Fuori era ancora buio, quando il cerca persone di Sofia, cominciò a squillare ininterrottamente segnalando un codice rosso. Nonostante la stanchezza, come se le fosse appena scattata una molla dentro, Sofia si alzò di scatto e raccattò il suo camice prima di precipitarsi in corridoio.
Corse tra i corridoi dell'ospedale, fermandosi solo per un attimo per prendere un caffè, l'ennesimo di una giornata senza fine. Successivamente, si dedicò a raccogliere le informazioni sul paziente in arrivo.
Ciro Ricci, un giovane di venticinque anni, era stato colpito quattro volte all'addome da colpi d'arma da fuoco. La situazione sembrava disperata; era chiaramente una vera e propria esecuzione.
Napoli vedeva troppo spesso giovani arrivare in ospedale in condizioni simili, molti dei quali con scarse probabilità di sopravvivenza. La camorra non faceva sconti, e i chirurghi erano costantemente in prima linea, lottando contro il tempo per cercare di salvare vite.
Avvicinandosi al tavolo operatorio, Sofia notò che gli occhi del giovane erano spalancati e vigili, un dettaglio che la colpì profondamente. Gli occhi scuri del ragazzo le bruciavano addosso, rendendole impossibile concentrarsi sul suo lavoro.
Sofia ordinò all'anestesista di aumentare le dosi, ma il dottore rimase stranamente immobile.
«Uè, ma mi stai ascoltando?» sbraita, ottenendo solo un debole mormorio come risposta.
Alfredo, uno dei suoi specializzandi, si avvicinò con un'espressione preoccupata e le svelò la cruda realtà: «Non possiamo sedarlo completamente.»
Solo in quel momento Sofia comprese la gravità della situazione.
Ciro Ricci non era solo un giovane coinvolto nella camorra; lui ERA la camorra.
Alberto, il primario, tentò di confortare il ragazzo, ma vide la paura nei suoi occhi quando sollevò la mascherina sul naso.
Sofia da ordine di accendere la musica, era cosi che riusciva a concentrarsi, ma Alberto la bloccò. «Se lui muore, siamo tutti perduti,» mormorò al suo orecchio, e le sue parole risuonarono pesantemente nell'aria, sottolineando l'importanza critica del momento.
«Non morirà, non sotto le mie mani. Ora fatevi da parte.» Sofia allontanò il primario con un gesto secco del braccio. Se al suo posto ci fosse stato un altro chirurgo avrebbe pagato quel gesto con il licenziamento, ma lei non era solo un chirurgo, no. Sofia è una vera e propria dea della chirurgia, la migliore.
«Ascoltami bene guagliò: con me sei al sicuro, nessuno qui oserà farti del male. Ma se ti ostini a voler rimanere sveglio il tuo cuore potrebbe non farcela.» sussurrò Sofia all'orecchio del giovane Ricci. Il ragazzo l'afferrò per il camice e la tirò verso il suo viso. «Voi promettete che farete tutto ciò che è in vostro potere.» biascicò il ragazzo dolorante.
«Te lo prometto.» Sofia gli accarezzò i ricci scuri. Il ragazzo annuì abbandonandosi completamente a lei. Sofia fece un lieve cenno col capo all'anestesista che aumentò la dose, poi mentre Antonio Vivaldi con l'estate risuonava nell'aria, ordinò: «Bisturi.»
Cinque ore dopo l'intervento, le gambe di Sofia cedettero sotto il peso della stanchezza e si lasciò cadere sulla poltrona accanto al letto del giovane Ricci.
L'operazione era stata complicata e intensa, ma per fortuna il giovane sembrava fuori pericolo. In situazioni del genere, dove l'intera struttura dell'ospedale poteva essere a rischio, Sofia preferiva non seguire solo i protocolli standard della sua professione: si prendeva cura personalmente dei pazienti, indipendentemente dall'ora o dalla fatica. Era fatta così.
Sofia Greco, nata a Napoli ma cresciuta in America, aveva fatto ritorno in questa città caotica e violenta solo sei mesi prima.
A seguito della morte della madre, aveva trovato un diario che la portava indietro alle sue radici, esortandola a cercare la storia della sua famiglia. Il congedo militare le aveva dato l'opportunità di trasferirsi: l'America non aveva più avuto lo stesso significato senza sua madre, e Sofia aveva sentito il bisogno di un cambiamento radicale, nella speranza di ricostruire una vita segnata da un passato tumultuoso.
«Dottorè, vulit na sigaretta?» Un uomo pelato, dall'accento affascinante si avvicinò a lei con cautela, distraendola dai pensieri sul suo passato. Sofia aveva timore di allontanarsi, se avevano provato ad ammazzare quel ragazzo, ci avrebbero provato ancora, e stranamente lei non voleva che accadesse.
Nonostante la titubanza iniziale, Sofia accettò. Aveva bisogno di rilassarsi, anche solo per cinque minuti.
«Non lo avrei mai creduto, ma siete stata brava. Mio figlio è al sicuro nelle vostre mani.» L'uomo che si rivelò essere il padre del giovane Ricci, le passò il suo accendino placcato in oro. «Vostro figlio qua dentro non è al sicuro. Chiunque sia stato, ci riproverà.» Ribatté con freddezza, celando uno strano senso di protezione per quel giovane ragazzo dagli occhi scuri.
Non le piaceva il modo volgare con cui il signor Ricci la stava guardando, si sentiva quasi nuda al cospetto di quell'uomo arrogante e senza garbo, quindi spense la sigaretta e rientrò senza dare altre spiegazioni.
Controllava i valori del giovane Ricci, ogni dieci minuti. Non si era ancora svegliato ma sembrava stabile quindi decise di rilassarsi sulla poltrona e prendere il libretto di poesie dalla tasca della divisa. La copertina azzurra ormai logora, le pagine ingiallite dal tempo, l'odore di carta misto a quello di sua madre, la catapultarono in un mondo tutto suo e non si accorse che il tempo passava facendo di nuovo buio.
«Si tu sapisse 'o male ca m' 'e fatto, nun t' abbastasse a chiagnere, nu mare! Ma mo' chill' uocchie tuoi lucente e care nun songo niente, niente cchiù, pe me! E chisto core, abbandunato e tristo, chino d'affanne e di ricuorde amare, porta na croce comm' a Giesù Cristo e saglie nu Calvario, appriesso a te. Saglie. 'A muntagna nun fernesce mai pecchè mai fernarrà chisto delore! Quanno veniste, s' arapette 'o core nnanza all' ammore che lle dive tu... »
«Ma quanno me lassaste e te ne jiste senza 'o cunzuolo manco 'e na parola, st' anema sperta, abbandunata e sola, manco 'a speranza 'a sustenette cchiù!» Una voce roca finì i versi della poesia, che non si era nemmeno accorta di recitare ad alta voce.
Sofia si alzò di scatto raggiungendo il suo paziente, che aveva gli occhi aperti, vigili, che la fissavano insistentemente
«Come vi sentite?» Chiese acquattandosi sul fondo del letto.
«Comm uno c'arricivut quattro proiettili n'cuorpo.» Tossì leggermente il giovane Ricci.
«Eppur nat' pers'o genio e pazzià» bisbigliò lei, controllando la reattività delle sue pupille.
«Volete un po' d'acqua?» chiese.
Lui annuì debolmente.
Sofia si allungo sul comodino per versare l'acqua in un bicchiere, poi senza tanto sforzo infilò un braccio sotto il collo del ragazzo e lo tirò su quel poco che gli permettesse di bere. Il giovane Ricci con sorpresa di Sofia si allungò sfiorandole il collo con la punta del naso, ansimandole contro. Sofia si sentì avvampare per la vergogna. Nessun uomo l'aveva mai sfiorata con quell'ardore. «Avete un profumo che farebbe risuscitare anche un morto.» blaterò il giovane Ricci, prima di accasciarsi sul letto. «Voglij parlà ca dottoress' che mi ha operato» aggiunse subito dopo, socchiudendo gli occhi.
«Sono qui davanti a voi» ammise lei, ancora accaldata.
«Vuij sit na piccrella, non attribuitevi meriti che non vi spettano.» Si beffò di lei, liquidandola con la mano.
Sofia si indispettì e senza esitare premette due dita sulla ferita fresca del giovane Ricci. «Sarò pure 'na piccrella come dite voi. Ma vi assicurò che sono il chirurgo più in gamba di questo ospedale.»
«Uaa, e quant'anni tinit?» Rispose il giovane, con una smorfia di dolore velata.
«Vostro padre non vi ha insegnato che non si chiede l'età ad una signora? Eppure mi era sembrato un galantuomo.» Ammise Sofia, con ovvia falsità.
«Cherè? Vi piace mio padre, dottorè?» il giovane Ricci si leccò le labbra con fare ammiccante.
«È un tipo affascinante» Sofia stette al gioco, giusto per rendere la situazione meno imbarazzante.
«Mio padre è grande pe vuij. Siete un chirurgo e pur brav assaije ma rimanete na pccrella.» Rise, solo per il gusto di prenderla in giro.
A Sofia stranamente piacque questo suo sarcasmo.
«Riposate, l'operazione è stata lunga.» Disse con premura, avvicinandosi a lui per rimboccargli le coperte.
«Voi rimanete qua, dottorè?» Chiese.
«Non riuscirei a dormire senza il rumore dei monitor» Sofia fece spallucce, sedendosi sulla poltrona al bordo del letto e rannicchiandosi su se stessa. Prima di chiudere gli occhi definitivamente, guardò il giovane Ricci un'ultima volta: i ricci scombinati, il taglio sul sopracciglio, un lieve accenno di barba, l'aspetto da selvaggio, e quel sorrisetto malefico. Era cosi bello, da sembrare dipinto.
Cadde tra le braccia di Morfeo senza rendersi nemmeno conto dei pensieri formulati della sua mente.
«Dottorè? Dottorè, svegliatevi!» Il giovane Ricci stava in piedi di fronte a lei, gli occhi sbarrati e inquieti. Nonostante fosse passata solo una settimana dall'intervento, Sofia aveva ripetuto più volte al giovane l'importanza del riposo. Tuttavia, sembrava che le sue raccomandazioni cadessero nel vuoto.
«Che succede?» Sofia sbatté le palpebre, cercando di scacciare la confusione del sonno.
«Venite con me!» le afferrò il braccio con forza, costringendola a alzarsi. La trascinò verso il bagno e socchiuse la porta dietro di loro.
Dal fondo del corridoio, Sofia sentì il rumore di passi avvicinarsi. Poi, con sorpresa e terrore, vide due individui entrare nella stanza e dirigere i loro sguardi verso il letto. Spararono, più di dieci colpi.
Sofia sussultò, ma il giovane Ricci le tappò prontamente la bocca con una mano, mentre con l'altra la stringeva a sé. Sentì una scarica elettrica attraversarle la schiena al contatto con il suo petto.
«Non fiatate» le sussurrò, il suo respiro caldo le accarezzò il collo. E Sofia si sentì accaldata, sopraffatta dal bruciore che provava alla bocca dello stomaco.
Con destrezza e rapidità, il ragazzo si liberò del camice e si infilò una tuta nera, presa da un borsone che aveva con sé. «Amma fuij!»
Con occhi intensi e determinati, il giovane Ricci le afferrò la mano e la trascinò con sé. Sofia lo seguì, nonostante la confusione e la paura che l'assalivano, guidata solo dall'istinto e da una sensazione viscerale che le diceva di fidarsi di lui.
Non sapeva dove stavano andando né da cosa stavano scappando, ma in quel momento, Sofia avvertì che la sua vita stava per prendere una svolta irreversibile, segnando l'inizio di una pericolosa "amicizia".
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LA DOTTORESSA DI CIRO RICCI.
Novela JuvenilOriginaria di New York, Sofia Elenoire Greco, una dottoressa talentuosa e appariscente, si ritrova catapultata in una realtà spregiudicata e caotica quando atterra a Napoli. Qui, incontra Ciro Ricci, il criminale più affascinante e pericoloso della...