7. Il disegno

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Avevo letto da qualche parte che colorare mandala aiutava a rilassare la mente. Così quella mattina ero uscita di casa, ero entrata in una cartoleria, e avevo acquistato un libro da dipingere e dei pennarelli. Una volta arrivata nel mio appartamento avevo disteso tutto sul tavolo della cucina, e a testa bassa avevo iniziato a riempire i motivi floreali e geometrici delle figure.

Ogni tanto guardavo fuori dalla finestra, ma solo per un attimo, poi ritornavo con il capo chino sul libro. Quel lavoro richiedeva concentrazione, perché bensì il mio pennarello avesse la punta molto fine, dovevo stare attenta a non uscire dai bordi e a non lasciare spazi bianchi. Non dovevo nemmeno calcare troppo, altrimenti il foglio assorbiva il colore e si bucava. La mano doveva essere rilassata, così che i tratti risultassero omogenei.

Potevo utilizzare la tinta che più mi piaceva, ma era più forte di me: le foglie le dipingevo di verde, il pistillo di giallo, mentre i fiori rosa o viola. L'azzurro mi ricordava il cielo, quindi lo usavo per gli sfondi, mentre il marrone, l'arancione e il blu erano destinati alle cornici.

Quando sentii Daniel chiudere la porta, mi resi conto che era ormai sera. Entrò in cucina e mi diede un bacio sulla nuca. «Che stai facendo?»

«Colorando.»

Daniel prese un bicchiere, lo mise sotto al rubinetto e lo riempì d'acqua. «Sul serio?»

«Sul serio.» Sollevai il libro e lo allontanai per osservare i disegni da un'altra prospettiva. «Perché, non ti piace?»

«Carino. Ti ho chiamato nel pomeriggio, ma non hai risposto.»

«Ops, forse ho dimenticato di mettere il cellulare sotto carica e si è spento.»

Daniel si voltò e guardò nel lavandino. «E vedo che ti sei dimenticata anche di lavare le tazze della colazione, e scommetto che il letto è ancora da rifare.»

«Sì, hai ragione.»

«E cos'hai fatto tutto il giorno?»

«Te l'ho detto, ho colorato!» Con il dito cominciai a far passare i vari pennarelli, indecisa su quale colore utilizzare: dovevo dipingere Yama, il dio del tempo e della morte. Nella didascalia c'era scritto che nell'arte buddista le divinità venivano raffigurate di azzurro e giallo. Afferrai il pennarello rosso e iniziai a riempire le fiamme che spuntavano dal suo corpo.

Daniel si sedette difronte a me. «Oggi ho sentito tua madre. Mi ha detto se li accompagniamo alle cascate del Niagara.»

Calcai sul foglio e il pennarello scivolò fuori dal bordo. «Cazzo, Daniel, mi hai fatto sbagliare! Ora Yama ha una riga che gli taglia la faccia. Guarda qui, sei contento?» Con il polpastrello iniziai a sfregare sulla linea, ma ormai la carta aveva assorbito il colore.

«Cara, per favore, vuoi ascoltarmi? Sembri impazzita.»

Rimisi il tappo al pennarello, e con i gomiti appoggiati al tavolo, mi massaggiai le tempie. «Dimmi, che c'è.»

«Vogliono sapere se devono prenotare il volo e l'hotel anche per noi. Partiremmo appena tornati da Las Vegas. Paul ha detto che è tutto offerto, di considerarlo un regalo di nozze, anche se in ritardo.»

«Beh, non mi interessa se paga tutto lui, non ci voglio andare.» Mi alzai e aprii il pensile della credenza. «Sto morendo di fame. Non c'è molto per cena, ci mangiamo latte e cereali?»

Sentii Daniel sbuffare. «Se non c'è altro. Però per me solo avena e latte di soia.»

Presi il sacchetto con l'avena e la versai in due tazze. Feci lo stesso con il latte vegetale, ma nella mia aggiunsi lamponi disidratati, gocce di cioccolato e burro d'arachidi.

Scelte ( seguito di Persa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora