𝐂𝐀𝐏𝐈𝐓𝐎𝐋𝐎 𝐗𝐕𝐈𝐈𝐈

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Oro

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Oro.

C'era così tanto oro all'interno di quella stanza, che chiunque sarebbe stato sorpreso ad una vista assai sorprendente, che lasciava trasparire un senso di lusso quanto di negatività.

Quadri di chissà che anno, che chiaramente non appartenevano a quella stanza perfettamente tondeggiante, sembrava disegnata da un geometra esperto per quanto precisa fosse.

Proprio di fronte al gruppo, era invece posto un altare, anch'esso fabbricato nei minimi dettagli, anch'essi in oro. I candelabri, piccoli o grandi che fossero, erano sparsi per tutta la stanza.

Quelli alti percorrevano il perimetro dell'intera stanza, mentre alcuni più piccoli e bassi erano proprio sopra l'altare. Naturalmente, erano spenti.

Almeno una ventina di sedie erano invece poste in senso circolare intorno al disegno fatto sul pavimento; eppure, le sedie erano in enorme minoranza rispetto ai mantelli trovati nell'altra stanza.

«Ma che razza di posto è questo?» mormorò Stefano, i suoi passi facevano un forte rumore mentre camminava sul pavimento liscio della stanza; i suoi occhi si muovevano per tutta la stanza, curiosi e quasi spaventati allo stesso tempo.

𝙏𝙃𝙀 𝘼𝙍𝙏 𝙊𝙁 𝘿𝙄𝙎𝘼𝙋𝙋𝙀𝘼𝙍𝙄𝙉𝙂 - storia ad ocDove le storie prendono vita. Scoprilo ora