cap 3

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24 maggio, una data da ricordare, fu la prima volta che le la diedi.
Eravamo da lui quella sera, c'erano i suoi genitori con una coppia di loro amici; quell'avventura non era programmata, successe cosi, iniziata con un bacio tira l'altro, carezze che ti smorzano il fiato, scendeva sempre più in giù, collo, seno, bacino, cosce, bahm, iniziò a giocarci, ma giocava così bene che mi parti un gemito di piacere, risali delicatamente sfiorando la mia pelle con le mani, si avvicino al comodino ed estrasse il condom, lo aprì con i denti, come se fosse un po troppo eccitato per usare le unghie per aprirlo. Era cosi piacevole, cosi intimo, lo guardai negli occhi, pieni di gioia, di piacere, non so come riusciva a farmi dimenticare tutto il resto del mondo,
Era ufficiale, mi stavo innamorando per davvero.

Giugno, un mese da non ricordare, un mese passato a non parlarci ne vederci, dopo un errore uscito dalla mia bocca.
Quel giorno dovevo andare al lavoro, ma non ci andai per stare con lui; qualche giorno prima li dissi che lo amavo, me lo sentivo, cresceva dentro di me, ma per lui non era cosi. Da quel giorno era sempre più strano, come se non li interessare nulla di me, ero solo la sua troietta.
Una domenica mi venne a trovare, solo perché li dissi che era giunto il momento delle spiegazioni, non si degno neanche di guardarmi disse solo" è meglio finirla qua", se ne andò cosi senza altre spiegazioni, senza darmi il tempo di capire.
Giuro se non fosse stato per Camil, che faceva di tutto per non farmi pensare a lui, avrei allagato la camera. I miei datori di lavoro non avevano bisogno di aiuto, e me ne andai, passai la serata continuando a pensare a lui e al mio errore.
Un venerdì di vine giugno, io e Chiara avevamo appena finito di lavorare, erano le undici di sera, ci sedemmo nei divanetti del ristorante all'aria aperte a fumarici una cicca e bere un coca malibu per rilassarci, sentii vibrare il telefono, lo guardai ero lui che mi scriveva, non li risposi, ma vibro ancora, un nuovo messaggio da parte sua "ehy" .. "Sai ti stavo pensando, ho trovato i cartelloni che mi hai fatto" non li risposi, ma arrivo un altro messaggio "mi dispiace, ho fatto una cazzata, mi manca qualcosa, mi manchi tu", spensi il telefono e continuai a ridere con la mia grandissima amica Camil.

Non lo sentii fino i primi di luglio, mi scrisse che veniva a prendermi per andare a vedere la partire del grazie da lui, accettai cosa avevano da perdere ancora, la mia felicità, il mio sorriso? Erano già scomparse da un bel po.
Quella sera, sdraiati sul quel letto pieno di ricordi, mi confessò che li mancavo, ma non me, la sua amica troietta; mi accorsi che era l'unico mondo per vederlo.


Il diario di una piccola pazza innamorataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora