I: Giornata tipica con persone atipiche

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Nessuno osava fiatare, osava rompere la pace che si era venuta a creare.

Faceva caldo, molto caldo, forse troppo per essere i primi di giugno.

Kety aveva trovato un posto sulla riva del lago nascosto dagli sguardi indiscreti del campo, con loro c'era solo il lieve suono dell'acqua che andava a scontrarsi contro alcune rocce e il ronzio di qualche zanzara.

Fu proprio in quel momento che Emma si accorse di quanto fosse orecchiabile la melodia del silenzio, la sensazione della pelle che cuoceva al sole, le dita che sfioravano l'erba verde e...

-CHE CAZZO TOCCHI MANIACO!- Urlò una voce dal nulla.

Emma alzò gli occhi al cielo e si mise a sedere, si sistemò gli occhiali da sole sulla testa pronta ad assistere ad un altro battibecco che puntualmente avveniva ogni volta che si voleva riposare.

Cercò di mettere a fuoco i due litiganti, con il sole che le picchiava violentemente in faccia, te pareva, era Kety che stava prendendo a parole James.

-PERVERTITO DEL CAZZO MI HAI TOCCATO UNA TETTA!- Continuò a gridargli lei.

Kety era la prima persona con cui Emma aveva legato al campo, era una ragazza molto carina, della casa di Demetra, con lunghi riccioli rossi che le ricadevano da una crocchia disordinata sulla testa. Avevano la stessa età, 16 anni, ma Kety sembrava più giovane, forse per il viso un po' rotondo con le guance rosse e le lentiggini o forse per i grandi occhi verdi sempre stralunati, va bè, stralunati per colpa di tutte le piante che si fumava e si, probabilmente aveva anche dei rampicanti che le si attorcigliavano attorno ai polmoni... ma i suoi occhi stralunati lo erano di natura...

-Io... hmmm... i- io non ti ho toccato il seno! cioè sì... ma non l'ho fatto apposta... volevo solo prendere i miei occhiali...- disse con imbarazzo James

-RACCONTA A QUALCUN ALTRO QUESTE PUTTANATE BROWN!!

- VOLETE FARE UN PO' DI SILENZIO CAZZO?!

E ti pareva...la dolce voce di Mireia si era unita ai battibecchi, e come non aspettarselo essendo figlia di Ares. Era sdraiata a pancia in giù sull'asciugamano, con indosso solo il costume da bagno e un grande paio di occhiali scuri che le ingombravano il viso, tipica ragazza con faccia d'angelo e corpo/atteggiamento da porno diva, mentre Emily, la dolce biondina della cabina di Afrodite le spalmava l'autoabbronzante sulle spalle. Come al solito non le bastava il suo naturale colorito olivastro, aveva in mente di diventare un brownie gigante Portoricano. Nel frattempo fra sé e sé Emily cercava di darsi risposte.

-Ragazzi... ma perché si chiama auto abbronzante? non è mica una macchina...- Disse Emily

Tutti si ammutolirono per un istante...

Emma si schiarì la voce, pronta a fare la professoressina come suo solito -Emily, cara, il prefisso "auto" in questo caso ha come significato "se stesso" oppure "da sé, spontaneamente, con mezzi propri, che avviene o si compie o funziona automaticamente" dal greco αὐτός "stesso" e...

Emma si fermò per un secondo vedendo la faccia di Emily un po' persa

-Emily,stai almeno capendo una parola di quello che ti sto dicendo?-

Gli occhi di Emily si illuminarono per un attimo e un grande sorriso le si allungò sul volto.

-In verità no, però mi piace molto la tua collana!-

Disse indicando la collana d'oro con un caduceo che Emma portava al collo, chiaro segno della sua appartenenza alla cabina di Hermes

-Hmm... grazie Emily, un regalo di mio padre. Ma ritornando alla nostra breve lezione di grammatica...-

Shadows of youth: Sotto un cielo di cartaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora