𝐆𝐔𝐈𝐋𝐓𝐘 𝐎𝐅 𝐋𝐎𝐕𝐈𝐍𝐆|| 𝐀𝐄𝐌𝐎𝐍𝐃 𝐓𝐀𝐑𝐆𝐀𝐑𝐘𝐄𝐍 ||

𝟎𝟎𝟒 - 𝐀 𝐋𝐄𝐓𝐓𝐄𝐑

La notte era passata; l'alba era sorta da diverse ore, ormai. Aemma era sulla sella del cavallo di Harrion, che la stava riportando a casa. La notte passata fuori aveva aiutato Aemma a pensare e a mettere a posto la mente. Aveva rimuginato sulle cose successe e aveva capito che doveva parlare con la sua famiglia, per chiarire.

Arrivarono davanti alle porte del castello di Grande Inverno. Aemma scese da cavallo. «Posso proseguire da sola» lo informò. «D'accordo. Mi raccomando, Aemma. Combatti per la tua libertà» Aemma sorrise. «Con le unghie e con i denti» rispose lei. Harrion partì al galoppo e dopo poco sparì dalla vista di Aemma.

Si fece coraggio ed entrò nel castello. Appena fu dentro la struttura, decise di deviare direttamente per le sue stanze. Non era ancora il momento di affrontare l'argomento. Fece però, chiamare una domestica. Aveva dormito fuori ed era sporca; aveva bisogno di un bagno.

«Lady Aemma. Ditemi, cosa devo fare?» la domestica entrò e si inchinò ad Aemma. «Preparami un bagno caldo» la domestica si mise subito all'opera. Aemma si cambiò dietro al suo camerino e in un men che non si dica era già pronta per lavarsi. «L'acqua è pronta, lady Aemma» la informo la domestica. «Bene, grazie»

Aemma entrò nella vasca; la domestica si mise all'opera e iniziò a strofinare la spugna sul corpo di Aemma, che cercò di rilassarsi il più possibile. La domestica non proferì parola, ma si limitò a fare quello che le era stato ordinato. Finito il bagno, Aemma uscì dalla vasca e si asciugò il corpo. La domestica prese un vestito dall'armadio di Aemma e disse: «Volete indossarlo?». Aemma diede uno sguardo neanche troppo attento al vestito, e poi annuì.

Il vestito era sui toni del blu scuro. Non era un vestito troppo sofisticato. Aveva la maniche lunghe e strette; una gonna lunga, che aveva una cordicina legata alla vita, che ricadeva lungo il vestito. Aemma dileguò la domestica.

Cregan e i fratelli erano venuti a conoscenza del ritorno di Aemma ed erano impazienti di parlare con lei. Aemma voleva risolvere la questione immediatamente. Sperava solo che Aegon riuscisse a convincere i suoi genitori, cosicché loro intercedessero per lei con suo padre. Aemma uscì anch'essa dalle sua stanze per dirigersi nello studio del padre, dove era sicura di trovarli.

Percorse il tratto di corridoio che separava le sue stanze con lo studio di Cregan e non appena varcò la soglia della stanza, i fratelli le corsero incontro, abbracciandola. L'abbracciarono tutti tranne Thorren. Bran e Rickard si separarono da lei per dare spazio al padre. Cregan si affrettò a riunirsi con la figlia. La strinse a sé. Posò una mano sulla sua nuca per averla più vicina. Aemma si lasciò abbracciare e strinse Cregan a sua volta.

Appena si separarono, Cregan baciò la fronte di Aemma e disse: «Dove sei stata? Perché sei fuggita? Cosa hai fatto tutta la notte?» Cregan iniziò a riempire Aemma di domande, tantoché lei si spostò dall'entrata e si sedette sulla sedia destinata a Cregan, davanti al suo tavolo da lavoro.

«Dopo quello che è successo, avevo bisogno di stare da sola. Ho passato la notte con Harrion, il Karstark che mi ha salvata. Abbiamo dormito in una taverna, separati. Avevo bisogno di schiarirmi le idee e me ne sono andata» spiegò Aemma.

«Hai fatto preoccupare tutti» disse Cregan. «Quello era il mio scopo» disse sostenuta. «Aemma, mi dispiace tantissimo per quello che è successo, e per quello che ho detto» Cregan sembrava davvero pentito; Aemma lo aveva capito, ma voleva farlo sentire in colpa ancora un po'. «Non devi scusarti. Quello che è fatto, è fatto» disse secca Aemma. «Non dovresti comportarti così, figlia mia» la ammonì il lord di Grande Inverno. «Così come? Come se avessi perso la fiducia in te? Perché è così. Tu eri quello di cui mi fidavo di più, ma tu hai deciso di tradire la mia fiducia e quando la fiducia viene tradita, non c'è più niente che tu possa fare. Sei stato tu a insegnarmelo, non te lo scordare» Cregan rimase colpito da quelle parole. Capì che Aemma era veramente delusa, e gli si strinse il cuore.