Capitolo 8. Sushi, Risiko! e Lorenzo

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«Tutto okay?».

Jenny mi coglie alla sprovvista. Sono ormai dieci minuti che sto seduto sul suo divano a fissare immobile la stessa pagina di gattini di Photogram.

Annuisco mettendo via il telefono, mentre i nostri due compagni ci danno sotto con i dadi.

«Attacco la Kamchatka dalla Mongolia!».

Oggi Liam è più intenzionato che mai a vincere. Ha eliminato Jenny dal gioco nei primi dieci minuti della partita, e lo stesso ha fatto con me nella successiva mezz'ora.

Adesso, gli rimane da conquistare la Kamtchatka, sotto il dominio di Samuel, per entrare agilmente in America e vincere la partita.

«Dieci carri armati contro sei», illustra Liam scuotendo i dadi rossi nelle sue mani. «Vai!».

I dadi rotolano: tre, due, due. Un pessimo tiro.

«Cazzo!», impreca Liam con una smorfia da Urlo di Munch.

«Ehi, datti una calmata», lo rimprovera Jenny. «Mia madre ci sente».

Samuel prende i suoi dadi blu e inizia a gongolarsi muovendo le anche a destra e a sinistra. Gli basta un punteggio minimo per vincere, ma gli escono addirittura un sei, un quattro e un tre.

«Non è possibile!», esclama Liam sotto shock.

Samuel lo prende in giro con delle stupide pernacchie. «La Mongolia non si arrende! Sette carri armati contro sei, vuoi riprovare?».

Liam saltella sbattendo i piedi contro il tappeto. Questa sera indossa dei calzini rossi, decorati con delle paperelle marroni che da lontano sembrano dolcini di cacca. Ha sempre avuto un gusto strano per i calzini.

«Non mi arrenderò», annuncia prendendo i suoi dadi rossi. «Attacco di nuovo!».

Sbuffo. La serata andrà per le lunghe, ma per fortuna casa di Jenny è confortevole. Come ogni giovedì ci riuniamo nel suo salotto e ci prepariamo per lunghe sessioni di gioco. I suoi genitori sono sempre molto gentili e disponibili e finché si tratta di una volta a settimana non ci fanno problemi. Il nostro club di Fantasia (sì, lo ammetto, un nome poco originale) è andato avanti grazie a questi incontri, anche se ormai io e Jenny abbiamo iniziato a stancarci di giocare a Risiko! Liam è troppo competitivo e questo gioco non fa altro che tirare fuori la sua vena tirannica.

Alla fine, Lorenzo ha deciso di non venire. Lui mi ha detto subito di no e io non ho insistito. Mi dispiace, perché ha rifiutato due volte un mio invito a uscire fuori, ma sinceramente il mio rapporto con lui è all'ultimo posto dei miei problemi.

«Non ti vedo molto bene», continua Jenny cercando di stuzzicarmi. «Me ne vuoi parlare?».

Mi metto più comodo sul divano e mi giro verso di lei, con il braccio appoggiato sullo schienale.

«A casa le cose non vanno bene».

Le parlo del corvo, della proposta di matrimonio e della scenata di Antonella. Liam e Samuel non dicono nulla, ma avverto gli occhi azzurri di quest'ultimo su di me e so che ci sta ascoltando con attenzione.

«E poi ci sono pure questi mal di pancia», aggiungo infine. «Ieri sera non ho nemmeno mangiato».

Jenny si avvicina e mi tira a sé tra le sue braccia. Indossa una grossa felpa grigia, così quando la stringo forte mi sembra di buttarmi su un morbidissimo cuscino. Il suo profumo alla menta mi pizzica un po' il naso, ma lei continua a cullarmi e a parlarmi all'orecchio.

«Secondo me sono quelle pillole, te l'ho detto. Dovresti smetterla».

«Ho smesso», rispondo in un fiato.

1 - L'Erede della FeniceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora