Tu chi sei?

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PoV Shade

Quando mi risvegliai Derek non c'era già più. Mi voltai a poggiai una mano dove il materasso aveva ancora impressa la sua figura, quel punto che era già diventato freddo.

Sul cuscino posavano una piuma argentea e sotto di esso un foglietto scritto con un'elegante calligrafia, che doveva appartenere per forza al figlio di Lucifero. Presi immediatamente quel pezzetto di carta e prima ancora di leggere, lo accarezzai delicatamente con le dita, come fosse un oggetto prezioso.

Buongiorno Cucciolo,

quando ti sarai svegliato io molto probabilmente sarò già andato via da un po', ma non temere tornerò prima che tu possa accorgerti della mia assenza.

A presto,

Derek

Una smorfia si dipinse sul mio volto. Sarebbe tornato prima che potessi sentire la sua mancanza, ma io già sentivo quella strana e brutta sensazione alla bocca dello stomaco. Odiavo svegliarmi solo la mattina, senza un corpo caldo a riscaldarmi o un tenero bacio augurarmi dolce il buon giorno; in realtà non avevo mai sentito tale bisogno fino a quando quel demone dagli occhi cremisi non si era presentato come un eroe davanti a me.

Feci per alzarmi, ma qualcosa di fastidioso e all'apparenza appiccicoso sembrava posare sul mio addome. Scostai le coperte, posai la mano su quella strana sostanza che si era solidificata e quando capii cos'era le mie guance si tinsero di rosso pomodoro, traditrici di quei ricordi che violenti erano tornati all'attacco e che riguardavano solo poche ore prima, quando la luce del sole era già alta nel cielo. Immediatamente mi alzai e mi diressi verso il bagno, incurante di tutte quelle piume argentee che si erano posate sul pavimento. Aprii l'acqua della doccia e subito mi chiusi dentro quello stretto box di vetro dove il vapore caldo si condensò sul vetro freddo.

L'acqua calda scivolava sul mio corpo, accarezzandolo amante e modellandosi su di esso. I miei muscoli iniziarono a rilassarsi, ma la mia mente continuava a essere concentrata su ciò che era accaduto quel giorno e che non riuscivo ancora a credere fosse davvero avvenuto. Potevo sentire ancora quel desiderio di essere posseduto e dominato da quelle mani che scorrevano proprio come l'acqua in quel momento sul mio stesso corpo. La sensazione fantastica che avevo provato quando ero venuto nella sua mano, mentre i nostri membri si sfregavano regalandomi brividi di piacere. Sospirai quando notai che qualcosa in mezzo alle mie gambe si era risvegliato a quei pensieri che andavano lontano dal termine pudico. Posai entrambe le mani contro le fredde piastrelle color champagne e poi anche la fronte, cercando di pensare ad altro che non fosse Derek o la mia vistosa erezione. Nelle mia mente tuttavia, non c'era nient'altro che quel ragazzo moro con alcune ciocche di fiamme.

Perché quando incontri una persona importante, non ricordi più cosa c'era prima di lei? Come passavo le mie giornate prima di quella notte, quando i goblin mi attaccarono?

Facevo fatica a ricordarlo; nonostante, l'episodio risalisse a circa quattro mesi fa.

Ricordavo solo che passavo la maggior parte del tempo nella mia camera ad accumulare libri su libri, cercando di fuggire da me stesso e dalla mia vita, vivendo una decina di migliaia di vite diverse scolpite su inchiostro in quelle pagine. Uscivo solo per andare a fare la spesa, in biblioteca e per lavorare; anche se, grazie all'eredità che mi avevano lasciato mia madre e mio padre, potevo non farlo, che era spiù che sufficiente per me. Non dormivo mai e quando chiudevo gli occhi perché troppo stanco, mi risvegliavo sempre in lacrime a causa di quell'incubo fatto di sangue e fiamme e anche perché avevo sempre paura che qualche strano mostro potesse attaccarmi da un momento all'altro, come era successo una miriade di volte. Ricordavo solo questo, ma non ciò che provavo in quei momenti.

When falls the nightDove le storie prendono vita. Scoprilo ora