Inevitabile

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Lo spettacolo era andato benissimo, tutto si era svolto come da programma, anzi forse meglio di quanto Salvo e Valentino potessero immaginare: il pubblico era in visibilio e la loro uscita di scena era stata tra le più soddisfacenti della loro carriera ormai più che decennale.
Si erano abbracciati appena tornati in camerino, avevano saltato, urlato di gioia per poi crollare sul divanetto “Sei contento?” domandò Valentino “Credo di non esserlo mai stato più di così, e tu?” “Anche io”, si erano concessi qualche istante di quiete dentro al camerino, il cuore che esplodeva di felicità e la mente di pensieri.
“Ora ho proprio bisogno di andare in hotel a cambiarmi” disse Valentino alzandosi
“Peccato” rispose Salvo senza neanche pensarci troppo
“Perché?”
“No, per dire. Stai bene vestito così” si alzò anche lui per passare una mano tra i suoi capelli spettinati “Hai un che di ribelle”, Valentino sorrise “Anche tu stai bene, bello e impossibile”
“Così mi chiamavano le femmine a scuola” rispose coinvolgendo il suo amico in una risata.
Appena giunti in hotel Salvo lo convinse ad entrare nella sua stanza per festeggiare “Compa’ ho ordinato due bottiglie di vino e finché non le finiamo non ti faccio nemmeno andare in bagno” Valentino sorrise chiudendosi la porta alle spalle “Due bottiglie di vino all’una di notte? Non ti pare un tantino esagerato?” “Perché Due siamo” “Sento già l’acidità di stomaco sopraggiungere” Salvo alzò gli occhi al cielo afferrando la prima bottiglia “Non hai neanche quarant’anni e mi sembra di parlare con mio nonno, dai vieni qui” e gli passò un bicchiere pieno.
“Dovremmo dire qualcosa” propose Valentino
“Giusto… Allora: allo spettacolo…”
“...Ai nostri successi…” aggiunse l’amico
“...A noi due”
“Sì,a noi due” e finalmente bevvero.
Rimasero a chiacchierare per un bel po’ mentre il vino diminuiva.
“Compa’ ne manca ancora un po’, patti chiari amicizia lunga”
“Lo sai che non reggo l’alcol Salvo, smetti di offrirmelo”
“Che noioso che sei” replicò sorseggiandone ancora un po’
“Che ore sono?”
“Che hai premura? Domani non dobbiamo fare niente, abbiamo l’aereo di sera”
Valentino si sistemò meglio sul divanetto della camera d’hotel, il viso rivolto verso il suo amico che stava controllando con aria indagatrice un messaggio sul cellulare
“Chi è? La finanza?” Salvo sorrise “Ti pare?” “Hai fatto una faccia…” Salvo posò in malo modo il cellulare sul tavolino di fronte a loro “No, era un messaggio di Rossella”, a quelle parole Valentino si raddrizzò dalla posizione scomposta che aveva assunto “Che ti ha detto?” “Niente, mi ricordava che fra tre giorni abbiamo l’appuntamento dall’avvocato divorzista”. Valentino si fece più vicino “Come stai?” “Bene” rispose Salvo con sguardo sincero “Non ho certo l’umore tipico di chi sta affrontando un divorzio”.
Valentino attese un attimo per porre la domanda, da una parte si rendeva conto che l’argomento era molto delicato e l’alcol ingerito gli rendeva complesso articolare un pensiero senza imbrogliarsi da solo “Ma… Sei sicuro di star bene? Lo sai che puoi dirmi tutto”
Salvo gli poggiò una mano sul ginocchio con fare fraterno “Certo che lo so” sospirò “Sì, sono sicuro. Ci siamo lasciati perché il sentimento non è più lo stesso di prima e, anche se non sono più un ragazzino, dall’amore credo di meritare ancora qualcosa di più” Valentino annuì comprensivo rendendosi conto che l’amico aveva bisogno di parlare di questa separazione. Non ne avevano parlato in modo approfondito prima, Salvo era preso dallo spettacolo, aveva deciso di buttarsi a capofitto nel lavoro e Valentino lo aveva assecondato, sapeva che gli avrebbe confidato ogni cosa quando se la fosse sentita e il momento era arrivato.
“Io e Rossella ci siamo amati tanto in questi anni e proprio per questo non potevo permettere che finissimo come quelle coppie ancora sposate che a malapena si sopportano. Non ce lo meritiamo, ti pare?”
“Hai ragione” commentò Valentino, lui che non si era mai sposato, ma di che relazioni ne aveva vissute abbastanza da sapere quanto possa essere fragile l’amore
“Un giorno lei sarebbe andata a lavoro, sul treno, al supermercato e avrebbe trovato un uomo e io in quel momento sarei diventato un peso: ciò che le impediva di vivere le possibilità che ci sono là fuori. E lo stesso vale per me.”
“L’hai lasciata anche per questo? Perché speri di trovare l’amore di nuovo”
Salvo sorrise “Questo l’ho imparato da te” Valentino alzò un sopracciglio con aria indagatrice “Mi hai insegnato che non bisogna mai accontentarsi, specie in amore” “Ci credo” sospirò Valentino “Non conosco qualcuno che abbia avuto così tante storie sfortunate” “Perché non ti accontenti, Vale, perché non scendi a compromessi, perché quando ami lo fai intensamente e senza compromessi” “Forse è così” rispose Valentino sorridendo “Mi piace questa visione che hai di me e delle mie disdette amorose”, Salvo si portò alla bocca il bicchiere di vino bevendone un paio di sorsi “E’ la visione che anche tu dovresti avere di te stesso: sei molto più di quanto credi” “Anche tu lo sei, Salvo” rispose facendosi più vicino e poggiando una mano sulla sua spalla. Rimasero fermi in quella posizione per un po’, l’uno con gli occhi immersi in quelli dell’altro.
“Sai quando mi sono reso conto che non potevo più continuare a stare con Rosella? Quando ho capito che non riuscivo più a fare compromessi per lei, quando le sue richieste non erano più una mia priorità”
“Anche questo l’hai capito osservando la mia disastrosa vita sentimentale?”
Salvo sorrise “In effetti sì, sei davvero illuminante” scoppiarono a ridere entrambi.
“Sai cosa mi fa ridere?” domandò Salvo tirando giù un altro bicchiere di vino
“Diverse cose in realtà” rispose Valentino ironico
“Sei tu l’unica persona per cui faccio compromessi”
“Non direi” rispose Valentino ridendo “Non me ne dai mai una vinta”
“Perché ho sempre ragione io, ma…” esitò un attimo con quel pensiero ancora in testa “Ma tu sei l’unica persona per cui sono disposta a farne”
Valentino appoggiò la testa sulla sua spalla “Anche io” sussurrò “E…” si zittì immediatamente, ma Salvo lo invitò a proseguire “No è che mi ricordo una frase di Sara” “Sara la tua ex bionda?” “Lei” “E che ti disse” “Proprio questo: che io nella mia vita ero disposto a fare compromessi e a sforzarmi davvero solo per te”. Sentì il braccio di Salvo stringerlo di più a sé “Allora ti devo delle scuse per aver fatto fallire la tua storia con Sara”.
“La colpa è davvero tua: sei un uomo troppo impegnativo” rispose Valentino alzando lo sguardo verso di lui. Vicini, abbracciati, complici. “Quando mi hai conosciuto ti avevo avvertito che starmi accanto non era facile” “Non mi avevi detto che arrivi sempre tardi” rispose Valentino sussurrando, come se quel momento necessitasse di un rispetto e di una riservatezza particolari “Ah no?” “E nemmeno che lasci sempre la tua roba in giro” “Altro?” rispose Salvo ancora più vicino “Che rubi gli accappatoi” Salvo sorrise “Altre rimostranze?” “Che… Che starti accanto diventa inevitabile”. Le dita di Salvo si strinsero istintivamente attorno al braccio di Vale “Lo è anche per me, sei davvero l’unica persona da cui non riesco a separarmi”. Senza nemmeno pensare Salvo lo strinse a sé e lo coinvolse in un bacio, di quelli lenti, delicati in cui bisogna quasi chiedere il permesso, di quei baci che tolgono il fiato, carichi di attesa, di aspettativa, di desiderio, di complicità. Valentino non si lasciò cogliere da nessun dubbio, per sua natura avrebbe dovuto interrogarsi sulla natura e la motivazione di quel bacio, ma decise di non farlo e di godersi le sensazioni che la bocca di Salvo suscitava nel suo cuore, le sue mani sul suo viso come a non lasciarlo andare mai più.
Si staccarono col fiato corto, le labbra arrossate e gli occhi lucidi, senza riuscire a dirsi niente. Forse le parole erano di troppo.

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