Per Sempre

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Pov Derek

Quando separammo le nostre labbra, immediatamente mi avventai sul suo collo, mentre le mie mani lentamente percorrevano la linea della sua spina dorsale fino ad arrivare alle sue natiche, che strinsi tra le mie mani. Sentivo lievi mugolii provenire dalle sue labbra, proprio vicino al mio orecchio e non potevo far altro che volerne sentire degli altri, sempre più forti.

L'acqua calda ancora scivolava su di noi, riscaldando ancora di più i nostri corpi che sembravano aver preso fuoco. Avrei voluto prenderlo lì, in quello spazioso box doccia sotto l'acqua, ma non volevo che la sua prima volta fosse in un luogo così scomodo. Con tutta la lucidità che mi era rimasta, allontanai una mano da quel gluteo rotondo e sodo e l'allungai verso la valvola dell'acqua, chiudendola.

-Che fai?- mi chiese, ma in risposta lo baciai un'altra volta, zittendolo e allacciando entrambe le sue gambe ai miei fianchi, sollevandolo. Quello fu un errore, le nostre erezioni si scontrarono e provocarono ad entrambi un brivido di piacere che ci fece gemere; un gemito che fu ingoiato dalle nostre reciproche bocche, che avide, si incontravano mai sazie. Appena quella scarica violenta finì, continuando a baciarlo e a tenerlo tra le mie braccia, camminai fino alla nostra camera.

I polmoni mi bruciavano, bisognosi di ossigeno, ma più forte di quel bisogno primario erano quelle dolci labbra. Avrei potuto baciarle per sempre.

PoV Shade

Mi adagiò sul letto dolcemente. Le sue mani abbandonarono finalmente la presa sui miei glutei e risalirono lungo la mia schiena, mentre continuava a baciarmi.

Sentivo il mio corpo tremare sotto quei tocchi così leggeri eppure profondi, tanto da farmi sentire le farfalle nello stomaco. I miei polmoni bruciavano e cercavano ossigeno, ma entrambi non volevamo separarci, desidaravamo solo continuare a far danzare le nostre lingue. Quando, tuttavia, quel bisogno divenne insostenibile, ci staccammo e ci guardammo negli occhi per qualche inesorabile istante.

PoV Derek

La luce del sole, che piano piano si stava alzando, ci investì.

Potevo vedere chiaramente il suo viso: le sue guance e le sue labbra erano rosse come le fragole mature, ma soprattutto notai, per la prima volta, che quegli occhi che sembravano completamente verdi, contenevano leggere sfumature color ambra, che risaltavano ulteriormente il colore che prevaleva, rendendoli così ancora più preziosi.

Accarezzai il suo viso con una mano. La dolcezza per un momento si era sostituita alla passione, però sempre presente.

-Sei così bello da far male.- gli confidai, abbassandomi e lasciando piccoli baci sulla sua clavicola sinistra.

PoV Shade

Chiusi gli occhi e lasciai che giocasse col mio corpo, lo rendesse ancora più impaziente, mentre il mio cuore rischiava di fermarsi da un momento all'altro. Batteva così forte, in una corsa che non avrebbe mai vinto, tanto che alla fine si sarebbe stremato.

Perché mi faceva sempre questo effetto? Perché ai suoi occhi mi sentivo piccolo e allo stesso tempo immenso? Tra le sue braccia così importante e forte da poter affrontare ogni cosa?

Lui era un demone, il figlio del diavolo, non c'erano dubbi!

Era così sleale. Perché voleva farmi innamorare più di quanto già non fossi? Perché voleva legarmi ancora più stretto a sé? In questo modo...

I miei pensieri si infransero. Di scatto aprii gli occhi e lo guardai giocare con i miei capezzoli, mordendoli e leccandoli, neanche fossero il suo piatto preferito.

-N...- tentai di dire qualcosa, ma dimenticai anche quelle stesse parole. Mi morsi il labbro inferiore coi denti e inclinai la testa all'indietro, sprofondando nel morbido cuscino di piume d'oca e portando le mie mani sul suo capo, tra i suoi capelli. Le feci scorrere tra quei lunghi fili corvini e poi li tirai quando mi morse, ma non si lamentò; anzi, sembrò ancora più spronato a continuare.

When falls the nightDove le storie prendono vita. Scoprilo ora