5. Abitudini.

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Louis era seduto su una sedia alla caserma dei pompieri, con le braccia incrociate e i piedi poggiati sul tavolo. Si era aspettato che succedesse. Tre ragazzi gli si avvicinarono, ma non alzò lo sguardo quando si fermarono di fronte a lui.


«Che si dice di nuovo, Tomlinson?» gli chiese Fred. Era la prima volta che lo incontrava dalla sera in cui aveva ballato con Harry. 

Louis si appoggiò allo schienale per guardarli in faccia. «Non molto. Stavo pensando di mandare un messaggio al mio amico Harry e chiedergli se vuole che gli porti qualcosa per cena stasera. Lo conoscete vero? Ero al bar con lui l'altra sera. È abbastanza difficile non notarlo, no? Voglio dire, almeno per me lo è.» Già, non era noto per andare tanto per il sottile. Sapeva di cosa gli volessero parlare. Fred era sempre stato uno stronzo omofobo e Liam gli aveva riferito alcune delle cazzate che aveva già detto. Non gli importava cosa pensassero della sua vita. Adesso anche loro sapevano che tipo era lui.

«Ma che cazzo, amico?» esclamò Fred. «Anche tu sei un frocio adesso? Prima Payne e ora tu?» Louis ignorò il suo battito accelerato, si alzò e tenne a bada il bisogno di far incontrare al proprio pugno la faccia di Fred. «Te la farò passare una volta, una volta sola. Non me ne frega un cazzo se perderò il lavoro o no. Dillo un'altra volta e ti prendo a pugni.» Scrollò le spalle. «Tra l'altro, non sai di cosa stai parlando. Scopavo gli uomini da molto prima che lo facesse Liam.» A quella dichiarazione, Fred si scagliò contro di lui. Gus e Rick lo afferrarono per le braccia e lo trattennero, mentre Rick diceva: «Cristo, Louis. Usa un po' di tatto, no?»
«Tatto? Mi avete appena circondato come se foste dei mafiosi, come se fosse affar vostro con chi esco.»

Uscire? Ma non sto davvero uscendo con lui, no? No, se lo avesse chiesto a Harry.
A quel punto Fred si liberò dalla presa. «Stai lontano da me, Tomlinson. Sia tu che Payne. Fottuti finocchi.» E si allontanò furioso.
Gus scrollò le spalle. «Scusa, amico. Sai come diventa a volte,» disse prima di seguire Fred. «Cazzo!» Louis si lasciò cadere sulla sedia, passandosi entrambe le mani tra i capelli. Non avrebbe mai capito la gente, non avrebbe mai capito perché fosse così importante chi amava o verso chi era attratto. 

Aveva visto troppe persone che conosceva passare l'inferno a causa del loro orientamento per lasciarsi tutto dietro le spalle così facilmente.
«Devi capire quanto eravamo sconvolti. Eravamo solo curiosi... è un uomo, cazzo. Sono uscito con te quando stavi con le donne,» disse Rick. «Senza offesa, ma vaffanculo voi e la vostra curiosità. Non siete venuti da me come delle persone curiose. E perché mai dovreste avere il diritto di essere curiosi, poi?»
«Già.» Rick annuì. «Sì, hai ragione. Ho solo un'altra domanda per te.» Diede un colpetto al braccio di Louis, che lui immaginò volesse dire che era tutto a posto.
«Qual è?»
«So che hai detto che ti piacevano gli uomini da prima di Payne, ma devo sapere... devo smettere di bere l'acqua da queste parti o cosa?» Gli fece un sorrisetto.
Louis si alzò di nuovo e scosse la testa. «Se così fosse, faresti un favore a te stesso bevendola.» Fece l'occhiolino a Rick e andò via.


Non ricevettero alcuna chiamata per il resto del turno. Dopo andò in palestra e si allenò per un po'. Ovviamente aveva mentito, e solo per farlo incazzare, quando aveva detto a Fred che stava per chiamare Harry per cena. Non voleva dire che non lo desiderasse ma, conoscendolo, sarebbe probabilmente stato infastidito, considerata l'ultima mattina che avevano passato insieme.
Non si capacitava di come uno potesse essere di cattivo umore dopo una mattinata del genere, ma conoscendo Harry, lo sarebbe stato. O avrebbe pensato di doverlo essere? C'era sempre qualcosa appena sotto la superfice che Louis riusciva a scorgere, una piccola luce nei suoi occhi che gli diceva che voleva di più. Non necessariamente da lui, ma dalla vita. Ma non capiva perché Harry non se lo prendesse.
Ma quella era una bugia e Louis non era tipo da raccontarne. 

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