Gelosia (pt.2)

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Valentino rimase scioccato nel sentire le labbra di Luca sulle sue, le mani strette con forza alla sua camicia, quell’insistente tentativo di approfondire il bacio. Gli sembrava assurdo che un incontro innocente si fosse concluso così, con il corpo di un ragazzo a malapena trentenne premuto contro il suo. Dopo qualche istante si allontanò da quel contatto come se sentisse la bocca bruciargli.
“Luca noi non…” il ragazzo fece un altro passo verso di lui mischiando il verde delle loro iridi, quel dannato sguardo che finalmente Valentino aveva compreso cosa nascondesse “E’ stato così male questo bacio?” alzò un sopracciglio accompagnato da un sorriso istigatore “Se permetti posso darti una dimostrazione migliore” “No” rispose semplicemente Valentino con tono calmo “Io non posso fare questo a Salvo” “Non puoi o non vuoi?” “Non voglio” rispose prontamente. Luca sospirò guardando verso il cielo “Sei troppo buono con un uomo che probabilmente non ti merita, credo che potresti avere di meglio” Valentino scosse la testa accennando un sorriso “Salvo è il mio meglio”.
Luca stava per rispondere quando pochi metri più in là una voce maschile attirò la loro attenzione “Interrompo qualcosa?” domandò Salvo avvicinandosi. “Salvo…” sussurrò Valentino sconvolto e incapace di trovare qualcosa da dire. L’uomo dedicò una rapida occhiata a Luca per poi tornare a guardare il suo compagno “Possiamo parlare?”, appariva stranamente calmo per una persona dal suo temperamento, non sembrava assolutamente intenzionato a fare niente se non a parlare con Valentino. Notando che vicino a loro persisteva la presenza di Luca, Salvo si costrinse a spostare lo sguardo su di lui “Se non l’avessi capito era un invito ad andartene” “Non vedo perché dovrei” rispose prontamente il ragazzo “Posso darti parecchi buoni motivi per farlo” affermò Salvo avvicinandosi di qualche passo “Io stavo parlando con Valentino di una cosa importante” continuò imperterrito e testardo cercando di sostenere lo sguardo di Salvo che lo squadrava in un modo che avrebbe fatto tremare chiunque “E la cosa importante quale sarebbe? Convincerlo che io non sono l’uomo adatto a lui?” si avvicinò ancora di qualche passo “Oppure per parlare intendi baciarlo?” accompagnò l’ultima frase da un secco cenno della testa che lo invitava nuovamente a togliersi di torno, ma quando Luca cercò appoggio in Valentino con lo sguardo Salvo lo afferrò per la maglia attirandolo più vicino a sé. L'ultima cosa che voleva era scatenare una rissa, ma era colmo di rabbia e non poté evitare di strattonarlo in malo modo mentre lo attirava verso il suo corpo. Quello sguardo lanciato a Valentino come se si aspettasse qualcosa da lui gli aveva fatto tremare i muscoli per la rabbia. Sperava che una volta giunto lì quel ragazzo se ne sarebbe andato di corsa onde evitare conseguenze, invece stava lì in piedi a sfidarlo, dopo aver baciato il suo uomo.
Si ritrovò a stringere il cotone di quell’indumento con particolare forza per evitare di sfogare tutto quell’astio in modo decisamente più violento e deprecabile e lo attirò così vicino a sé da poterne sentire il respiro sulla pelle “Rumani vvoi aviri ancùora 'n travagghiu?” sussurrò in dialetto mentre le nocche gli scolorivano attorno al tessuto della maglietta. “Arrispunni” lo sollecitò alzando il tono della voce “S-sì” balbettò Luca venendo meno alla spavalderia che lo aveva accompagnato finora. Salvo allentò leggermente la presa scostandosi un po’ dal suo corpo “Allura vattinni, altrimenti sai chi succedi?” Luca tacque e Salvo ripeté la domanda “U sai? Succedi chi nta cinema nun ci lavori cchiù si u vogghiu iu”. Il ragazzo lanciò un ultimo sguardo a Valentino e nuovamente questa ricerca insistente del suo compagno lo infastidì, come se la sua presenza non bastasse a cacciarlo e Luca reagisse solo ai comandi di Valentino. Lo strattonò ancora più vicino a sé “Vattinni” sussurrò di nuovo cercando di non dar sfogo a tutto il livore che pervadeva ogni fibra del suo corpo. Detto ciò mollò la presa della sua maglietta spingendolo con tale veemenza che Luca scivolò a terra, ma si rialzò rapidamente. Odiava il modo in cui sembrava sfidarlo, mancargli di rispetto, ma al contempo dopo quella minaccia così esplicita, tutta la sua strafottenza sembrava averlo abbandonato e finalmente decise di andarsene e lasciarli soli. 

“Amunì” esordì semplicemente Salvo iniziando a camminare con Valentino a seguito “Possiamo parlare?” “Parliamo in camera” e rimasero in silenzio per qualche minuto fin quando non raggiunsero il loro alloggio. Non appena Valentino sentì il tonfo della porta che si chiudeva iniziò a parlare, sentiva nel cuore di aver troppe cose da dire ma nessun modo per farlo “Mi dispiace che tu abbia dovuto assistere a quel… A quel bacio, ma io l’ho rifiutato, spero tu ci abbia fatto caso” Salvo si sedette sul letto con le mani incrociate di fronte alle labbra e lo sguardo perso sul pavimento “Ho fatto caso che ci hai messo qualche secondo di troppo, ma non importa” “Ero solo sconvolto, non credevo che mi avrebbe baciato!”, si chinò vicino all’uomo costringendolo a guardarlo negli occhi “Lo so che sei arrabbiato, ma ti prego parlami”. Salvo in tutta risposta si alzò iniziando a passeggiare per la stanza evitando il contatto visivo con il compagno “Vedervi è stato…” sospirò in cerca della parola giusta, ma nessuna sembrava essere in grado di spiegare davvero ciò che sentiva; avrebbe voluto dirgli quanto vedere il suo corpo stretto a quello di un altro lo avesse ferito, quanto rabbia e dolore si mischiassero nelle sue vene intrecciandosi, e come avesse sentito il cuore mancare un battito di fronte a quella scena. Lasciò la frase a metà, incompleta e Valentino si alzò riuscendo finalmente a trovare gli occhi scuri del suo compagno, così diversi da quelli di Luca, scuri, intensi, l’unico sguardo in cui per lui valeva la pena perdersi.
“Perdonami se ti ho fatto una cosa così orribile, tu non lo meriti affatto” Salvo accennò un sorriso, sapeva perfettamente che Valentino non gli sarebbe mai stato infedele, era un’anima così pura, lo era sempre stato. “Sono così arrabbiato con quel ragazzino… Quanti anni ha, dodici?!” “Ventisette” Salvo sospirò cercando di calmarsi e la sua espressione in pochi attimi mutò “Sai cosa mi ha fatto impazzire più del bacio? Ciò che ha detto dopo” Valentino inclinò la testa con sguardo indagatorio, probabilmente lui non aveva dato alcun peso a quelle parole, ma Salvo le sentiva riecheggiare nella sua mente dal momento in cui le aveva udite “Ha detto che non ti merito e che potresti avere di meglio” Vale scosse la testa “E’ solo un arrogante, non sa niente di noi” Salvo aveva dipinta sullo sguardo un’espressione così avvilita e sofferente che Valentino sentì un tuffo al cuore “E se avesse ragione?” “Ma cosa stai dicendo?!” “Tu sei una persona meravigliosa, forse non è così strano che un bel ragazzo ci provi con te e dica certe cose”. Valentino gli si avvicinò rapidamente prendendogli il volto tra le mani “Non pensare nemmeno per sbaglio una cosa del genere. Non mi importa quanto giovane e bello possa essere lui, né chiunque altro, non c’è persona a questo mondo che possa competere con te. Tu sei la cosa migliore che potesse capitarmi, tu sei…” sospirò accarezzandogli il volto e osservando i suoi occhi inumiditi dalle lacrime “Tu sei tu” e prima che Salvo avesse tempo di replicare qualsiasi altra cosa lo coinvolse in un bacio così intenso da togliere il fiato, di quelli che riescono a parlare, gridare, meglio di quanto si potrebbe fare a parole. Non immaginava che Salvo avesse così paura di perderlo, che dopo tutti quegli anni trascorsi assieme lui temesse ancora, in cuor suo, di vederselo portare via. L’unica cosa che poteva fare era stringerlo, donargli quel bacio intenso che Luca aveva provato a rubargli, ma di cui non era degno; nessuno lo era.
“Io sono qui” sussurrò sulle sue labbra arrossate Valentino “Stringimi forte” e Salvo non esitò a far aderire i loro corpi nell’incastro perfetto per cui sembravano essere nati.
“Promettimi che chiddu strunzu non ti bacerà di nuovo, altrimenti u haju cafuddari pi fùorza”
Valentino sorrise ancora stretto fra le sue braccia “Non ci sarà bisogno di picchiare nessuno, tranquillo”

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