Milano era caotica, come sempre. Aveva fatto la scelta giusta? No: se ne era pentito subito. Lo guardava in TV, ma non vedeva l'uomo forte che voleva far credere di essere. Vedeva Alessandro, vedeva l'uomo che amava. L'orgoglio di entrambi li aveva traditi, li aveva spinti a fare scelte sbagliate che avevano ferito entrambi, in momenti diversi. "Il momento giusto con la persona sbagliata, la persona giusta al momento sbagliato" pensò che era andata proprio così.
L'orgoglio, maledetto orgoglio.
Prese il cellulare e fece un paio di chiamate.
La mattina dopo sarebbe ripartito, giusto in tempo per la finale. "Se vince voglio festeggiare insieme a lui, se perde voglio esserci per lui".
Rinviò tutti gli impegni e partì. Aveva portato con sè il suo abito migliore e aveva fatto di tutto per ottenere un posto tra le prime file, cosa che sembrava impossibile, ma avere degli amicizie importanti doveva pur servire a qualcosa.Arrivò nell'hotel in cui aveva prenotato la suite, un po' più distante da quello in cui aveva alloggiato i giorni scorsi. La sua manager l'aveva implorato di non andare, di concentrarsi sul suo lavoro e di non mandare all'aria tutti i progetti. Aveva ignorato tutto, anche le sue ultime chiamate. Si sistemò e raggiunse l'Ariston.
Tutti notarono la sua presenza, anche se aveva mantenuto un profilo basso per tutto il tempo. Le persone sedute accanto a lui gli facevano un sacco di domande e lui cominciò a sudare freddo. Non vedeva l'ora che finisse per poterlo incontrare, era arrivato troppo tardi per parlarci prima.
"Resisti", si disse stringendo i denti.
Guardò le altre esibizioni con quella dannata voglia di accelerare il tempo perché voleva vedere solo lui.
Finalmente quel momento arrivò: fece uno spettacolo incredibile che lo lasciò senza fiato.
Si alzò per primo ad applaudirlo, lo guardò fisso, sperando di essere notato, e gli sorrise. Gli occhi gli brillarono quando notò che Alessandro lo aveva riconosciuto tra la folla perché iniziò a sorridere.Finita l'esibizione, approfittò della pubblicità per scappare via dal pubblico e lo raggiunse dietro le quinte.
"Ale!" lo chiamò con la voce piena di speranza. Gli altri cantanti lo guardarono male, increduli che lui fosse di nuovo lì e che chiamasse Alessandro in quel modo.
Ale si girò verso di lui e gli fece segno di seguirlo. Camminarono in fretta. Alessandro chiamò il suo autista in modo tale da riuscire a organizzare la fuga dall'Ariston senza essere visti da nessuno. Una missione impossibile.
"Ale, ti prego fermati, ho bisogno di parlarti" disse Marco prendendogli la mano. Alessandro si voltò e lo guardò con uno sguardo carico d'amore "Non qui, dobbiamo uscire. Fidati di me e riusciremo a non essere visti".
Le guardie del corpo di Alessandro li separarono e li fecero uscire in momenti separati e da uscite secondarie diverse. Marco uscì per primo e comunicò all'autista l'indirizzo del suo hotel. La macchina fece il giro dell'isolato e poi si diresse verso l'uscita da cui Alessandro era pronto a uscire. Fu più veloce che mai a salire in macchina che partì appena subito dopo.
I due si guardarono e risero per avercela fatta. "Ma cosa ci fai qua?" gli chiese Alessandro mentre gli stringeva la mano. "Ci sono errori che non voglio commettere più. Io voglio vivere, voglio viverti, voglio rischiare e se questo significa che mi farai di nuovo del male, mi andrà bene perché non voglio più sprecare altro tempo. Dovevo dimenticare quella notte, ma quella notte mi ha semplicemente fatto dimenticare tutto il resto" gli rispose Marco. Alessandro guardò in basso: "Lo sentivo che era colpa mia. Non potevamo andare avanti come se nulla fosse, come se non ti avessi ferito in passato. Ma avevo paura di amare, di lasciarmi andare e di stare davvero con qualcuno. Dovevo dirtelo e non sparire come se tutto ciò non fosse significato nulla".
Marco gli sorrise e disse "Ti giuro che ci ho provato a vendicarmi, ma ormai è tutto più grande di noi". Si avvicinò ad Ale e lo baciò. Doveva essere un bacio dolce ma fugace e invece si lasciarono andare completamente. Marco sentiva il suo profumo così forte da volerlo addosso. Sentiva le sue labbra carnose sulle sue e quella lingua che toccava così prepotentemente la sua. Fortuna che l'hotel era lì vicino, altrimenti non sarebbero arrivati lì vestiti.Una volta entrati nella suite, iniziarono a spogliarsi con foga. Marco ammirò per un istante il corpo statuario di Alessandro come per volerne memorizzare tutti i particolari. Le spalle larghe, le braccia muscolose, il petto possente ancora sudato, la vita stretta e quelle gambe muscolose. Vide la sua erezione più grande che mai e gli si avvicinò di scatto.
"Dobbiamo fare presto" sussurrò Ale sorridendo dolcemente "devo rientrare". Marco lo baciò sul collo più volte "Resta qui con me". Finirono sul letto, Marco salì su di lui e gli sollevò il bacino. Il sedere di Ale fu all'altezza del pene di Marco che ormai era duro e pronto ad eiaculare. Entrò prima lentamente e poi spinse con impeto sempre maggiore. Sentiva il suo corpo sbattere contro il suo, a ritmo regolare. Ale ansimava forte, le collane gli sbattevano sul petto mentre lui veniva sbattutto con tutta la passione possibile. A un certo punto Ale venne, sporcando le lenzuola, poco dopo, anche Marco finì e si staccò delicatamente.
Restarono abbracciati guardandosi negli occhi e accarezzandosi i capelli a vicenda. Poi Marco si fece coraggio e sussurrò "Il nostro deve essere amore perché è proibito". Gli occhi di Ale si illuminarono e si avvicinò per baciarlo "Non lo sarà ancora per molto".A malincuore si rivestirono: Alessandro doveva assolutamente andare. "Ti aspetto qui" disse Marco "torna vincitore". I due si baciarono e Alessandro uscì lasciando il cuore in quella stanza.
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L'imperatore romano e il re d'Egitto
FanfictionFF su Marco Mengoni e Alessandro Mahmood Il passato aveva lasciato il segno, avevano provato a dimenticarsi, ma è bastato solo uno sguardo per ricadere nella trappola d'amore. Questa è la playlist della colonna sonora di questa storia❤️ "Menghood...