Capitolo 11

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La macchina si ferma davanti a me. Tiro un lungo sospiro misto tra sollievo e imbarazzo. Sono ancora completamente bagnata. Victor scende dalla macchina e mi raggiunge.
<Che cazzo è successo?> mi squadra sconvolto. Mi limito a stringermi nelle spalle.
<Sono caduta in piscina e ho litigato con Robin> Mi lancia un'occhiataccia.


<Senti, sarebbe brutto se chiedessi di farmi accompagnare a casa?> cambio velocemente argomento.
<Ma ti è entrata l'acqua nel cervello? Tu non ci torni a casa altrimenti io vado lì e faccio il culo a quel coglione>
<È il triplo di te> alzo gli occhi al cielo. Non ho intenzione di coinvolgere Victor in questa storia e farla diventare ancora più problematica.
<Per favore, fai finta di niente> lo imploro, poi lo trascino verso la macchina. James mi guarda sconvolto. Distolgo lo sguardo a disagio. Victor prende un asciugamano dalla macchina e me lo porge.

<Poteva almeno degnarsi di darti un asciugamano> borbotta mentre mi sfilo la maglietta e i pantaloncini per strizzarli dall'acqua in eccesso, faccio la stessa procedura anche con i capelli e infine mi avvolgo l'asciugamano intorno al corpo. In assoluto silenzio entriamo in macchina; la prima cosa che faccio è spegnere il telefono. Non ho intenzione di sentire nessuno. Alex si schiarisce la gola all'improvviso.

<Non devi preoccuparti! Sono cose che capitano...probabilmente domani nessuno si ricorderà della tua caduta> prova a rassicurami a disagio, apprezzo il suo tentativo goffo.
<Non sono caduta mi hanno spinta, ma grazie lo stesso> Victor si volta verso di me con uno sguardo assassino.
<Chi è stato?> giro il volto verso il finestrino.
<Ho freddo> cerco vanamente di cambiare argomento.
<È perché sei completamente bagnata, principessa> mi spiega James. Perfino lui sembra andarmi contro.
<James, torna indietro> gli ordina Victor all'improvviso. Lo guardo male ma poi il moro fa una brusca inversione che mi spinge addosso al mio migliore amico.

<Ma chi ti ha dato la patente?> urlo con il cuore a mille.
<Victor...ti prego, evitiamo di fare sceneggiate inutili> continuo disperata.
<Sceneggiate?! Ma ti rendi conto di quello che dici? Quella troia di merda deve morire all'inferno! Sei la sua vita è così orrenda non può sfogare su di te la sua frustrazione>
<E cosa vuoi fare? Picchiare una ragazza?> lo sbeffeggio.
<Farò di meglio. Parlerò con quel cretino che ti ritrovi come fratello. Non fatela uscire da questa cazzo di macchina> ordina ai ragazzi. Io sbianco mentre esce velocemente senza nemmeno darmi il tempo di fare niente perché mi sbatte la portiera sul naso. Successivamente sento il blocco delle sicure. Mi lascio scappare una risata isterica.

<Ragazzi, per favore. Alex, ti prego cerca di convincerlo se mio fratello lo picchia io...> non mi lascia nemmeno il tempo di finire la frase.
<Che ci provasse pure> Mio Dio.
<Sentite apprezzo tutto il vostro supporto, però io sono in grado di difendermi da sola! Non ho bisogno di qualcuno che prenda la mi difese>
<Ma ti sei vista?> mi dice questa volta James. Senza rendermene conto scoppio nuovamente a piangere.

<Non capisc-o pe-e-rché si comport-a cos-ì. Or-a mi odi-erà anco-ra di più> provo a spiegare tra i singhiozzi.
<Ascolta Lily, mi dispiace dirtelo. Ma devi iniziare a sbattertene il cazzo di tuo fratello! Lui non ti merita, non merita il tuo dolore. Sei una persona meravigliosa; insomma stai fingendo una relazione con un totale sconosciuto solo per il tuo amico! Se quel cretino non capisce il tuo valore devi semplicemente metterlo da parte. Non importa che sia tuo fratello; la famiglia non deve essere tale solo perché è di sangue> mi dice James, tiro sul con il naso.
<Ma gli v-ogl-io b-ene> ammetto sentendo un macigno sul petto. La possibilità che mio fratello possa non volermene mi colpisce diretta in faccia all'improvviso.
<Anche lui te ne vuole; ma non nel modo in cui ti meriti. Io ho delle sorelle; preferirei buttarmi dal quinto piano di un palazzo che vederle stare male a causa mia> continua mentre mi allunga un pacco di fazzoletti, mi soffio rumorosamente il naso.

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