Ridicolo, semplicemente ridicolo. Non era andato a Sanremo per farsi distrarre o per rischiare di finire sulla bocca di tutti per un qualcosa che non poteva avere un seguito. Alessandro era stato un folle ad aver mandato lì quel biglietto perché chiunque avrebbe potuto leggerlo e fare due più due. Era lì per presentare e per cantare, voleva solo divertirsi e dare il massimo, senza distrazioni.
Non poteva continuare, se lo erano detti prima di lasciarsi e avevano mantenuto questa tacita promessa fino ad allora. Entrambi sembravano d'accordo, ma a quanto pare Alessandro aveva cambiato idea. Era inutile negare che ci fosse ancora un residuo di passione e desiderio, ma sarebbe passato anche quello, bastava solo stare il meno possibile insieme.
Prese il biglietto e lo strappò, chiamò il servizio in camera e fece riportare tutto indietro dicendo che sarebbe uscito per mangiare fuori. Era combattuto se farlo sul serio perché necessitava davvero di staccare la mente e pensare a lui il meno possibile. Solo in quel modo avrebbe funzionato: doveva mostrarsi freddo per farlo smettere e interrompere il tutto una volta per tutte. Ma era davvero quello che voleva? "Basta", disse all'improvviso, quando si rese conto che ancora una volta stava pensando a lui. Doveva uscire, doveva prendere aria, doveva lasciare quei pensieri nella stanza e scappare via anche solo per una sera. Chiamò i membri del suo team e uscì a cena insieme a loro.
Quella sera si divertì e non pensò più a nulla finché non fu il momento di rientrare.
Non appena varcata la soglia, la testa cominciò a scoppiare: eccoli lì i pensieri, li aveva abbandonati lì qualche ora prima e ora stavano ritornando tutti con prepotenza.
Non chiuse occhio. Lo sguardo fisso sul soffitto, sospiri sempre più grandi e quella maledetta luna che illuminava tutta la stanza e che non lo lasciava dormire.Il mattino dopo si alzò con gli occhi gonfi e le occhiaie marcate: aveva dormito giusto un paio d'ore. Scese a fare colazione, fece delle interviste e poi andò a visitare la città insieme a qualche suo collega.
Quella sera ci sarebbe stata una festa, così gli avevano detto, e lui ci sarebbe andato perché doveva assolutamente occupare tutte quelle 24 ore che lo separavano dalla prima grande serata del festival.La sera arrivò e appena fu pronto scese per raggiungere il suo gruppo. Non appena uscito dall'hotel, fu travolto dalla folla e si fermò per fare delle foto e firmare degli autografi. Amava i suoi fan perché lui era Mengoni grazie a chi lo aveva capito e continuava a sostenerlo da tanti anni ormai. Dopo qualche minuto dovette scappare, salì in auto e dopo circa dieci minuti arrivò al locale. "I cantanti non ci saranno, le loro prove inizieranno prestissimo", pensava fiducioso.
Iniziò a ballare e a scatenarsi come non accadeva da tempo, bevve e improvvisò mosse che sorpresero anche lui. Dopo poco si ritrovò accanto ad Annalisa e a Rose e iniziò a ballare con loro, sorpreso di trovarle lì. Non ci voleva pensare e si lasciò andare ancora di più.Dall'altra parte della stanza si sentivano risate e un ragazzo con una tuta dorata, girato di spalle, stava ballando come un matto e tutti i suoi amici lo stavano filmando mentre ridevano.
"Bel fisico però", urlò ammirando la schiena del ragazzo, ma era troppo lontano per farsi sentire.
I capelli ricci e scuri, quei fianchi che si muovevano così sinuosamente, quella tuta ridicola che rifletteva la luce della discoteca..."una ridicola tuta gold" pensò ridendo. All'improvviso realizzò: era lui, era ovviamente lui. E in quel preciso istante Alessandro si voltò, continuando a ballare, a fare smorfie e a fissarlo dritto negli occhi divertito.
"Per fortuna non ho risposto a quel biglietto, non gli importa nulla e va benissimo così", pensò Marco. Alessandro nel frattempo ballava scatenato senza smettere di fissarlo, tirò fuori la lingua e poi si leccò le labbra e alla fine si voltò per non girarsi più verso di lui.
Marco rimase con il cuore in gola, deglutì a fatica e iniziò a sudare. Lo vide spostarsi per ballare con due ragazzi più grandi di lui, mezzi nudi e con le mani che toccavano parti che avrebbe voluto toccare solo lui.
Ci stava cascando di nuovo. Tornò il mal di testa e con esso anche un forte senso di nausea. Non era possibile tutto questo, non poteva fargli ancora questo effetto.
Uscì dal locale di corsa, come se gli mancasse l'aria. Respirò a fatica e poi decise di tornare in hotel a piedi.
Fuori aveva iniziato a piovere e quella che sembrava una semplice pioggerellina ben presto divenne diluvio.
"Se mi ammalo stasera, gliela faccio pagare". Camminò velocemente lungo la strada deserta. Per fortuna la pioggia aveva mandato via la folla che aspettava da giorni sotto l'hotel.
Pian piano iniziava a respirare normalmente, finché una macchina non gli sfrecciò accanto facendolo sobbalzare. "Che spavento, cazzo! Coglione di merda!".
Arrivò stremato. L'alcol stava facendo effetto, anche se aveva bevuto poco. "La conferenza stampa domani...in che condizioni sarò, oddio!".
All'improvviso il mal di testa divenne così forte che non riuscì più a capire nulla. Fece le scale per cercare di smaltire l'adrenalina che aveva in corpo, ma quando arrivò al terzo piano si fermò.
Era zuppo, fradicio, aveva bisogno di un bagno caldo e di un tè. Ma quello era il suo corridoio. Camminò scorrendo tra le porte bianche finché lesse "Mahmood" su una porta. Si fermò lì davanti. Odiava quella porta, odiava quel nome, odiava lui e se stesso con tutta la forza che aveva. Ma all'improvviso il mal di testa sembrava essere passato: era rimasto lui, lì, con il suo giubbotto di pelle bagnato a fissare quella porta bianca.
"Per raggiungerti dovrò lasciarti andare".
Sentiva forze dentro di sè che lo bloccavano prepotentemente, ma nessuna di esse bastò per fermare la sua mano: bussò forte, tanto lui non era lì.
Lui era felice a ballare con chissà chi, senza alcun pensiero e di sicuro non per lui.
"Che scemo, cosa ci faccio qui?" disse a bassa voce.
Subito dopo, la porta si spalancò.Ascolta la playlist Menghood su Spotify💚❤️:
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L'imperatore romano e il re d'Egitto
FanfictionFF su Marco Mengoni e Alessandro Mahmood Il passato aveva lasciato il segno, avevano provato a dimenticarsi, ma è bastato solo uno sguardo per ricadere nella trappola d'amore. Questa è la playlist della colonna sonora di questa storia❤️ "Menghood...