~6~ Nessuna possibilità

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Per i giorni successivi vedo Chuuya solo la sera tardi.

Io vengo trattenuto sempre di più in ufficio per risolvere pratiche e firmare documenti a mio parere inutili, oltre che a scrivere rapporti di incidenti ed indagare su vari casi. Chuuya è invece alle prese con il tentato recupero e omicidio del traditore, cosa che mi rifiuto di dire all'Agenzia per non avere altri problemi e domande scomode. 

Ogni sera torno a casa sempre più tardi, un giorno addirittura trovo Chuuya addormentato in mia attesa sul divano, la televisione e le luci accese. 


La sveglia trilla. Convinto che un giorno di questi la butterò fuori dalla finestra, la spegno e mi volto dall'altra parte, ad abbracciare Chuuya.

«Non voglio andare al lavoro» borbotto, la voce impastata dal sonno.

«Spiacente per te, ma credo che oggi avrai ancora più problemi» ribatte lui.

«Ovvero?»

«Stanotte dovrebbe esser stato ucciso l'uomo dell'esplosione sulla barca, quindi posso scommetterci il mio cappello che vi faranno indagare» mi informa, posando la testa contro il mio petto.

Come previsto, un'ora dopo sono in carcere assieme a Kunikida-kun e Yosano-san, a parlare con i responsabili della sicurezza, sconvolti per l'accaduto. Quel pomeriggio vengo messo sotto torchio da Ranpo-kun e dal presidente, in segreto dagli altri.

«Posso assicurarvi che non ne ho saputo niente fino a stamattina, e se anche fosse, Nakahara Chuuya non va a spifferare i nostri affari alla Port Mafia, perché dovrei farlo io?» ribatto alle loro accuse di sapere dell'omicidio ma di non averlo rivelato.

«Stiamo parlando di mafia Dazai, non di giustizia» ribatte Fukuzawa-san.

«So bene di cosa stiamo parlando, e potrei benissimo essere quello che lo sa meglio. Ma questo non c'entra niente con la mia vita privata!» esclamo.

«Ma se la tua vita privata mettesse in pericolo l'Agen-»

«Perché dovrebbe?» lo interrompo.

«Perché è un mafioso!»

«E lo ero anch'io!» urlo. Fukuzawa-san e Ranpo-kun mi fissano, in attesa che io dica qualcos'altro, che aggiunga una buona motivazione per la quale dovrebbero fidarsi di Chuuya. Resto immobile, in piedi nel mezzo dell'ufficio, le unghie che mi penetrano nel palmo dalla forza con cui sto stringendo i pugni. Il presidente sospira, prima di annunciare.

«Mi dispiace, ma dobbiamo fare ciò che è giusto. Nakahara Chuuya sarà arrestato per associazione alla mafia. Il tuo nome non verrà fuori, e potrai continuare il tuo lavoro all'Agenzia, ma non possiamo rischiare ancora»

Sgrano gli occhi. Non può essere. 

Mi volto e corro fuori dall'ufficio, schivando i miei colleghi, che cercano di fermarmi. Evidentemente sono stati avvertiti di un mio probabile scatto di ribellione, ma riesco a divincolarmi da Kunikida e dalle illusioni di Kenji-kun e Yosano-san create da Tanizaki-kun. So bene che la vera dottoressa dell'Agenzia non avrebbe cercato di ferirmi, in quanto sa che la sua abilità non avrebbe funzionato contro di me.

Corro in strada, tirando fuori dalla tasca il cellulare, per chiamare Chuuya. Cazzo, stasera non deve assolutamente tornare all'appartamento. Appena provo ad avviare la telefonata, quello si spegne. I crediti. Mi precipito in casa, l'ultima carta che mi rimane. Cerco in tutti i cassetti, finché non lo trovo. Il mio vecchio cellulare, quello che usavo alla Port Mafia, e che mi è stato restituito da Mori, nel tentativo di farmi tornare all'associazione se io avessi incontrato nuovamente il peldicarota. Seleziono rapidamente il numero, e fortunatamente mi risponde in fretta.

Con te  ~Soukoku~ Pt.2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora