Stay.

9. Partenze.

«Mamma dice che sei il benvenuto in qualsiasi momento, sai.» Louis lanciò uno sguardo a Harry mentre tornavano a casa. Era stato piuttosto silenzioso dalla sera prima e Louis non era sicuro del perché, ma non vedeva l'ora che smettesse di comportarsi così.

«La tua famiglia è fantastica, è gentile da parte loro.» Louis diede un'occhiata ai sedili posteriori, dove Jessie stava colorando. Dovette mordersi la lingua per non chiedere a Harry cosa diavolo stesse succedendo, ma sapeva che non era giusto farlo di fronte a lei. Il resto del viaggio fu esattamente come la prima parte, con conversazioni sporadiche qui e lì, sempre iniziate da Louis, mentre Harry si faceva difficilmente coinvolgere. Quando svoltarono nel vialetto, Jessie si era addormentata, con la testa di Jock sul grembo.

«Prendo le cose, se vuoi portarla dentro,» disse Louis a bassa voce per non svegliarla. Harry annuì. Qualche minuto dopo, Louis si appoggiò contro lo schienale del divano di Harry, mentre l'uomo portava Jessie nella sua stanza. Jock saltò sul sofà e si sdraiò, come se quello fosse ormai il suo posto.

«Dorme ancora?» chiese Louis quando Harry ritornò nel salotto. «Sì. Ha avuto qualche giornata piena. Sono sicuro che è esausta.» Anche Louis lo era, ma invece di prepararsi per andare a casa, chiese: «Vuoi bere qualcosa? O se vuoi, possiamo tornare a sistemare la stanza di Gemma.»

Sugli occhi di Harry calò un velo di tristezza. «No. Sono abbastanza stanco. Pensavo di andare a riposarmi anch'io.» Quello era un segnale, se Louis ne aveva mai captato uno. Peccato per Harry che avesse intenzione di ignorarlo. «Ehi. Vieni qui.» Per un minuto pensò che Harry avrebbe rifiutato, ma finì per incamminarsi verso di lui. Louis lo prese tra le braccia e poggiò la fronte contro la sua. Era bello sentire Harry lì. Sentiva che era giusto.

«Sei sicuro che sia tutto ok? Sei diventato lo "Scontroso Harry". Pensavo che non l'avremmo più visto.»

Harry non rise come aveva sperato che avrebbe fatto. «Ho solo un sacco di cose per la testa.» «Ehi, non riguarda Gavin, vero? Non devi essere geloso, Harry. Non facevo sul serio con lui. Diamine, non sono mai stato serio con nessuno...»

«Eppure hai lasciato la tua famiglia per trasferirti con lui.» Harry lo aveva interrotto prima che potesse aggiungere "prima". «Perché avresti dovuto fare una cosa del genere per qualcuno di cui non eri innamorato?»

Louis scrollò le spalle. «Perché era la cosa giusta da fare. Non se ne sarebbe andato senza di me e aveva bisogno di andare via. Davvero è per questo? Sì, Gavin e io ci siamo frequentati. Non facevamo sul serio ma ci siamo frequentati ed è un mio caro amico. Non è come...» Te

Perché le parole gli rimanevano incastrate in gola? Harry si tirò indietro. «Sarei un bel pezzo di merda se fossi geloso delle tue relazioni passate. Non è questo...» Scosse la testa. «Sto solo cercando di capire delle cose. Sai come divento. Solo... lasciami solo cercare di capire.»

La rabbia lo travolse, s'infiltrò dentro di lui occupando ogni spazio. Dopo avere passato cinque giorni con lui, dopo che Louis si era innamorato di lui, aveva bisogno di capirci qualcosa? «Cosa devi capire? Stai cercando di capire da quando ci siamo conosciuti. Senti, lo comprendo. So che ti preoccupi per Jessie, ma adoro quella bambina. Sai che non le farei del male. Sento che sto girando a vuoto con te.»

Un giro che pensava fosse finito. Louis lo superò, iniziando a camminare su e giù per la stanza. Harry non l'aveva capito? «Non ti ho chiesto io di farlo, Louis. Sapevi che avevo delle cose di cui occuparmi. Sei tu che hai insistito.»

«'Fanculo, Harry. Ovvio che non mi hai chiesto di fare nulla, perché avrebbe voluto dire che almeno te ne fregava qualcosa. Sappiamo tutti che non riesci a fregartene. Dio non voglia che tu esca da quella bolla in cui ti tieni rinchiuso.» Harry sussultò, come se l'altro gli avesse tirato un pugno e Louis si sentì invaso dal senso di colpa. «Cazzo. Non intendevo dire. Io...»