~2~ Buonanotte, principessa

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Chuuya è crollato addosso a me dal sonno ancora prima della fine del film. E non era nemmeno la più noiosa delle commedie, bensì il mio horror preferito! 

L'ho lasciato appoggiarsi, e poco dopo ho sentito la camicia bagnarsi. Aveva iniziato a sbavarmi addosso! Gli ho asciugato delicatamente la bava con il mio fazzoletto di stoffa preferito, quello che mi face Gin-chan al mio sedicesimo compleanno, con le mie iniziali ricamate in rosso acceso. Adesso aspetto che il film finisca mentre accarezzo dolcemente la sua chioma di capelli rossi.

Improvvisamente, la tv si spegne. Cazzo, devo aver dimenticato di pagare. Muovo piano la testa di Chuuya, e lo appoggio contro la testiera del divano. Mi alzo, stiracchiandomi. Per prima cosa, mi cambierò questa camicia. Ne afferro un'altra dal cassetto, e vado in bagno. Mi tolgo quella umidiccia, scoprendo così le mie braccia avvolte nelle bende. Sospiro, e noto una macchia rossa che si sta lentamente allargando, poco sopra il polso sinistro. Dev'essersi riaperta l'ultima ferita. Mi sciolgo piano la benda, rivelando il mio avambraccio arrossato, tutto ricoperto di cicatrici.

In quello, la porta si apre di scatto, rivelando un assonnato Chuuya sulla porta. Appena vede il sangue però, i suoi occhi di svegliano in un attimo. Senza dire nulla, prende un plico di garze e il disinfettante, e si siede sul pavimento. Mi accuccio vicino a lui, e gli porgo il braccio. Lui inizia a disinfettarmi il taglio con fare delicato, mentre io cerco sopprimere i gemiti di dolore provocati dall'alcool sulla ferita. Quando finisce, posa le garze rimanenti sul taglio, e poi ricopre tutto l'avambraccio con una benda pulita. Si alza, mi lascia un bacio sulla fronte, ed esce dal bagno. 

Io rimango un attimo paralizzato, seduto fermo sul pavimento. Appena il mio cervello riprende a funzionare, mi infilo la camicetta asciutta, ed esco anch'io dalla stanza, chiudendo la luce. Apro piano la porta della mia stanza da letto. Chuuya è in piedi davanti alla finestra aperta, il torso scoperto, le sue cicatrici in bella mostra. Però le sue sono cicatrici vere, provocate da incidenti e missioni pericolose, a differenza delle mie. In mano tiene una sigaretta accesa, che porta piano alle labbra, prima di rilasciare una nuvoletta grigia nel fresco notturno. So bene che è a causa mia che sta fumando, cosa che fa solo quando è nervoso o sotto stress. Mi avvicino a lui, e lo abbraccio da dietro.

«Scusa» gli dico. Lui non reagisce, ma continua lentamente a fumare. Pian piano, la sigaretta finisce, lui la spegne, e la posa sul portacenere che ho gli comprato apposta pochi giorni fa. Si volta a fronteggiarmi, ancora circondato dalle mie braccia. 

«Quando la finirai di farmi preoccupare?» mi domanda, e dal tono della sua voce capisco che non è arrabbiato «Quella per cos'era?»

«L'altro giorno...sono stato contestato da Kunikida per la mia pietra di opale»

«Quella di Sakunosuke?»

«Sì...la tenevo tra le mie mani, finché non è arrivato lui, l'ha presa, e ha detto che non era "professionale" portare oggetti preziosi sul lavoro. Se l'è messa in tasca, dicendo che me l'avrebbe restituita a fine giornata se avessi lavorato bene...» 

Chuuya mi accarezza il braccio, e mi rendo conto di aver stretto le mani così forte da avergli quasi conficcato le unghie nella schiena nuda. Mollo in fretta la presa, allontanandomi di un passo e raccogliendo le braccia al petto. Lui colma in un attimo la distanza, trascinandomi per la camicia fino al letto, dove mi obbliga a sedermi. Si mette vicino a me, ed inizia ad accarezzarmi la mano vicina alla ferita.

«Te l'ha restituita?» mi chiede, alludendo alla pietra di opale.

«Sì, ma...sai che non voglio che nessuno la tocchi. È come se ogni volta che viene toccata da qualcun altro lei perda un po' della tranquillità che riesce a darmi, come faceva Odasaku...» provo a spiegargli, guardando verso le nostre mani.

«Non lasciare che sia quel tipo a dettare la tua vita. A quello ci ha già pensato il boss quando eri un ragazzo, non serve che tu ti sottometta a qualcun altro» 

Mi accarezza la mano dolcemente, prima di prenderla a avvicinarla alle sue labbra. 

Rido.

«Grazie di avermi fatto il baciamano, mio principe»

«Di niente e buonanotte, principessa» sussurra in risposta, avvicinandosi al mio volto e lasciandomi un rapido bacio sulle labbra. Poi si alza, e torna in soggiorno, dove gli tocca dormire sul divano per mancanza di posto nel mio minuscolo appartamento.



Quella notte, faccio sogni inquieti, che mi tormentano per tutta la durata del sonno. Abbastanza poca in realtà, perché alle sette in punto suona la sveglia. La spengo svogliato, e mi alzo dal letto più stanco di quando mi ci sono coricato. Mi trascino fino in cucina, dove mi stupisce il profumo di caffè. Stropiccio un po' gli occhi, rivelando una figura minuta ai fornelli. 

«Sei qui...»

Si volta di scatto. Vedendomi, sorride. Oh dei, quanto amo il suo sorriso. 

«Oggi ero libero, quindi ho deciso di farti assaporare del vero cibo, maniaco del Ramen istantaneo»

Mi metto a ridere, sentendomi improvvisamente sveglio.

«Tu cucini?» 

«A differenza tua, io so come si vive da soli» ribatte, fingendosi offeso.

Senza smettere di ridere, mi siedo a tavola, dove trovo un piatto con del pane tostato con il burro. Poco dopo, mi si avvicina Chuuya con una padella, e mi serve del bacon, prima di andare al catino a sciacquare la pentola. Mi si china sulla fronte, lasciandomi un bacio caldo, e si siede accanto a me con un piatto identico al mio.

«Bacon? Veramente?» gli chiedo.

«Colazione inglese. Mangiano bene là» risponde, alzando le spalle.

«E tu come lo sai?»

«Non ti ho detto di essere stato in Inghilterra l'anno scorso? Affari della Port» 

«Ah...ed era bello?»

«Sì dai...pioveva molto» esclama ridendo.

In quella, il mio campanello suona. Chuuya tira un sospiro, e va a rifugiarsi in bagno, mentre vado ad aprire. Mi ritrovo davanti un Kunikida dalla strana espressione.

«Ho sentito una voce provenire dal tuo appartamento, e sicuramente non era tua. Per non parlare della colazione non istantanea e dal tavolo apparecchiato per due...Cosa succede qui, Dazai? Chi è il tuo misterioso coinquilino?» mi domanda dritto in faccia.

Cosa dovrei rispondergli? "No sai, sto con uno dei più pericolosi esponenti della Port Mafia, al punto che quasi viviamo insieme, e questo è uno dei motivi perché di recente vi sto lasciando più del solito!"

«Allora? Sto aspettando!» mi incita, battendo a terra con il piede.

«È il mio ragazzo. Ma è molto timido, quindi cerca sempre di evitarvi. Per il resto sono cazzi miei, quindi puoi anche lasciarmi prepararmi in pace, mi stai togliendo tempo. Poi non lamentarti se arrivo tardi!» esclamo, chiudendo di scatto la porta, per evitare altre domande scomode.

Resto in ascolto per un po', finché non sento i suoi passi allontanarsi. Tiro un sospiro di sollievo, e raggiungo la porta del bagno.

«Chibi-chan? Se n'è andato!»

Lui esce, guardandosi intorno.

«Scusa, Kunikida non fa altro che crearci problemi» gli faccio, mentre torniamo in cucina.

«Non importa, sempre meglio qui che alla Port Mafia» risponde lui, prima di ficcarsi in bocca un enorme boccone di bacon. Alcuni istanti dopo, fa un espressione sorpresa, e corre ai fornelli, dove aveva lasciato acceso il fuoco con sopra la mocca del caffè. Spegne in fretta il tutto, e versa il liquido scuro in due tazze, che posa sul tavolo prima di tornare a sedersi, con espressione affranta.

«Spero sia buono...si stava per bruciare» borbotta, inforcando altro bacon. Termino di mangiare, e sorseggio il caffè. Una volta finito, mi alzo, e lascio un bacio sulla testa di Chuuya.

«Delizioso» gli sussurro, prima di dirigermi in bagno a cambiarmi.

Con te  ~Soukoku~ Pt.2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora