01. Risorto dalle ceneri

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TW di questo capitolo: violenza di qualsiasi genere, sangue, alcool.
Se siete abbastanza sensibili a questi argomenti, vi consiglio di fermarvi qui con la lettura. Grazie comunque a tutti quelli che hanno dato, o che stanno dando un'opportunità a questa mia storia.
Siete speciali.☆
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"La calma e la quiete possono essere altrettanto pericolose, quanto l'ansia e la rabbia. Sono la prima a comprendere quanto sia complicato, soprattutto per una come te..."

Ascoltai il ticchettio dell'indice che continuava a scontrarsi contro il bicchiere quasi del tutto vuoto, il rumore mi si insinuò in modo struggente tra i pensieri. Con il viso retto sul palmo della mano, il tacco della scarpa che batteva con disinvoltura contro il bancone a cui ero poggiata, presi l'ultimo sorso di Bourbon rimastomi.

Poggiai il calice con un tonfo deciso, poi con un gesto verso il barista gli indicai di riempirlo nuovamente; senza esitare, si affrettò a soddisfare la mia richiesta.

In quell'esatto momento, percepì una presenza alla mia sinistra. Un uomo si era appena accomodato sullo sgabello adiacente al mio, degustando pacato il suo drink con lo sguardo rivolto alla sua destra. Mi fissava apertamente e senza alcun pudore, ma non lo assecondai affatto. Sospirai a pieni polmoni, invece, quando auspicai lo stridere della sua sedia che veniva fatta più vicina alla mia. «De'Ath, quale onore e piacere nel rincontrarti.»

Strizzai le palpebre, facendo cadere la mano che reggeva il mio viso con un gesto brusco sul bancone. «Martinez, vorrei poter dire lo stesso.» affermai, finendo in un sol sorso l'intero bicchiere appena riempito. Lo respinsi sul tavolo con una lentezza straziante, quindi voltai il viso verso l'uomo seduto al mio fianco.

Mossi lo sguardo lungo tutto il suo corpo. Robusto al punto giusto, con capelli castani e brizzolati, occhi azzurri e un naso dalla leggera cadenza verso destra. Corrugai le sopracciglia, schioccai la lingua al palato con un lieve gesto di disapprovazione.

«Sanguini.» dissi, osservando le leggere macchie di colore rosso vicino all'attaccatura dei suoi capelli, così come sulla camicia color turchese che cercava di sfoggiare con tanta nonchalance. Lasciò quindi il bicchiere sul bancone, cominciando a controllarsi il punto da me indicato.

«Puoi alzarti? Non voglio che mi macchi lo sgabello. Supera di gran lunga il tuo stipendio da sbirro corrotto, quindi non potresti nemmeno ripagarmelo,» parlai, sporgendomi verso di lui per recuperare il suo bicchiere. Lo sorseggiai con calma, ignorando lo sguardo irritato dell'uomo. Alzai le spalle con un leggero sorriso, il suo bicchiere ancora saldamente tra le mie mani. «Tanto per dire.»

"La calma si trova al centro dell'uragano..."

«Perché sei qui, comunque?»

Lo vidi ammorbidire le labbra passandoci sopra la lingua, mentre il suo sguardo diventava più intenso, scrutando attentamente l'intero locale in cui aveva appena messo piede. «Vogliono confiscarti questo posto.» mi disse con calma.

Schiusi le labbra con esitazione, e questo fu sufficiente per fargli continuare il discorso. «Puoi stare tranquilla, non ti hanno nominata. Comunque, sembra che qualcuno abbia presentato denuncia alla polizia: sospettano che qui dentro ci sia un vero e proprio laboratorio della droga. Oltre a, come già dovresti sapere, le vecchie ipotesi di traffico d'armi, riciclaggio e...» Si interruppe prima di finire la frase.

«Parla chiaro, Martinez.»

«Pensano che questo posto sia il punto d'incontro di una certa... "gang".» Un silenzio pesante seguì. Rimasi immobile per un paio di secondi, prendendomi il tempo per elaborare le informazioni fornite da quell'uomo, prima di scoppiare in una risata silenziosa. Tornai seria dopo qualche momento, fissandolo con uno sguardo d'intesa. «E sentiamo un po', tu cosa vorresti fare in proposito? Sappiamo entrambi che non sei venuto qui solo per fare il gentile e riferirmi la questione.»

Devil's Secret [The Original Sins Series]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora