“Salvo, non sto vedendo ciò che sto vedendo” esordì Valentino entrando in camera
“Temo di sì… Scusami” rispose l’altro piegando il labbro inferiore nel tentativo di suscitare un po’ di tenerezza “Stai fumando in casa! Anzi in camera!”
“Hai ragione” alzò le mani in segno di resa
“Abbiamo un terrazzo”
“Ma fuori diluvia, non hai visto che temporale c’è?”
“Ti ricordo che il terrazzo è coperto, nel caso non te ne fossi accorto”
“Ma c’è vento, è freddo. Abbi un po’ di compassione” replicò mostrando nuovamente il labbro inferiore
“Salvo, non solo stai fumando in camera da letto, ma stai fumando nel letto” rimarcando la parola “nel” con tono secco “Ma ho portato il posacenere!” “E ci mancherebbe altro, volevi lasciare la cenere sul pavimento?”
“Dai, vieni qua con me ad ascoltare i tuoni e farci le coccole?”
“Cerchi di placarmi così?”
“Ci sto riuscendo?”
“No”
“Peccato”
Aspirò qualche boccata di fumo mentre Valentino si spogliava, sorrise perché a volte si dimenticava di quanto fossero preziosi questi momenti di intimità in cui potevano essere loro stessi, comportarsi da coppia, bisticciare, senza dover sempre tenere una maschera.
Fingere di non amarsi a volte era devastante.
Valentino si infilò il pigiama privando di quella vista che stava tanto interessando Salvo, nonostante gli anni lo trovava ancora attraente come dopo il loro primo bacio, anzi forse anche di più.
“Ma questa sigaretta è eterna?” domandò Valentino guardandolo in malo modo
“L’ho appena accesa, dammi un attimo” tacque un istante per poi riprendere, dopotutto se non poteva suscitare in lui tenerezza, poteva pur sempre provocarlo “D’altronde so che ti piace vedermi fumare” “Ah sì?” domandò Valentino incrociando le braccia “Certo” rispose con sicurezza “Veramente le sigarette lasciando un cattivo odore e poi ti fanno male” “Tutto corretto, ciò non toglie che mi trovi sexy quando fumo” Valentino sorrise scuotendo la testa “E questa da dove ti esce?” “Me l’hai detto tu, ragazzo” rispose aspirando lentamente, quasi per farsi guardare “E quando te l’avrei detto?” “Mesi fa, a Capodanno” “Non mi ricordo” rispose piccato “Mi ricordo io, tu con tutto ciò che avevi bevuto non avresti ricordato neanche la via di casa”, si beccò un pugno sul braccio “Okay, è meritato” rispose Salvo ridendo.
Effettivamente Valentino lo trovava sensuale quano fumava, gli piaceva osservare il modo in cui il fumo usciva dalla sua bocca, quando le dita giocherellavano con la sigaretta, ma se glielo avesse detto avrebbe dovuto sopportare l’odore in giro per tutta la casa e questo non era tollerabile per lui.
Valentino riprese a scrutarlo “Davvero ti ho detto una cosa simile?” “Davvero” rispose Salvo con tono calmo “Mi vuoi dire che non è vero?”, Valentino sbuffò “Se anche fosse vero non trovo di certo sexy che fumi in camera da letto” “Ah no?” domandò Salvo facendosi più vicino e sputando il fumo in faccia a Valentino, ottenendo la sua prevedibile reazione piccata “Puoi evitare?” “No, è divertente, specie se so che lo trovi sensuale”. Improvvisamente Valentino gli rubò la sigaretta di bocca e ne aspirò un po’ imitando il gesto compiuto da Salvo poco prima per poi restituirgliela “Pensi ancora che sia sexy ricevere un’alitata di fumo in faccia?” domandò con un sopracciglio alzato, Salvo era rimasto attonito dalla scena “Picone, ma da quando sai fumare?” “Mica ci vuole una laurea" Salvo era sconcertato al limite dell’inverosimile “Minchia, sì che sei sexy quando mi fumi in faccia” a Valentino scappò una risata “Non lo rifaccio, fa veramente schifo quella roba”
Salvo spense la sigaretta nel posacenere e si avvicinò al suo compagno “Quante cose di te che ancora non conosco dopo trent’anni” disse accarezzandogli una guancia “Tipo quale?” “Che hai un passato da fumatore” “Ma quale passato, qualche sigaretta da ragazzo, figurati”
Salvo sorrise provocatoriamente “Non ti facevo così ribelle. Se mi dici che te le compravi da minorenne rischio di eccitarmi davvero” Valentino scoppiò a ridere “Sei proprio impossibile” “Quindi?” domandò interessato “Sì, la mia prima sigaretta l'ho fumata da minorenne”, Salvo si fece ancora più vicino “E che altri reati ha commesso il nostro avvocato?” Valentino rise di nuovo “Mmmm” iniziò a riflettere con aria ironica “Mi è capitato di non pagare il parcheggio” “Wow” commentò Salvo sorridendo e depositandogli un casto bacio sulle labbra “E che altro?” “Ne ho fatte così tante che ora proprio mi sfuggono” rispose Vale già perso nei suoi occhi “Picone ribelle” sussurrò Salvo sulle sue labbra “Che direbbe la gente?” Valentino gli passò un dito sulle labbra, amava così tanto farlo “Probabilmente rimarebbe più sconcertata dal fatto che Ficarra è sopra di me, nella nostra camera da letto” “No” rispose Salvo posizionandosi per bene sul suo corpo “La storia di te che non paghi il parcheggio ti assicuro che è ancora più trasgressiva… Il fatto che tu sappia fumare poi…” si tolse la maglia “... Questa è roba che scotta” si chinò sul suo viso “Ora voglio proprio baciarti” “Per sentire il sapore del fumo?” “Il sapore della trasgressione” rispose prima di coinvolgerlo in un appassionante ed intenso bacio. Valentino lo strinse immediatamente a sé facendo aderire i loro corpi, le sue mani che vagavano sulla schiena di Salvo mentre il suo compagno gli teneva il viso.
“Sì, sai proprio di trasgressione” sussurrò Salvo col respiro affannoso per il lungo bacio “Starei così per sempre” proseguì riempiendolo di piccoli baci sulle guance e sul collo “Io avrei un’idea migliore” propose Valentino sorridendo mentre con fare sinuoso faceva scendere la sua mano dentro i boxer di Salvo, appena lo sentì gemere sorrise nuovamente “Penso che possiamo fare qualcosa di meglio di limonare” aggiunse Valentino muovendo la mano, Salvo aveva poggiato la fronte sulla sua spalla godendosi quelle lente ma esperte carezze “V-Vale” “Mh?” “Sei proprio un ragazzaccio” rispose sollevando il volto per guardarlo bene “E posso essere anche peggio” replicò muovendo più velocemente la mano facendo sussultare Salvo “Sentiti libero di fare rumore” lo rassicurò Valentino mordendogli il lobo. Valentino aveva lo straordinario potere di essere seducente con le parole, Salvo aveva perso il conto di tutte quelle volte in cui durante il sesso Vale aveva detto determinate cose talmente studiate da mandarlo in estasi. Uno capace di scopare anche con le parole non l’aveva mai trovato e ne era terribilmente estasiato. Ad un tratto Valentino interruppe quelle divine carezze lasciando Salvo con uno sguardo interrogativo e le guance arrossate “Mi piace da morire vederti impazzire per me” gli sussurrò Vale baciandogli una guancia delicatamente, ogni suo gesto era così dannatamente elegante, anche se nei film interpretava il personaggio più goffo dei due, ma la gente non poteva di certo immaginarselo a letto, quello era un privilegio solo suo. Con un colpo di reni Valentino invertì le posizioni ritrovandosi sopra il suo compagno, si tolse la maglia del pigiama lanciandola lontano, Salvo incantato gli accarezzava le gambe, il petto, le braccia, totalmente perso. “Togliti tutto” ordinò Valentino, Salvo alzò un sopracciglio “Allora sei veramente un ragazzaccio” disse mentre si spogliava del tutto “Non sai quanto” rispose il compagno aiutandolo.
Adesso aveva di fronte Salvo, nudo, alla sua mercé, lui lo sfidava con lo sguardo “E ora, criminale? Che vuoi farmi?” Valentino istintivamente si morse il labbro, era totalmente affascinato da quell’uomo. “Ho in mente una cosa” disse posizionandosi meglio sul suo corpo a cavalcioni “Cosa?” “Stasera ti scopo io” a quelle parole Salvo sentì un’ondata di calore inondargli il petto, non fece in tempo a processare quel pensiero che Valentino aveva già iniziato a muoversi sopra di lui con iniziale delicatezza. Reclinò la testa indietro sul cuscino mentre con le mani arpionava i fianchi di Valentino guidandolo dentro di sé con movimenti più rapidi: ne voleva di più.
“No, non così” disse Valentino prendendogli le mani e levandole dal suo corpo “Ho detto che avrei fatto io” Salvo acconsentì e lasciò le mani sul letto, con sua grande fatica visto quanto amava toccare il suo uomo. Di rado avevano fatto l’amore in questo modo, solitamente Valentino chiedeva di essere toccato, Salvo lo stringeva sempre a sé, si baciavano, mordevano, graffiavano. Stavolta invece Valentino aveva tutto il controllo, le mani di Salvo non guidavano i suoi movimenti, non gli lasciavano segni sulla pelle, niente. “V-Vale fatti toccare” l’altro scosse la testa con un sorriso mentre continuava a muoversi sul suo corpo “Che stronzo” sussurrò a denti stretti Salvo stringendo le lenzuola tra le dita. Dopo qualche minuto anche la buona volontà di Valentino venne meno e fu proprio lui a chinarsi per ricevere un bacio, Salvo si tirò su, quasi seduto, per accontentarlo e finalmente lo strinse facendo navigare le sue mani lungo tutta la schiena di Valentino mentre il suo compagno faceva la stessa cosa e gli stringeva i capelli.
Fare l'amore in quel modo così sfrontato e seducente era sempre un'esperienza inebriante, specie quando a prendere il comando era Valentino; così docile e delicato nella vita privata ma così capace di lasciarsi andare quando si trovava solo con Salvo.
“Tu mi farai impazzire” gli soffiò sul collo mentre Vale ancora si muoveva sempre più veloce ed intenso “L’ob-biettivo è quello d-da trent’anni” rispose Valentino sempre più vicino al limite mentre i suoi affondi venivano accompagnati dalle spinte selvagge di Salvo.
Salvo iniziò a mordergli il collo aumentando i gemiti di Valentino “Tu n-non mi basti mai” sussurrò Salvo proseguendo con piccoli morsi e spinte sempre più intense fin quando entrambi non crollarono esausti sul letto con il fiatone.Salvo si passò una mano sulla fronte umida “Vuoi avermi sulla coscienza, compa’?” domandò mentre alcuni rivoli di sudore gli percorrevano la pelle scura “No, non potrei mai” rispose Valentino accoccolandosi vicino a lui. Rimasero qualche attimo in silenzio in attesa che i loro respiri tornassero regolari.
“Ogni volta che fumerò in camera riceverò questo trattamento?” domandò Salvo ridendo
“No, stasera sei stato fortunato. La prossima volta ti chiudo in terrazzo”
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Trent'anni insieme
Lãng mạnRaccolta di one shot su una coppia improbabile ma che amo da prima di scoprire cosa volesse dire "shippare"