02. Hi, Devil

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PS: Correrò il rischio di sembrare antipatica, ma per favore non siate lettori silenziosi. Adoro le critiche costruttive, i vostri messaggi, e sarebbe davvero bello coinvolgervi nella storia per poi perfezionarla insieme.
Detto questo, buona lettura<3.

TW di questo capitolo: violenza, alcool, morte, sangue.

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"Han 한"
- Questa parola coreana,
intraducibile, fa riferimento
a un'emozione complicata
da definire a parole.
Immaginate, però, una
combinazione di tristezza,
rabbia e impotenza unite
a un velo di speranza per
un futuro migliore.
Ecco, Han. -

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«Ora del decesso?»

Richiamo del vuoto, o come lo avrebbero chiamato i francesi, "l'appel du vide", era l'emozione che quelle semplici parole avevano risvegliato in me. Ricordavo bene quella sensazione, quasi paradossale, di avere nel petto una tale forza oscura pronta a spingerci giù, nelle più profonde e infime prigioni che la nostra stessa mente poteva creare.

C'è bisogno di un esempio? Questo è semplice. Immaginatevi all'interno di un treno in corsa, e all'improvviso vi coglie l'insana idea di aprire le portiere e di lanciarvi giù, sotto le ruote piene di olio e sabbia, di lasciarvi risucchiare da quella stessa oscurità che in quell'esatto momento stava ribadendo la sua proprietà su di voi. Quello. Proprio quello. "Appel du vide".

La tentazione di cedere alle forze oscure che si manifestavano nel profondo, una suggestione che rendeva tangibile il desiderio di sperimentare l'abisso nel suo abbraccio più totale. In quei momenti, il passato diventava un palcoscenico in cui il pericolo e l'oscurità danzavano insieme, invitandomi a esplorare il lato più profondo e contorto della mia anima.

«Ora del decesso?»

«Le 16:02.» Una voce maschile rispose al mio posto, e questo improvviso intervento mi fece voltare di scatto la testa nella sua direzione. Notai un ragazzo dai riccioli biondi avvicinarsi con uno sguardo compiaciuto, per questo ritornai con gli occhi in avanti ed emisi un sospiro appena udibile. «Cosa c'è, Detective, una brutta giornata?» disse, disponendosi al mio fianco con le mani nelle tasche del pantalone scuro. Repressi un ulteriore sospiro, stavolta di scontento. Dio, quanto odiavo quell'uomo.

«Ogni giorno è un brutto giorno per me.» confessai sincera, lasciando che la stanchezza emergesse dalla mia voce. «Posso chiederne il motivo?» rispose, sporgendo il collo in avanti per avere una visione più chiara del mio viso. Mio Dio. Con estrema pigrizia rivolsi lo sguardo nella sua direzione, scrutandolo dalla testa ai piedi. «Sei tu. Il mio brutto giorno ha inizio ogni volta che ti vedo spalancare le porte del tuo stupido ufficio di fianco al mio, tutti i santi giorni.»

Andai in avanti di qualche altro metro, mi accovacciai di fianco alla scena del crimine ritrovata appena poco tempo prima. Una donna, visibilmente intorno alla cinquantina d'anni, era stata rinvenuta intorno alle 15:45 di quel pomeriggio da un passante, in uno stato quasi del tutto incosciente.

Il sangue a quel punto aveva già ricoperto la maggior parte del suo corpo, l'uomo non sapeva cosa fare e l'ambulanza, si sapeva, era raro che arrivasse in tempo: stando alle ricostruzioni dell'accaduto, la donna aveva esalato i suoi ultimi respiri con il sangue che continuava a rigettarsi con insistenza sul selciato.

Osservai ogni minimo dettaglio. «Posizione innaturale, escluderei l'opzione suicidio. Vedo due fori di proiettile appena più giù del collo, uno alla caviglia e uno nell'incavo dei due seni, chiamate la scientifica e fate analizzare tutto ciò che può essere stato contaminato. L'arma del delitto è stata ritrovata?»

Devil's Secret [The Original Sins Series]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora