WABI-SABI

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WABI-SABI
E' più di una espressione: è una vera e propria visione delle cose del mondo e della vita.
Non si può tradurre letteralmente ma il significato è questo: la vera bellezza è nell'imperfezione.



E' un microscopico riverbero di colore rosso. E' un incendio improvviso che squarcia il cielo buio illuminandolo come se fosse giorno. E' il colore del fuoco, che divampa innarrestabile mangiandosi al suo passaggio ogni singola cosa e che arriva selvaggio intrufolandosi fin dentro al petto, radendo al suolo come se fosse una macchina da guerra ogni minimo sentimento presente.

E non conta che sia soltanto un sogno, un barlume di ricordo, un fuggente pensiero...

Per Izuku è il ricordo di quando la prima volta Katsuki lo ha veramente guardato, la prima volta di quando lo ha seriamente visto, la primissima volta che lo ha veramente accettato.

Le guance rosse quanto i suoi occhi, le labbra tremanti e i polpastrelli ghiacciati ma allo stesso tempo sudati che sfrigolavano scoppiettando impazziti, mossi dalla produzione incontrollata di nitroglicerina che non riuscivano ad arrestare.

"Mi piaci. Da morire..."
Gli aveva mormorato Izuku a testa china, fermo immobile nello stesso parco dove andavano sempre loro due insieme fin da quando erano bambini.

E Katsuki aveva sgranato gli occhi, si era stretto il labbro talmente forte tra i denti da tagliarsi la pelle e farsela sanguinare, prima di prendere coraggio e sussurrargli all'orecchio piano.

"Piaci da morire anche a me, stupido di un nerd ."




Izuku sbatte piano le ciglia scure, riscutendosi dal leggero sonno che lo aveva avvolto, cercando il cellulare per controllare impaziente l'orario.

E' stanchissimo: già da quando se ne era andato dalla Yuei il dormire era quasi diventato un lusso, ma ora, da quando Katsuki è sparito, praticamente non ci riesce quasi mai.
Sonnecchia, a volte chiude gli occhi immergendosi nel nulla per alcune ore, e quando il fisico è talmente stremato da non riuscire ad andare avanti, finalmente cede al sonno popolato da incubi.

Si osserva attorno, allungando il collo verso l'alto, cercando di vedere se riesce a scorgere Hawks.
L'Hero gli ha promesso che lo avrebbe aiutato a trovare le telecamere ancora attive nella città, e nel frattempo lui avrebbe dovuto cercare di capire quella serie di numeri e lettere cosa diavolo stavano a significare.

(DMS)41°24'12.2"N 2°10'26.5"E

Si gratta la testa pensieroso emettendo un lungo sospiro.

DMS.
Cosa potrebbero voler dire queste lettere?

Deku mia stella?
Deku mi salvi?
Dove minchia sei?

Si porta frustato una mano al naso massaggiandoci leggermente il ponte sentendo l'inizio di un leggero mal di testa avvolgerlo di colpo.

Rimane ad occhi chiusi pensando.
Dms ... dms... dms...
eppure queste lettere gli ricordano qualcosa, un gioco che facevano da bambini...

Con uno scatto improvviso riapre le iridi color smeraldo.
Ma certo! Pensa soddisfatto.
Gradi minuti e secondi!

Apre velocemente il cellulare impostando le coordinate nell'app apposita e come per magia gli appare sullo schermo l'immagine di una zona che conosce fin troppo bene.

Un battito d'ali ed un movimento d'aria gli arriva planandogli di fianco.

-Hawks...-

-Ciao Midoriya. Ho trovato le telecamere mancanti che mi hai chiesto. Sono posizionate di fronte...-

-Al parco principale di Tokyo. Ingresso zona lago.- Termina per lui Izuku girandosi di spalle e cercando alcuni oggetti da inserire nella borsa.

-Ma... come hai fatto?-

-Mi sono ricordato di un gioco che io e Katsuki facevamo sempre quando eravamo piccoli. E ho capito come risolvere il rompicapo, leggendo le coordinate nel modo in cui lo facevamo da bambini.-

L'uomo scrolla le spalle facendogli un tenero sorriso.

-E allora cosa stai aspettando?
Vai a prendertelo...-




L'aria che gli sbatte furiosa sul volto ghiacciandogli le guance pallide, l'adrenalina che scorre a mille infuocandogli le vene, la spasmodica fretta di arrivare il prima possibile a destinazione.

E' stato sufficientemente veloce o ha fatto tardi anche questa volta?

Il suo Kacchan sarà ancora lì ad aspettarlo con il solito cipiglio irritato mentre che lo sgrida e che lo accoglie a male parole?

Ed il suo meraviglioso viso si aprirà ad un piccolo sorriso quando Izuku gli dirà che lo ama, che vaffanculo a tutto, se non è ricambiato il suo affetto fa lo stesso, anche se non vuole stare con lui, ma che lui lo ama da impazzire e vuole finire questo gioco al massacro?

Kacchan, vuoi stare con me?

E Izuku corre come un matto.
I piedi che calpestano l'erba appena umida, le mani che si muovono in sincronia con le gambe, lo sguardo che abbraccia le panchine che hanno visto da bambini mille volte, il lago dove giocavano, gli alberi in cui si arrampicavano.

Il fiato gli inizia a mancare quando scorge finalmente l'angolino di prato nascosto in mezzo si ciliegi dove erano soliti stare insieme.
Quel fazzoletto di erba che li ha visti giocare da piccoli, litigare da adolescenti... baciarsi da grandi.

Arriva al solito punto tutto "loro"guardandosi attorno con espressione delusa.
Non c'è nessuno e le lacrime di frustrazione iniziano a spingere prepotenti agli angoli degli occhi.
Un urlo furioso gli esce dalle labbra ma si blocca in gola quando lo sguardo ricade su un fogliettino giallo attaccato ad un albero.

Mercoledì alle 18,00.
Tokyo Governement Building.
Deku... aspettami.

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E anche in questa storia mancano alla fine pochi capitoli.
Per ora sono due ma potrebbero al massimo diventare tre.
❤️

Bakudeku - Wait for meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora