WASUREMONO

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Wasuremono.
Oggetti persi o dimenticati – come un maglione lasciato su un treno o dimenticato a casa



E' un microscopico riverbero di colore verde. E' un lampo improvviso che squarcia il cielo buio illuminandolo come se fosse giorno.
E' un minuscolo pacchettino regalo, nascosto dietro alla schiena di Izuku che aspetta impaziente il momento adatto per porgerlo al suo compagno di classe.

Il ragazzo picchietta i piedi per terra nascosto dietro alla schiena degli altri, attendendo l'istante in cui tutti finalmente si disperdano per poi sbucargli davanti, porgergli il regalo e donargli un enorme sorriso pieno di aspettativa.

Un sorriso pieno che non diminuisce neppure nella breve attesa in cui Katsuki strappa quella carta verde con foga e poi spalanca le iridi cremisi guardandolo stupito, riempendosi di nuovo gli occhi dello smeraldo più profondo, di quel colore così pieno di amore che è capace di incendiarlo in un baleno .

Ed è proprio quel particolare momento che Katsuki sta rivivendo adesso sotto forma di sogno; riesce ancora a percepire l'imbarazzo che aveva provato, il batticuore furioso che lo aveva travolto nel comprendere che aveva appena ricevuto in regalo la figurina più cara a Izuku, quella da cui lui non se ne distaccava mai, portandolo a chiedersi senza sosta come mai avesse scelto di regalarla proprio a lui.

Ma la risposta gli era arrivata proprio da Izuku alcuni mesi dopo, dove sulle sue labbra gli aveva sussurrato che avendola adesso il suo Kacchan, per Izuku sarebbe stato come se non se ne sarebbe distaccato mai.




Quanto tempo perso ad aspettare, ad esitare, a brancolare disperso dentro ad uno stupido limbo per poi non fare mai la cosa giusta.
Quanto tempo che ha buttato nel cercare il coraggio per fargli capire cosa provasse davvero per lui.

Quante occasioni perdute nel crogiolarsi nell'irrequietezza dei suoi sentimenti, a urlare per non farsi sentire, a fare il matto per non farsi capire... e a sentirsi inevitabilmente di merda.

E poi, quanto tempo ancora perso a rigirarsi spaesato tra le mani quella figurina prima di appoggiarsela sopra al cuore e sentire di amarla davvero... tanto quanto il suo vero proprietario.

Katsuki ha passato un'altra notte sveglio, a guardare in silenzio il soffitto nell'attesa che passasse il buio e arrivasse un altro meraviglioso giorno.

Si è preparato con uno sbuffo, armandosi della solita espressione arcigna che nasconde quella totale devastazione che prova, pronto per uscire e festeggiare il giorno del suo compleanno.

I suoi amici e compagni hanno tanto insistito per andare nel locale del centro e visto che lui ha appena trascorso due settimane in punizione per la bravata di sgattaiolare di prima mattina fuori dall'accademia senza avvertire nessuno, ha pensato che prendere un po' d'aria diversa gli avrebbe fatto soltanto bene.

Ma la serata procede diversamente da quello che si aspettava: non riesce a non pensare, e' infelice e butta giù svariati cocktail uno dopo l'altro che lo riportano sempre di più verso gli stessi pensieri frustanti.

Kacchan, vuoi stare con me?

Una mano sul viso, le palpebre che tentennano, il labbro preso in ostaggio in mezzo ai denti. Sospira forte, abbassando la testa consapevole dello stato mentale precario in cui si trova prima di rialzarli un attimo e scorgere degli enormi occhi verdi che lo osservano.

Spalanca le iridi infuocate alzandosi di scatto, non sentendo i richiami degli amici, le mani addosso che cercano di fermarlo, uscendo nell'aria fresca e seguendo come un matto la figura girata di spalle che si muove veloce fino a sparire dentro ad una stradina vuota e senza uscita.

La disperazione lo avvolge immediatamente stritolando nelle ossa e gli arriva diretta come se fosse un pugno feroce in pieno stomaco.
E' stato solo il delirio di un pazzo.

Si accascia per terra, il sedere appoggiato al cemento umido, le gambe alzate in alto e la schiena spiaccicata contro il muro.
Un mano tremante si alza sopra gli occhi dove le lacrime iniziano a scendere e a disperdersi tra le dita.

I rantoli di disperazione attutiscono i rumori attorno, ma acutizzano il senso di vuoto che gli attanaglia il cuore.

Poi d'improvviso, un odore diverso, uno spostamento d'aria accanto a lui ed un palmo bollente appoggiato al suo che la sposta delicatamente.
E come d'incanto il viso di Izuku appare di fronte al suo.
Vicinissimo.

Gli occhi aperti che lo osservano con espressione dolorosa, mentre un polpastrello gli si appoggia sulle guance per asciugarle.

-Non voglio che piangi Kacchan... non voglio che tu ti senta in colpa... che tu stia male.-

-Stupido di un nerd, come posso stare bene se tu non torni indietro.-

-Non posso farlo adesso, io...-

Un ringhio di frustrazione lascia il petto di Katsuki che si alza in piedi velocemente sbattendo contro il muro Izuku che spalanca gli occhi sorpreso.

-Non vuoi più stare con me? Eh?
Non è mai stato vero tutto quello che mi hai sempre detto, quello che... -

Le labbra di Izuku si appoggiano veloci alle sue, e Katsuki non capisce più nulla.
O forse invece all'improvviso comprende tutto, perché non gli importa veramente più se lui non lo ama, se non lo ha mai amato o se adesso sta con qualcun altro.

Lui ha bisogno che Izuku sappia che non gli ha risposto quel maledetto giorno perché è soltanto un codardo, il solito arrogante bastardo spaventato dei sentimenti.. ma che senza di lui non è veramente nulla.

Lui ha soltanto bisogno di sapere che Izuku è vivo e di vederlo felice... anche se questo significa stare senza di lui.

Lo stringe più forte, le labbra si aprono e le lingue si cercano, affondi lenti, studiati e poi smaniosi, caotici.
Movimenti sconclusionati di teste, saliva che scende sul mento, morsi sulle labbra e gemiti mal trattenuti.

Katsuki lo abbraccia più forte, mettendogli le mani tra i soffici boccoli verdi, strofinandoli tra di loro e tenendo gli occhi sempre spalancati terrorizzato che anche questo sia l'ennesimo sogno che svanirà e che lo lascerà nuovamente solo e agonizzante in un angolo.

Il suo sapore di mora, il suo profumo di menta mischiato alla sua pelle lo manda in estasi. Incastra il naso nel suo collo inspirando forte mentre lo sente sciogliersi tra le sue braccia.

-Izuku io..-

-Shhhh. Non roviniamo di nuovo tutto. Buon compleanno Kacchan.-

E se anche avesse voluto farlo, ancora una volta non sarebbe riuscito a fermarlo. Le fruste lo hanno bloccato sul posto, la pioggia che ha iniziato a scendere veloce gli ha annebbiato la vista, e quel bacio mai terminato lo ha sconvolto.

Ma non nel modo che probabilmente Izuku pensava avrebbe fatto.

Quel lungo contatto non gli ha fatto perdere la speranza di trovarlo, il pensiero di averlo accanto a se, magari per tutta la vita.
Non lo ha fatto sentire come un oggetto perso o dimenticato da qualche parte.

Izuku non ha capito che essersi fatto vedere, averlo baciato e avergli fatto sentire quanto lo desidera ancora, ha soltanto fatto maggiormente persuadere Katsuki che sia ancora il suo Deku, spronandolo a non mollare, a rintracciarlo di nuovo ed a obbligarlo una volta e per tutte ad ascoltarlo.

Stringe le mani forte, chiudendole a pugno, mentre alcune lacrime di rabbia si mischiano alla pioggia che scende furiosa sul suo volto.

La prossima volta andrà diversamente e lui lo ascolterà.

Alza gli occhi verso il punto in cui è sparito, grattacieli sfuocati, cielo buio e nuvole scure.
Prende un poderoso respiro urlando con tutto il fiato che riesce a trattenere in gola.

-Izuku... io ti amo.
E tu mi aspetterai, perchè lo giuro su quella cazzo di figurina di merda che mi hai regalato l'anno scorso...
io ti sto venendo a prendere.-

Bakudeku - Wait for meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora