Interludio
Per quanto provasse a togliersi quel tarlo dalla testa, Regina non ci riusciva. Perché era strano, molto strano, che il giorno prima Emma fosse in giro nel suo maggiolino alle sette meno un quarto del mattino. Emma Swan, che non si svegliava mai prima delle nove e mezzo. Che non metteva piede in ufficio prima delle dieci e tre quarti. Che non si svegliava mai del tutto prima di aver assunto preoccupanti dosi di caffeina e zuccheri.
Pensava a questo, Regina, mentre guidava quasi a passo d'uomo nel centro di Storybrooke, rispettando meticolosamente i limiti di velocità. Non perché le importasse. Solo perché era distratta da Emma Swan e dal suo improvviso interesse per la musica ad alto volume.
Strana musica, tra l'altro. Anche perché a Storybrooke prendeva solo una stazione radio, e Regina aveva scoperto nei primi giorni della sua nuova vita in quel mondo che quella stazione trasmetteva solo musica classica o, nel peggiore dei casi, jazz. Tra l'altro, non aveva ancora ricevuto alcuna segnalazione per schiamazzi o rumore molesto, e lei riceveva ogni chiamata, dato che aveva fatto in modo di controllare l'ufficio dello sceriffo tanti anni prima. Quindi Emma non era poi così costante, nella sua passione per la musica a volume esagerato.
Proprio perché aveva Emma Swan e il suo maggiolino giallo in testa, notò subito quella trappola mortale di metallo parcheggiata (male) nei pressi di casa Charming. La sera era inoltrata, probabilmente la famigliola stava cenando nell'orrido appartamento di Snow, forse erano già al dolce (Regina non poté fare a meno di immaginare Emma che si insozzava di glassa al cioccolato mentre divorava una torta o qualcosa del genere).
Frenò e parcheggiò dietro al maggiolino giallo. Scese in fretta, guardandosi intorno come una ladra, ma ovviamente Storybrooke era deserta quanto l'Antartide, dato che condivideva con essa la temperatura glaciale.
Si strinse nel cappotto e si chinò per guardare nell'abitacolo. Era inondato da una quantità indicibile di cartacce e bicchieri di carta oleata vuoti, mezzi accartocciati. Arricciò il naso ma si costrinse a ignorare il disordine per concentrarsi sul cruscotto. Che stonava terribilmente col resto dell'autovettura. Infatti, sebbene quella macchina sembrasse aspettare nient'altro che la demolizione, la radio era un concentrato di tecnologia, nuova fiammante. Un rettangolo d'acciaio, privo di lettore CD ma... Una pennetta USB spuntava come una spada conficcata nella roccia.
Regina assottigliò lo sguardo, un sogghigno a incurvarle le labbra verso l'alto.
E dunque, Emma Swan aveva scelto quelle canzoni. E, per essere proprio precise, aveva scelto di spararle a tutto volume, proprio quando le passava accanto. Era chiaro, visto che, senza alcun motivo apparente, la mattina scorsa aveva deciso di fare dietrofront e passare per la seconda volta davanti a lei. Forse era egocentrica a pensarlo? Forse. Eppure...