IKIGAI

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IKIGAI
La ragione dell'essere;
il motivo per cui ci si alza la mattina.



E' un microscopico riverbero di colore verde. E' un lampo improvviso che squarcia il cielo buio illuminandolo come se fosse giorno.
Le ciglie dorate sfarfallano confuse osservando a disagio tutto l'ambiente circostante.
Le mani sfrigolano di paura stringendosi a quel tessuto fine che si trova in mezzo alla dita, mentre le braccia cercano di stringere ancora più forte a sé il corpo di Izuku che gli si è appoggiato rilassato al petto, perso in un dormiveglia lontano.

Stacca le dita per osservarsele agitato mentre l'amara percezione della realtà si staglia nella sua mente e gli si ferma in gola.

Sta dormendo... e nel sogno che sta facendo la sua mente ne è consapevole e comprende chiaramente che le vere sensazioni che crede di sentire o di provare, in realtà non lo sono affatto...

Capisce che la sua mano che sta vagando da oramai interni minuti all'interno di quella massa formata da teneri batuffoli di lana verde, la stessa mano che scivola tremante accarezzando delicatamente quella carnagione olivastra dove si stagliano minuscole efelidi sparse, è solo una mera illusione creata della sua stessa testa.

Eppure ...

Sembra trascorsa una vita intera da quando la pelle calda del nerd non è più stato sotto le sue dita, da quando i suoi enormi occhi color smeraldo pieni di speranza non lo abbiano accarezzato facendolo sentire con una sola occhiata, terribile e unico allo stesso tempo.

E ancora prima che accada, prima che la percezione della vera realtà lo strappi brutalmente a morsi da questo bellissimo sogno insinuandosi sotto la pelle, lui lo stringe ancora al suo petto annusandolo forte e aspettando con il magone che si dissolva l'unico momento della giornata in cui lui si senta veramente felice.



Katsuki osserva distratto i rami degli alberi già carichi di fiori. La primavera è vicina, le temperature tiepide sono sopraggiunte prima del previsto ed il mondo normale prosegue il suo identico ciclo di sempre. Un piccolo passerotto zampetta tranquillamente in mezzo ai boccioli, beccandone alcuni punti sotto lo sguardo assente di Katsuki.

All'improvviso la sua mente viene catturata da un pensiero e la sua fronte si aggrotta in un moto di stizza involontario.

Come è possible che tutto il mondo stia procedendo nello stesso modo di sempre, che tutti i compagni, i professori, facciano finta che non sia successo nulla di veramente preoccupante quando l'intero cosmo è consapevole che l'eroe numero uno li ha lasciati per andare a sconfiggere da solo i villain?

Come sempre la solita domanda che si pone tutti i dannati giorni lo innervosisce.
Se ne è forse andato perchè lui non ha avuto il coraggio di rispondere alla sua domanda?

- Kacchan, vuoi stare con me?-

Non è possibile, non può aver lasciato la classe, la sicura carriera da Hero, tutta la sua cazzo di vita per colpa sua. Non può essere stato così idiota da farlo seriamente per quello.

E allora perchè è sparito senza dirgli nulla, senza neppure prendersi la briga di inventarsi due parole di giustificazione... una scusa che non lo facesse sentire abbandonato come un cane e da solo qui.

Un lungo sospiro carico di sofferenza gli attraversa il petto.

Osserva la scrivania piena di fogli e penne, prima di cercare dentro ad una scatolina semi nascosta da alcuni libri, una piccola puntina e rigirarsela tra le mani.

La stringe tra le dita, prima di alzarla e appuntarla su un punto preciso della cartina della città.

Esegue alcuni passi indietro, esaminando l'insieme colorato di quelle capocchie di spilli, sospirando piano come se dovessero svelargli da un momento all'altro un misterioso enigma.

Tutte sono state piantate nei punti in cui è stato visto il nerd.
Katsuki fissa insistentemente la mappa con nervosismo, anche se la conosce oramai a memoria visto che non ci dorme la notte.

Le osserva insistentemente cavandosi gli occhi e le ore di sonno da mesi, nel vano tentativo di anticipare dove verrà avvistato di nuovo.

Lui non può obbligarlo a tornare indietro, ma può chiedergli di ascoltarlo, di sentire la risposta a quella dannata ultima domanda a cui non è riuscito a rispondere per codardia.
Lo può costringere a fermarsi un attimo, solo un pochino, e sentire veramente cosa vuole dirgli.

Un leggero tocco alla porta lo fa sobbalzare stupito. Con uno scatto si allunga alla parete facendo scivolare sopra alla mappa della città un enorme poster raffigurante un cantante di musica rock.
Lo scruta soddisfatto, nessuno deve sapere cosa sta facendo.

-Vieni a fare un giro?-

Katsuki alza le spalle incurante, prima di agguantare il giubbotto e seguire Kirishima nella sala esterna dell'accademia.

Respira piano, a testa bassa, cercando nel movimento ipnotico dei piedi, la motivazione di come tutto gli sembri uguale dal giorno in cui il nerd se ne è andato. E' tutto spento, grigio e triste. Le risate spensierate dei suoi compagni non lo raggiungono più e l'idea di non sapere dove sia e cosa cazzo si sia messo in testa di fare da solo, lo uccide nell'animo lentamente senza lasciargli via di scampo, giorno dopo giorno.

Un piccolo bisbiglio gli arriva nelle orecchie ovattato.

-Lo hanno visto...-

Katsuki sbatte le ciglia girando lo sguardo verso i presenti nella stanza. Li soppesa attentamente senza riuscire a capire chi di loro abbia aperto bocca.

-Bakugo...- Lo richiama Todoroki accigliato.

-Lo hanno visto. Alcuni Hero hanno visto Midoriya...- Gli occhi si sgranano malevoli mentre un ringhio gli si alza prepotente dal petto.

-Dove?
Dove lo hanno visto?-

-Nella zona ovest della periferia di Tokyo... circa un'ora fa.-

-Vaffanculo.- Urla agitato aprendosi la traiettoria verso l'uscita a spintoni lanciandosi fuori dalla Yuei mentre un ultimo impropero raggiunge tutta la classe rimasta ammutolita e in silenzio.

-Quando cazzo pensavate di dirmelo!-

Bakudeku - Wait for meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora