Mitsuki si affacciò in salotto; Katsuki era disteso sul divano con le braccia dietro alla testa e intento a contemplare il bianco soffitto. Masaru, dietro di lei e seduto al tavolo della cucina a leggere un giornale le volse uno sguardo un po' triste.
«Mi dispiace che stia soffrendo molto e che non si stia interessando al cucciolo».
«Conosciamo tutti i retroscena. Ci ha raccontato tutto e lo si può capire, cara».
Mitsuki si occupò del the. Nel bollitore l'acqua si agitava e il vapore saliva verso l'alto. Tre tazze senza maniglia attendevano di venir riempite. Poteva ricordare perfettamente l'improvvisa chiamata in una mattina di pioggia di tredici settimane e tre giorni fa.
Katsuki, con tono grave e apatico, aveva chiesto di poter restare un po' a casa loro.
«Vi spiegherò tutto» aveva aggiunto frettolosamente.
E l'aveva fatto. Niente era stato omesso e durante il tragitto verso casa l'Omega aveva infine aggiunto: «Ora che Eijiro sta bene, può prendersi cura di Chihaya. Non gli servo più. Tsukauchi-san mi ha detto che ha riottenuto l'affidamento della cucciola».
E da allora si era chiuso in un silenzio tombale. Katsuki comunicava con suoni gutturali e occhiate lunghe, quasi soffocanti. Andava a fare regolarmente fisioterapia ma aveva ancora bisogno di sedia a rotelle e stampelle.
«Vorrei fare qualcosa per farlo stare meglio» sussurrò Mitsuki. L'odore del the verde galleggiava nel cucinino. «Ma non so cosa, anche se capisco cosa stia provando».
«Depressione post-partum» aggiunse solenne Masaru.
La donna servì il the e glielo portò anche al figlio. Bastò guardarlo dritto negli occhi per poter capire quanto fosse diventato un guscio vuoto.
«Riposati un po'» gli disse, con una carezza ai capelli.
Katsuki annuì. Fu poco dopo che la donna tornò in cucina dal marito che il suo cellulare trillò. Curioso, controllò.
Una foto raffigurante due cuccioli messi l'uno accanto a un altro. In quello a sinistra Katsuki riconobbe Chihaya, ma l'altro ben più piccolo? Aveva tanti capelli biondi e-.
A fatica si mise seduto con un'espressione incredula.
E' il cucciolo che ho partorito io?
Sì. Era suo figlio, il bambino che non aveva voluto vedere né incontrare e che aveva completamente abbandonato in ospedale. Deglutì, la mano come d'abitudine si spostò sulla metà inferiore del viso sempre più bianco.
Eijiro se ne sta prendendo cura? Da solo?
Salvò il numero ma scrisse un "?". Un attimo dopo gli giunse un'altra foto: Denki che gli faceva il segno della vittoria. Katsuki si afflosciò contro lo schienale del divano.
Era così dannatamente confuso!
Raccolse il cellulare, nell'improvvisa voglia di chiamare Eijiro ma poi si ricordò di una cosa.
Kappei mi ha distrutto il cellulare ed io
non ho più il suo numero...Sospirò, chiudendo gli occhi.
Doveva rivederlo...
***
Eijiro adocchiò Chihaya che dormiva con i pugnetti all'insù nel passeggino e il piccolo di Katsuki ancora senza nome che invece si muoveva un pochino nella fascia porta-bebè.
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KiriBaku: Io, tu, Noi
FanfictionIn una storia molto diversa da come ci narra il mondo di Boku no Hero Academia, Katsuki conosce Eijiro ma quest'ultimo non proprio e neppure sa che in realtà l'Omega è DynaMight. Un giorno, Eijiro farà la conoscenza di "Katsuki" venuto per l'offerta...