II: Regalo scarpe ad una cicciona sul bus

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Erano circa le 17, i Ragazzi sarebbero arrivati da un momento all'altro.

Il viaggio per tornare al campo era sempre il migliore, L'inverno sembra sempre non finire mai quando si è lontani da quello che ci fa sentire bene. Molti ragazzi del campo rimanevano tutto l'anno, spesso lo faceva chi non aveva una famiglia da cui tornare, o chi pur di non tornare alla solita monotonia preferiva di gran lunga subire i rimproveri di Chirone ancora e ancora.

I ragazzi erano sull'autobus che li avrebbe portati fino alla fermata più vicina, nei pressi del campo, dove sarebbero poi stati accolti dai Satiri selezionati, che puntualmente ogni anno facevano a gara per ottenere il ruolo di "Accompagnatori" (tutte scuse per ottenere un po' di crediti Extra e farsi un giro e pascolare senza dover nascondere le gambe caprine).

Il viaggio durava si e no 3-4 ore, tutto dipendeva da quante soste il bus dovesse fare per accontentare tutte le signore che, a quanto pareva, avevano la vescica grande quanto una nocciolina, che ogni 20 minuti aveva bisogno di liberarsi anche dei peccati.

Elly si passava da una mano all'altra la confezione arancione delle tic-tac che aveva comprato poco prima ad un autogrill, regalo perfetto per Emma.

Come tutti gli anni, l'autobus era stra colmo di turisti e gente di ogni tipo. Zack si era messo a fissare una donna seduta a circa tre sedili di distanza, stava divorando un panino con chissà quale formaggio che emanava una puzza terribile per tutto il bus, Era il classico prototipo di turista, aveva un grande cappello australiano sul capo che le copriva in parte i capelli oleosi, una maglietta fin troppo piccola con su scritto "I ❤️ AMERICA" con sopra grandi macchie unte di chissà che cosa, e infine un paio di scarpe consumate di un rosa acceso, tendente al fucsia che sembravano starle per esplodere da quanto le stringevano il piede tozzo. Zack la guardò con un mix di disgusto e pena. Ephraim lo notò.

-Cosa ti turba piccolo cenerentolo? Perché non apri la tua valigia di merda e le regali un nuovo paio di scarpe?

Ormai avevano smesso di contare tutti i tentativi di litigare che Ephraim aveva messo in atto durante il viaggio, non c'era da stupirsi, essendo figlio di Ares.

I grandi occhi azzurri di Zack si illuminarono e fece per prendere la sua valigia, probabilmente dentro conteneva una quantità industriale di scarpe. Suo padre era un uomo d'affari, specializzato nel mondo della moda, in particolare delle calzature. Era così dedito al suo lavoro da riuscire ad attirare l'attenzione di Afrodite in persona. E il risultato del loro incontro stava per fare un atto di carità verso una sconosciuta che voleva soltanto godersi il suo panino. Zack, non era proprio il ragazzo più furbo del mondo, era un po' ingenuo, aveva grandi occhi celesti e capelli biondi con riccioli morbidi, il diastema rendeva il suo sorriso dolcissimo, Mireia gli aveva dedicato il soprannome "Bocca da trota", ok forse la sua bocca era un po' grande, ma il punto è un altro. Nonostante fossero figli di Afrodite lui e sua sorella Emily non erano affatto vanitosi, questo li distingueva dal resto dei loro fratelli e sorelle.

Egan stava guardando fuori dal finestrino, osservando il paesaggio costernato solo da alberi e boschi. In quel momento l'autobus si fermò.

-Andiamo idioti- disse Egan- siamo arrivati, Zack, metti apposto la valigia, non regalerai le scarpe a quella donna-

Zack prese di nascosto un paio di Sneakers bianche e si posizionò davanti alla signora.

-Tenga signora queste sono un regalo da parte mia- Sfoderò un sorriso a 32 denti e le porse le scarpe, vedendolo, Elly lo strattonò via dalla signora, lasciando la povera turista imbambolata con un panino oleoso in mano e delle scarpe bianchissime e costosissime in grembo.

Scesero tutti dal bus traballante, e, carichi di valige, vennero accolti da 3 Satiri. Il viaggio fino al campo non era molto travagliato, bastava attraversare la radura, nel giro di una decina di minuti sarebbero arrivati a casa.

I più piccoli erano sempre quelli più agitati, la prima volta al campo faceva sempre lo stesso effetto, specialmente i figli di Dioniso, non stavano più nella pelle dopo aver scoperto che era cooperatore (a modo suo) nella gestione del campo, dopotutto la prima volta al cospetto di un Dio è sempre emozionante, e immaginatevi se quel Dio è anche vostro padre. Elly, anch'essa figlia di Dioniso, non poteva trattenersi dal sorridere vedendo cotanta impazienza, anche se, infondo sapeva, che forse quei ragazzi, sarebbero rimasti delusi dal conoscere loro padre, lei stessa era passata in quello stesso tornado di emozioni, e un po' le dispiaceva per i suoi nuovi fratelli, ma non per questo avrebbe rovinato il loro sogno di avere un padre "Evento canonico" pensava.

Più si avvicinavano al campo, più Egan sembrava risplendere di luce propria, no sul serio, sembrava l'uomo torcia dei fantastici 4. Aveva raccontato di aver passato l'inverno con sua madre, che, da come aveva descritto, sembrava una donna attenta, forse fin troppo cauta, ma che comunque amava il suo unico figlio alla follia, e per questo Egan tornava sempre a casa per le vacanze, non che si divertisse, ma semplicemente non voleva ferire sua madre.

Dopo qualche altra falcata fra rovi, fango, e qualche pianta selvatica, erano all'entrata.

~✨SPAZIO AUTRICI✨~

E2 🦸🏻‍♀️:

Buonasera cari lettori, spero che questo capitolo vi sia piaciuto.
Io ed E1 🦸🏼‍♀️ci siamo divertite (non è vero) a scrivere questo capitolo.
da qui in avanti la storia non sarà più così lenta.
Io sono l'addetta alle bestemmie per quando E1 🦸🏼‍♀️ sbaglia i tempi verbali, ma amo il mio lavoro.
Stiamo cercando di scrivere più capitoli insieme per poi pubblicarli tutti in una volta.
Dateci pure i vostri feedback e noi li accetteremo (non è vero)
buona lettura fave 💛

Shadows of youth: Sotto un cielo di cartaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora