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TW di questo capitolo: violenza, manipolazione, sangue, alcool, droghe.
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"Nel mistero insondabile del nostro non vedere, si intrecciavano giochi illegali, una danza clandestina di ombre che sfuggiva e continua a sfuggire al nostro sguardo ignaro."
Le labbra serrate in una linea retta, le gambe distese e appoggiate sulla scrivania, come oramai mia consuetudine.
Era in ritardo, che novità. Tutti là dentro sapevano quanto odiassi dover aspettare, eppure, non mi restava altra scelta se non quella di avere pazienza.«Pacco in arrivo!» esclamò Elijah. La sua voce si propagava in fretta, il suo calcio vigoroso quasi sfondò la porta dell'ufficio. Le sue braccia erano entrambe occupate, strette attorno a due massicci pacchi avvolti in numerosi strati di nastro adesivo. Gli lanciai uno sguardo tagliente, i miei occhi si posarono sulla porta danneggiata, prima di tornare su di lui. «Vuoi attirare l'attenzione di tutti, là fuori?» lo rimproverai.
«Non c'è anima viva, sono solo le otto e mezza e il bar è ancora semideserto. Rilassati.»
Mi lasciai sfuggire un sospiro profondo, ruotando il collo per sciogliere la tensione accumulata. Le gambe scivolarono dolcemente fino a raggiungere il pavimento, e con un gesto pensieroso, riposi il bicchiere vuoto sulla scrivania. Rimpiansi subito l'aroma del superbo rosso del '98, oramai terminato.
Mi alzai con decisione dalla sedia, avvicinandomi ai pacchi che Elijah aveva lasciato sul pavimento. «Hai controllato? È tutto in ordine?» lo interrogai, il tono fermo e chiaro.
Con un gesto di assenso, il ragazzo mi consegnò un documento. Su di esso, tracciati con cura in inchiostro nero, c'era l'elenco dettagliato dei prodotti appena recapitati. «Mescalina, Codeina, Chetamina, Morfina...» pronunciai ad alta voce.
«Il Diazepam è in consegna, mentre il Metadone arriverà a giorni.» aggiunse subito.
Dopo aver riconsegnato il documento al giovane dai capelli d'oro, mi allontanai dagli scatoloni e mi fermai davanti alla scrivania. «Non ho ancora capito perché hai voluto mostrarmi tutto questo. Non è compito mio supervisionarti.»
«Lo so, avevo semplicemente bisogno di discutere la questione con te perché, se le informazioni che abbiamo sono corrette e la concorrenza è nuovamente sul mercato, non sono l'unico ad essere preoccupato per il possibile calo dei profitti.», replicò con tono di frustrazione, scorrendo le dita tra i capelli biondi.
Alzai le sopracciglia, perplessa. Quello mi interessava eccome. «Di quale concorrenza parli? Perché ne vengo a conoscenza solo ora?»
Elijah si morse il labbro, immerso nei suoi pensieri. Poi, in risposta alle mie parole, un'espressione stranamente felice gli illuminò il volto. «Non è importante, lascia perdere. Come hai detto tu, ci pensiamo noi», affermò con un tono che voleva essere confortante, mentre si accarezzava la barba incolta. Intanto, nella mia testa, i pensieri iniziarono a prendere forma.
Stavo per formulare una risposta, ma fummo interrotti da una serie di pugni secchi alla mia porta. Mi fermai di colpo, fissando Elijah con uno sguardo interrogativo. «Sono loro?» chiesi. Elijah annuì con sicurezza. «Ci penso io», disse, quasi a volermi indicare di rimanere indietro.
Roteai gli occhi al cielo, ma presi l'iniziativa senza esitare un attimo. «Lascia stare, ci vado io.» Le mie gambe, guidate da una volontà ferrea, mi condussero senza esitazioni verso la porta. L'aria era tesa, quasi palpabile, mentre la mia mano si posava sulla maniglia fredda. Aprii la porta con un colpo secco, rivelando un corridoio semibuio dove l'eco dei pugni sulla porta risuonava minaccioso. Loro? Davvero?
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Devil's Secret [The Original Sins Series]
Romansa'🃏' «Salvami o uccidimi, ho chiuso con le vie di mezzo.» Nascosto tra gli angoli tranquilli e appartati di Brooklyn, il "Venus Enigma" si svelava con grazia, un luogo avvolto nell'incanto pronto a tessere storie di mistero e passione. Un emporio di...