Five

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No non era vero, continuava a ripetersi Taylor mentre si dirigeva all'uscita che era letteralmente attaccata al tavolo dove risiedevano Vienne e Tom.

"Taylor." la ragazza afferrando la maniglia si girò verso la femmina che la guardava con sfida insieme a Tom, in quel momento Taylor le avrebbe spaccato la faccia, solo che erano in un luogo pubblico.

"Come va?" poggiò la sua mano sullo schienale della sedia avendo il busto al contrario e lo sguardo dritto nei suoi occhi.

"Alla grande." rispose lei a denti stretti.
"Sai che la domanda sarebbe reciproca?"
"Non lo faccio perchè la risposta è ovvia, depressa e sola, come Tom d'altronde" sbattè la porta del bar con un sorrisetto sapendo di aver asflatato Vienne, e cosi fu, quest'ultima dopo l'affermazione della ragazza tenne la boca spalancata incredula di averla umiliata.

Taylor cenò tranquillamente, apparte per il messaggio che Tom le mandò dopo quella "discussione"  che ebbe con lui, silenziosa ma con gli occhi si son detti tutto praticamente.

"Sei sicura che quella depressa e sola non sia te?"
"Si, me lo fa capire il fatto che non ti scrivo per avere una conversazione." spense il telefono dopo aver finito di picchiettare le unghie sul display e il campanello suonò, chi diavolo poteva essere alle 8 e mezzo di sera?!

Taylor si alzò lasciando cadere la forchetta sul piatto ed aprì la porta dopo aver chiesto "chi è?" senza ricevere o aspettarsi risposta, era Tom.

"Cosi solo da venirmi sotto casa?"
"Mi stai cacciando?"
"Probabilmente si" rispose lei poggiandosi con la schiena sulla porta socchiusa a mani incrociate

"Beh non me ne andrò, che c'è da mangiare?" disse lui sfregandosi le mani per poi entrare senza il permesso della ragazza che sbuffò alzando gli occhi al cielo, la stava tormentando anche durante il relax assoluto! Se solo avesse avuto più forza avrebbe preso a calci nel culo il ragazzo, che ormai stava gironzolando la casa.

"Che vuoi Tom?"
"Ricordati che domani vieni a lavoro."
"Mi licenzio." a questa affermazione, Tom estrasse dei fogli di cui Taylor non ne sapeva mai l'esistenza.

"Beh ho falsificato la tua firma sul contratto di lavoro." era andato veramente negli uffici comunali per falsificare una firma, la ragazza era furiosa e agitata, avrebbe passato troppo tempo con lui.

"Un anno Taylor, nove e trenta sotto casa." detto questo il ragazzo chiuse la porta in un tonfo, non c'era niente da fare.

Taylor avrebbe passato 365 giorni non contando l'anno bisestile per non piangere, con il ragazzo che sapeva tutto quello per far crollare la sua maschera da menefreghista.

E infatti fu cosi che si innamorarono, tutto partì da quella telefonata, se solo Taylor non avesse aperto il bigliettino chissà ora dov'era..

The darkness shine for us- Tom KaulitzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora