Capitolo 1

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Dalla piccola finestra che è proprio davanti al mio letto posso intravedere nel cielo le prime luci del mattino, ci sono sfumature color arancio e gialle. L'aria è ancora gelida nonostante sia primavera. La tentazione di restare al caldo sotto le coperte per dormire altri cinque minuti è molto, molto forte, ma il dovere chiama. Sono le cinque di mattina e ho appena aperto gli occhi, grazie alle nostre galline che sembrano avere la sveglia incorporata e impostata sempre allo stesso orario, di ogni santissimo giorno, sette su sette per tutto l'anno. Ma devo dire che è merito loro se abbiamo risparmiato il denaro per la sveglia che sicuramente, nella nostra situazione, fa comodo.
Questo è uno degli aspetti da considerare se si vive in campagna e dei suoi frutti.
Nel preciso istante in cui mi tiro su, per mettermi seduto per altri due o tre minuti, il mio cervello inizia a pensare a tutto quello che farò durante l'arco della giornata. E credetemi, non c'è cosa peggiore che realizzare che nessuno dei compiti che mi spettano mi piaccia o per lo meno mi entusiasmi.
Mi ritrovo a fissare un punto davanti a me, con lo sguardo già spento. Ripenso al mio passato, presente e futuro, dato che non c'è spiraglio di un minimo cambiamento. Nonostante io abbia ben altri piani per la mia vita, la situazione attualmente è questa e devo combattere e resistere affinché le cose cambino e vadano nel verso giusto. Questa è sempre stata la mia paura più grande, sin da quando ho iniziato ad aiutare la mia famiglia, fare per tutta la vita qualcosa che non mi piace. Significherebbe fallimento, tristezza e depressione eterna. All'inizio la presi come un gioco, voler essere d'aiuto e imparare qualcosa di nuovo ma di certo non era il mestiere che sognavo di fare e non lo è tutt'ora. E invece per tutta una serie di motivi, eccomi qui, a ventiquattro anni, in piedi alle cinque del mattino, per andare a dar da mangiare agli animali e poi dritto nei campi.
Ma prima di andarci è mia abitudine dirigermi prima verso il bagno, per sciacquarmi il viso e lavarmi a pezzi, stando sempre attento a chiudere il rubinetto e riaprirlo solo quando serve. La doccia possiamo usarla solo un paio di volte alla settimana, per non più di cinque minuti. Le bollette, quando arrivano, sono davvero esose e se dovessimo usarla quotidianamente tutti e quattro saremmo costretti a vendere casa pur di pagarle. 

Una volta finito, torno in punta di piedi in camera mia per non svegliare mia sorella. Apro con cautela l'armadio e, fortunatamente, vedo che mia madre ha lavato il mio completo da lavoro preferito, almeno una gioia in questa ennesima giornata priva di senso c'è. E' composto da un pantalone color beige scuro, una fascia color marrone che metto intorno alla vita, una camicia bianca classica e un cappotto lungo e nero, che uso al mattino quando l'aria è ancora fredda. Il mio guardaroba contiene sole camicie, magliette a tinta unita, jeans e alcuni pantaloni sartoriali di mio padre, che non usa più. In realtà la maggior parte degli indumenti che ho mi è stata regalata, dato che i negozi d'abbigliamento qui a Broadway hanno prezzi troppo alti. Non posso di certo permettermi di comprarci roba considerato il mio guadagno, di cui una parte, viene usato da mio padre per contribuire alle spese della famiglia.

Già vestito, prendo gli stivali, e li indosso direttamente sull'uscio della porta per evitare il rumore dei tacchi sul pavimento. Mi guardo indietro prima di afferrare il pomello, un silenzio assordante rimbomba per tutta casa. La pace regnerà ancora sovrana fino a quando tutti non si saranno svegliati. Tiro un grande sospiro per incoraggiarmi ed esco di casa. Guardo l'orologio e sono passati esattamente venti minuti.
Il cielo è leggermente più luminoso, vedo il sole sorgere all'orizzonte mentre illumina, con un fascio di luce, i campi e la stalla. Il vento accarezza la mia chioma di capelli castani, facendoli ondeggiare in più direzioni. Sento la natura che mi parla, mi da il buongiorno e lo avverto con tutti e cinque i sensi. Il panorama a quest'ora è davvero mozzafiato, sembra la copertina di una cartolina. Per fortuna, sono un ragazzo che ama stare a contatto con la natura e a cui piace vivere nella tranquillità della campagna, se solo non fosse per "l'uomo" che chiamo padre.

BECAUSE OF LOVEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora