Chapter 6: Perdita

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Katsuki attendeva con un po' d'ansia il suo turno nell'ambulatorio del dottor Yurusei Suzuki.

Ultimamente non aveva fatto altro che stare male, con crampi al basso ventre, vomiti per tutto l'arco della giornata e torpore alle gambe deboli e tremolanti. Stava lentamente scoprendo difficile muoversi.

Kappei gli aveva proposto delle stampelle ma lui si era categoricamente rifiutato.

«Non sono un cazzo di debole!» gli aveva ringhiato contro.

La porta bianca dell'ambulatorio si aprì e un Omega felice in stato interessante ne uscì. Katsuki lo guardò come un cucciolo di gatto curioso, dopodiché entrò. Salutò flebilmente, come suo solito e si accomodò, poggiando la cartellina aranciata sulla scrivania che conteneva i suoi referti e analisi più recenti.

«Come stai Katsuki?» domandò Yurusei.

Volse uno sguardo dolce alla piccola Chihaya che dormiva nella fascia porta-bebé.

«Non molto bene» ammise.

L'uomo mite stava già studiando i vari fogli e li divorava con attenzione. Katsuki deglutì; la sua mano non poggiò sul gonfiore alla pancia bensì sulla testolina della piccola di Eijiro.

«Mmh... non è rassicurante». Yurusei sollevò a lui gli occhi cupi. «Alzati in piedi, voglio controllare una cosa».

Katsuki obbedì e con non poca difficoltà si alzò in piedi. Lì per lì, le sue gambe cedettero un po', ecco perché fu costretto a fare del bordo della scrivania il suo sostegno. Al dottore ciò non passò inosservato; armato di martelletti, picchiettò su tibia, femore e ginocchio di ciascuna gamba.

«Che cosa senti?».

«Una specie di formicolio».

L'uomo battè il martelletto sulle anche. «E ora?».

«Non sento molto bene, anche prima...».

«Intendi che è percepisci le scariche elettriche con molta difficoltà?».

Katsuki annuì mentre accarezzava la manina di Chihaya.

Quando Yurusei prese poso alla scrivania iniziò immediatamente a scrivere il suo referto. A metà, si decise a parlare.

«A causa del tuo inforturnio, la gravidanza sta premendo sui nervi e di conseguenza ti creerà uno stadio di semi-paralisi. Nei casi peggiori, potresti diventare paralizzato dalla vita in giù al parto. Nei migliori, di convivere con un handicap di zoppia perenne».

Il biondo strinse l'altra mano a pugno sulla coscia sinistra. «Ma è comunque tardi per abortire» mormorò con vergogna.

«Sì, esattamente. Monitoreremo la situazione con grande attenzione. Ci vediamo qui tra due settimane».

Katsuki annuì, infine lasciò l'ambulatorio con un grande sospiro.

E' tutta colpa tua, Kappei...

Decise di fare una visita a Izuku prima di andare via...


***

«Quindi ti ha detto così il dottore?».

Katsuki rispose con un suono dubbioso dal fondo della gola. Kappei stava cucinando del sukiyaki e di tanto in tanto fischiettava.

Chihaya poppava felicemente e a volte agitava i piedini. Negli occhi dell'Alpha apparve per un singolo istante un bagliore di rabbia cieca. Servì una ciotola con del miso ben caldo al suo compagno con un sorriso finto ma enorme.

KiriBaku: Io, tu, NoiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora