Traccia n.1

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Traccia n.1

Regina amava il silenzio. In particolare, Regina amava il silenzio che calava su Storybrooke in determinati momenti della giornata: al mattino, quando la città ancora dormiva e lei poteva andare in ufficio senza essere disturbata dal chiacchiericcio della gente, dal rumore delle auto, dal chiasso che veniva dal Granny's; dopo pranzo, quando la maggior parte degli abitanti della città era in casa sua a farsi i fatti propri, probabilmente un riposino, e lei poteva passare al Granny's evitando l'affollamento; la sera, dopo cena, soprattutto d'inverno, quando il freddo scoraggiava anche i più temerari, ma non lei. Il suo amore per il silenzio era dovuto per lo più all'incessante pianto di Henry nei primi mesi di vita, poi all'altrettanto incessante blaterare di Sidney appena era tornata al lavoro, e infine alle innumerevoli quanto ridicole segnalazioni, richieste e lamentele che riceveva quotidianamente in ufficio in quanto sindaco, per non parlare di quando si teneva il consiglio cittadino. Mai come in quelle occasioni, Regina anelava al nulla cosmico nei suoi timpani provati.

Perciò, quando il benedetto silenzio serale fu interrotto da uno strimpellare selvaggio e improvviso, Regina sentì un fiotto d'acido invaderle le vene.

E che cazzo.

Si voltò. L'origine di quel suono infernale non poteva essere che lei. Solo un'idiota come Emma Swan poteva tenere il finestrino abbassato con quel freddo glaciale, in quella sua ridicola autovettura dal colore improbabile. Faceva ondeggiare la testa coperta da un orrendo berretto di lana a tempo con la funesta canzone.

Woah, my love, my darling
I've hungered for your touch
A long, lonely time...

Regina si fermò, soffiando fuori una nuvoletta di vapore bianco, un sopracciglio inarcato.

«Sul serio, Miss Swan?»

Emma sobbalzò come se si fosse accorta solo in quel momento della sua presenza. Vide le sue guance, già rosse per il freddo, divenire quasi violacee. Spense la radio.

«Ehi, Regina...»

Il sindaco la fissò con sospetto.

«Che stai facendo? Un appostamento...» Si guardò intorno. «Nel mezzo di Main Street?»

Emma si schiarì la gola e sfregò le mani tra loro per riscaldarle. Ovvio, che fossero fredde: si ostinava a portare mezzi guanti, le punte delle dita esposte al gelo invernale.

«Ehm... no, no, prendevo un po' d'aria.»

Regina subodorò la menzogna, ma la ignorò. D'altro canto, non erano di certo affari suoi. La signorina Swan poteva fare qualunque cosa volesse, purché non cercasse di portarle via Henry. E non distruggesse un'altra insegna storica.

«Capisco» commentò quindi. Emma incontrò il suo sguardo, finalmente. «Buona serata, Miss Swan.»

Lo sceriffo abbozzò uno di quei suoi goffi sorrisi.

«Buona serata Regina.»

Il sindaco riprese la sua camminata serale. D'altronde, Henry era con i cosiddetti nonni. Non aveva di meglio da fare che godersi il suo silenzio.

Swan's SongsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora