartamento del signor Holmes.
Sherlock si buttò immediatamente sul divano e si abbandonò alle dolci braccia di Morfeo, mentre Enola mise su del caffè.
La giovane Holmes raccontò all'amica del nuovo caso a cui stava lavorando: la scomparsa di una ragazza, una certa Sarah Chapman. Sua sorella, Bessy, l'aveva ingaggiata. Così, durante le sue indagini, Enola si era imbattuta nel più inaspettato degli imprevisti: suo fratello Sherlock, che era appena stato cacciato fuori da un bar, ubriaco. E così era arrivata alla porta di Lydia.
Dopo aver bevuto il caffè e aver chiaccherato per un po' con la sua amica, la giovane Stafford tornò nel suo appartamento, indossò la camicia da notte e andò a dormire.
La mattina seguente, mentre stava preparando le ultime cose per andare in negozio, Lydia sentì una serie di urli provenire dall'appartamento soprastante. Non aveva dubbi, sapeva già da chi provenissero. Afferrò la sua borsa e, dopo essersi controllata un ultima volta allo specchio e aver salutato Tracy, salì la rampa di scale che la separava dal 221b Baker Street. Dopodiché bussò con forza alla porta, la quale si aprì violentemente, mostrando la figura irritata ma realmente preoccupata di Sherlock Holmes.
" Volete smetterla di urlare, per cortesia? I vicini non ne saranno affatto contenti!" Scandì lei. Il detective alzò gli occhi al cielo e la fece entrare.
" Lydia vuoi spiegare a mio fratello che sto solamente facendo il mio lavoro?!" Esclamò in collera Enola, comparendo da una delle stanze.
" Sei sotto la mia tutela! Mi sto semplicemente preoccupando per te! E non tirare di mezzo miss Stafford, lei non c'entra nulla!" I due ripresero ad urlarsi contro, così la giovane decise di intervenire:
" Smettela subito!" Esclamò, ponendosi tra i due Holmes. Entrambi tacquero.
La ragazza si rivolse prima all'investigatore:
" Mister Holmes, vostra sorella è una detective. Fa il vostro stesso lavoro. E dovete lasciarla libera di indagare. Non credete che io non mi sia preoccupata per lei, notando il suo collo rosso. Ma conosco Enola, è una ragazza estremamente intelligente e sa sempre arrangiarsi da sè. Se la caverà molto bene da sola." Poi si girò nella direzione opposta, per incontrare gli occhi della sua migliore amica
" Enola, mia cara amica, sono sicura che tu sia abbastanza intelligente da comprendere che tuo fratello ha il dovere di preoccuparsi di te. Sarebbe un problema se non lo facesse. Ti vuole molto bene e non vuole che tu sia in pericolo. Vuole solo proteggerti, come avrebbe fatto tuo padre." Lydia le sorrise e si scostò, per permettere ai due di guardarsi in volto. Nessuno parlò per un po', fino a quando il silenzio fu interrotto da un unisono:" mi dispiace" da parte di entrambi. La giovane non potè fare a meno di sorridere. Quei due si volevano davvero bene. Lydia fece per andarsene, ma il giovane Holmes la fermò e si propose per accompagnarla al negozio. Miss Stafford accettò ed insieme si recarono da:" Elizabeth's fabrics".
" Come mai avete scelto di usare il vostro secondo nome?" Le domandò curioso Sherlock, mentre Lydia cominciava a disporre i tessuti sui banconi
" Nel caso i miei genitori fossero ancora sulle mie tracce. Non pensano che io sia così intelligente da fare una mossa simile. È incredibile ciò che puoi fare quando le persone ti sottovalutano." Sherlock si sentì, per la prima volta nella sua vita, umiliato. Aveva sempre disprezzato le donne. Non aveva mai creduto nelle loro capacità. Le cose avevano iniziato a cambiare quando era tornato da sua sorella, che gli aveva dimostrato che una donna può tutto. Ma lei, secondo lui, era una su un milione. Ma vedere un'altra donna così intraprendente, così determinata, lo confondeva. Le donne forti lo destabilizzavano. Uscivano completamente fuori dagli schemi della società, e questo, da tutti, era considerato disdicevole, impensabile. Da tutti, ma non da lui. Non più. Sua madre, Enola, Edith, Lydia, avevano tutte stravolto ogni sua certezza. Ma forse, il mondo aveva bisogno davvero di un cambiamento. Un cambiamento che sarebbe partito la loro. E non era il solo a pensarlo. Con ogni probabilità, il visconte Tewksbury si sarebbe rivelato una conoscenza interessante. Sapeva che Enola lo amava. E se era riuscito a farsi amare da una ragazza così testarda, forte, sicura di sè, indipendente e determinata, allora doveva essere davvero un brav'uomo. O Enola non l'avrebbe mai amato. Si chiese se anche lui, un giorno, avrebbe trovato l'amore della sua vita. Una donna da amare. Ma che gli facesse da moglie e non da serva, come aveva sempre creduto.
" Signor Holmes, vi sentite bene?" La dolce voce di Lydia lo risvegliò dai suoi pensieri.
" Eh? Oh si, si, grazie miss Stafford. Sono solo stanco. E chiamatemi Sherlock, vi prego" le tese la mano, in segno di amicizia. Lei fissò prima il suo volto e poi la sua mano. Ci pensò un paio di secondi, per poi prenderla e stringerla.
" Allora voi, Sherlock, dovete chiamarmi Lydia" lui annuì ed entrambi sorrisero. In seguito, la giovane Stafford aprì il negozio, mentre il giovane Holmes tornò a Baker Street, con una strana sensazione nello stomaco.
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IL CASO DELLA VITA//Sherlock Holmes
ChickLitLydia è una giovane ventenne di origini aristocratiche, che, non contenta della propria vita, decide di stravolgerla, trasferendosi nella città polo del mondo moderno: Londra. Quando però la sua amica d'infanzia, Enola Holmes, verrà a farle visita...