Eyes like the sky || Bellamy Blake

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Capitolo 8

Mentre tornavamo abbiamo incontrato Finn e Clarke che, dopo avergli raccontato tutto, ci aiutano a portare il corpo di Atom al campo per seppellirlo insieme ai morti dell'atterraggio.

Siamo già a tre morti.

Arrivati al campo i due ragazzi appoggiano il corpo di Atom coperto da un telo per terra.
Octavia ci viene in contro.
"finalmente!Volevano uccidere Jasper!"
Avevo notato il suo legame particolare con il ragazzo ormai defunto e, dopo essermi scambiata un'occhiata di intesa con il fratello, cerco di allontanarla verso la navicella.
"chi?ora come sta?" la prendo per un braccio per andare dalla parte opposta; cerco di fare un sorriso ma dopo aver ucciso un ragazzo non è semplice, infatti nota che qualcosa non va e si guarda indietro.

La sua espressione è confusa.

Sotto le mie repliche e quelle del fratello si inginocchia vicino al cadavere del suo 'ragazzo' e scosta la giacca che lo copre.

La sua espressione è intrisa di dolore e pronuncia il nome del ragazzo con una rabbia e tristezza che mi ferisce l'anima.
Lo guarda per l'ultima volta per poi ricoprirlo, alza lo sguardo su me e Bellamy,senza emozioni.
"mi dispiace, non ho potuto fare nulla..." cerca di parlare lui.
"no" dice secca e sotto le preghiere vane del fratello si alza, asciuga la lacrima che le solca il viso e se ne va.

Per distrarsi Bellamy chiede a Murphy se ci sono stati altri morti in nostra assenza.
"no" risponde.
"jasper?" chiede.
"è vivo, quella psicopatica di tua sorella-" non lo lascia finire di parlare che lo prende per il collo della felpa e lo avvicina a sé.
"CHE COSA?COME L'HAI CHIAMATA?!"
Nessuno l'ha mai visto così incazzato, è ancora scosso dalla morte di Atom.

"Blake fermo" metto una mano sul braccio con cui sta stringendo Murphy e glielo sposto decisa.

"la tua sorellina" dice Murphy a fatica.
"si esatto, la mia sorellina. Hai altro da dire?"
"no, scusa" dopo ciò lo lascia.

"hai istinti suicidi?La prossima volta ti lascio farti strangolare" lui mi scocca un'occhiata e sbuffa.
"senza brio che vita è?" chiede con un ghigno, io alzo gli occhi al cielo.

Me ne vado nella navicella dove Bellamy prima della scenata aveva dato il via libera a Clarke di curare Jasper come si deve, da quel che ho capito lei e Finn hanno trovato un'alga curativa.

Nella stanza regna il silenzio, tutti troppo preoccupati per la vita di Jasper.

Non so perché ho preso così tanto a cuore la vita di questo ragazzo, probabilmente è il mio spirito di medico mancato che si fa sentire, fatto sta che voglio conoscerlo quindi deve uscirne vivo.

"Octavia...mi dispiace tanto per Atom" dico io dopo istanti di riflessione.
"forse dovremmo abituarci all'idea che le persone muoiono qui..." inizia, si china verso il corpo di Jasper.
"tu no però, non pensarci nemmeno"
La vista di una scena così tenera mi fa spuntare un sorriso triste.

...

Clarke era uscita da un po' e ora ci stiamo passando una bottiglia di alcol trovata da Finn nella macchina in cui lui, Clarke e Wells si erano nascosti la sera prima.
Octavia me la passa. Faccio un lungo sorso, non bevo da tanto e mi gusto il sapore, prendo un altro abbondante sorso; è forte ma mi provoca una bella sensazione.
"ehi vacci piano Tay" mi ammonisce Finn con il suo solito tono preoccupato, io rido e prendo altri due sorsi del liquido. È molto più forte di quello sull'Arca, forse per quello mi sta già salendo l'effetto.

Dopo istanti di silenzio passati a pensare parlo senza filtri per colpa dell'alcol.
"in questo periodo dovrei compiere gli anni" dico, Finn che lo sa annuisce; è strano non sapere quanto tempo stia passando, dal mio orologio dovrebbe essere oggi ma non so quanto sia affidabile dopo l'atterraggio, non ne so molto ma può essersi rotto.
"in che senso dovresti?" chiede Octavia.
"non so quanto tempo sia passato, forse due settimane o di più, so solo che quando sono entrate le guardie nella mia cella mancava davvero poco al mio compleanno" spiego.
"be allora possiamo ritenerti maggiorenne" mi dice Monty.
"buoni diciotto anni Tay" mi sorride Finn per poi spettinarmi i capelli affettuosamente.