CAPITOLO 5

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                                                                                                                                                                    ZAIRA'S POV

Come avevo potuto abbassare tutte le mie difese?

Mi sono tradita da sola proprio nel momento in cui avrei dovuto tradire lui, non me stessa.

E nonostante la tentazione costante di ucciderlo, non faccio altro che chiedermi: cosa sarebbe successo se Marie non fosse entrata in camera? Avrei davvero abbassato tutti gli scudi? Mi sarei davvero lasciata andare?

La mia mente non vuole saperne di stare zitta e i miei occhi non vogliono chiudersi. Ma io funziono in modo diverso da tutti gli essere umani, sono più complicata, le emozioni le sento dieci volte più forti, ma la più importante di tutti è che ogni mia lacrima non fa altro che alimentare la mia rabbia.

Così mi alzo di scatto dal letto di Marie e controllo il telefono affianco a me. L'unica fonte di luce illumina la stanza mentre controllo l'orario: 4.41 di notte.

Lascio Marie dormire senza crearle altri problemi ed esco tenendo i miei tacchi in mano non avendo avuto neanche il tempo di cambiarmi.

Salgo la rampa di scale nel silenzio assoluto e proprio mentre prendo la chiave che ho nella cover del telefono, la porta si apre da sola, rivelando la figura di Juliet. Sento il sangue ribbollirmi nelle vene, ma stasera non é lei il mio bersaglio.

Rimaniamo a fissarci per istanti che mi sembrano interminabili e poi mi sorpassa sfiorandomi leggermente la spalla.

Ma che ci faceva Juliet in camera mia e di Elijah alle 5 di mattina?

Entro in camera sbattendo la porta così che Elijah mi senta, ed infatti si gira di scatto e la sua espressione è un misto fra stupore e stanchezza che presto però si tramuta in rabbia, sembra.

Ha i capelli stretti dal suo pugno, gli occhi socchiusi e caccia un sospiro.

Sembra davvero stanco, ma perché? Ha qualcosa a che fare con Juliet? 

Avrei dovuto scoprirlo al più presto.

Lo sorpasso aspettando che sia lui il primo a parlare ed ovviamente ho successo.

"Ho dovuto mentire al coach per te lo sai?" quasi urla ma poi abbassa subito la voce poiché siamo nel cuore della notte. Non gli rispondo.

"Ho dovuto dire che eri nel bagno e non volevi parlare con nessuno perché eri troppo incazzata, e per ovvi motivi,come ad esempio quello che hai fatto a Jul in finale poche settimane fa, mi ha creduto" Jul? ancora la chiamava così? mi sento la nausea solo a ripensare a quella finale.

Ancora non gli rispondo, e lui sospira.

"Perché sei tornata?" la sua voce è un sussurro che da quanto fosse basso pensavo di essermelo sognato.

Sono ancora di spalle "perché mantengo le mie promesse" mi giro e mi avvicino lentamente a lui, ma non troppo, perché non posso permettere che accada quello che è successo poco fa "avevo detto che avrei vinto la nostra scommessa - mi riferisco a quella fatta un paio di giorni fa, ovvero che chi avrebbe ceduto per primo avrebbe lasciato la stanza all'altro - ed io vinco sempre" ghigno.

Lascia andare i suoi capelli e i suoi ricci indomabili ora sono davanti alla sua fronte.

Caccia andare un  sospiro e abbassa la testa, e si avvicina ma io di rimando faccio un passo indietro. Sorride come se già avesse previsto la mia mossa.

"Sei sempre stata così testarda, cazzo" sussurra di nuovo, come se fosse un suo pensiero che per sbaglio è uscito dalle sue labbra.

"E sempre lo sarò, Reyes" la tentazione di chiamarlo Eli è alta, ma non gli darò questa soddisfazione.

roomates:the fencing gameDove le storie prendono vita. Scoprilo ora