No one can hurt you (as long as i'm here) | Simuel

4.

'cause when i'm not with you i'm weaker

A sedici anni, Simone fa coming out.

Ha capito di essere gay da un anno quando decide di dirlo a tutti. In realtà, in un certo senso crede di averlo sempre saputo: c’è sempre stato un pezzo di sè che non riusciva a leggere, che proprio non trovava. Quando ha scoperto di Jacopo, pensava di aver finalmente compreso di cosa si trattasse, ma il buco nel puzzle è rimasto, e svanisce solamente nel momento in cui ammette a se stesso che gli piacciono i ragazzi.

Ci mette un po’ a trovare il coraggio di dirlo alle persone di cui gli importa davvero. La prima con cui parla è sua nonna, la donna che lo ha cresciuto quando i suoi genitori erano troppo straziati dal dolore per farlo. Glielo deve, in un certo senso: è giusto che sia lei la prima a saperlo, così come è sempre stata la prima a sapere tutto.
Virginia non è stupita della confessione del nipote, e se lo è non lo dà a vedere. Simone le è riconoscente di questo, del suo abbraccio silenzioso e del the con i biscotti che gli prepara subito dopo. Apprezza un po’ di meno le domande insistenti della donna sui ragazzi carini che frequentano la sua scuola, ma poteva andare molto peggio.

Dopo sua nonna, tocca a sua madre. Floriana nasconde lo stupore peggio di Virginia, ma è comunque gentile nello stringerlo a sè e nel lasciargli un bacio tra i capelli. Poi, da brava donna di scienza, gli ricorda l’importanza del sesso protetto “anche se non c’è pericolo di gravidanze” - cosa che fa arrossire intensamente Simone - e gli chiede se ci sia stato qualcuno in particolare ad averglielo fatto capire.

Dopo la madre, ritiene giusto parlare con Laura. E’ stata la sua prima - e unica, a quanto pare - fidanzata, che ha lasciato perchè già i primi dubbi iniziavano a farsi strada nella sua testa. La ragazza non l’ha presa bene all’inizio, ma poi sono riusciti a superare il passato e a diventare amici. Simone sente di doverle la verità: in fondo l’ha lasciata senza spiegazioni e anche è passato del tempo ora che le ha gliele vuole fornire.
Laura è forse, tra tutte le persone importanti, quella che lo stupisce di più. Lo guarda negli occhi dolcemente, come mai ha fatto nemmeno quando era innamorata di lui, e poi lo abbraccia.
“Lo so da un po’, Simo, l'avevo capito. Lui lo sa?”
Simone scuote la testa e lei non insiste, stringendolo più forte.

L'ultima delle persone con cui Simone deve parlare è, ovviamente, Manuel. Manuel che, nove anni dopo il loro primo incontro, è ancora il suo migliore amico.

Manuel è la persona con cui Simone ha più paura di fare coming out, e non perché tema da parte sua una reazione negativa.
Ne ha paura perché non vuole che Manuel colleghi i punti.
Perché Simone ha capito di essere interessato ai ragazzi grazie a Manuel.

Non avrebbe potuto essere altrimenti: di chi altro avrebbe potuto innamorarsi se non della persona che più di tutte gli è stata accanto per metà della sua vita?
E l'idea che Manuel capisca e lo allontani lo terrorizza più di ogni altra cosa.

Chiede a Manuel di raggiungerlo a casa un pomeriggio, che tanto non sarà mai pronto e tanto vale farlo. Il suo migliore amico arriva dopo poco tempo, un cipiglio preoccupato in viso: tende ad essere molto protettivo nei suoi confronti e suppone sia stato allertato dal suo messaggio.

“Ho fatto prima che ho potuto. Che me dovevi dì?” Di Manuel ama molto il suo essere diretto e il non girare intorno alle cose.
“Prima mi devi promettere che questa cosa non rovinerà la nostra amicizia.” E si sente un po’ stupido ad implorare quella certezza che l'altro non gli può dare.
“T'o prometto, Simo, ma non farmi preoccupà. Che succede?”

Prende un respiro profondo. Via il dente, via il dolore.
“Sono gay, Manu.”
Lo sguardo del suo migliore amico è imperturbabile per qualche istante. È strano: di solito Manuel è un libro aperto, e gli occhi sono una finestra spalancata sul suo cuore. In quel momento, Simone non riesce a capire cosa pensa e questo gli fa paura.