La fuga

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Erano solo le 8:30 di domenica mattina e Carmine già sedeva nelle poltrone dell'ufficio della direttrice e del comandante dell'IPM in attesa che qualcuno arrivasse per comunicargli il motivo del perché lo avevano mandato a chiamare prima ancora di colazione. Il ragazzo dai capelli ricci temeva che si trattasse di un'altra brutta notizia, l'ennesima dopo una settimana orribile.

La notizia della morte di Silvia era piombata come un fulmine a ciel sereno nella vita quotidiana del carcere, e nonostante lui e Rosa lo sapessero già, fu un duro colpo sopportare le lacrime e la disperazione di gran parte dei detenuti e la veglia funebre che era stata organizzata nella cappella. Né lui né la sua ragazza rivelarono di essere già stati a conoscenza del fatto, figuriamoci della loro visita all'avvocato d'Angelo di appena una settimana prima. Come se non bastasse, Kubra aveva rivelato a Pino di aver baciato Dobermann e da giorni il compagno di stanza di Carmine sedeva sul letto guardando il vuoto, sdraiandosi solo per dormire. L'ultima volta che Carmine l'aveva visto così era stato quando Tyson, il suo cane, era morto, e sapendo com'era andata a finire in quel momento né lui né Cardio lo perdeva di vista un attimo. Temevano che facesse altre cazzate.

"Carmine", disse la direttrice aprendo decisa la porta del suo ufficio e mettendosi a sedere di fronte a lui.

Il comandante occupò invece la poltrona accanto al ragazzo.

"Buongiorno, Direttrice...Comandante...", rispose Carmine, "...allora? Perché mi avete mandato a chiamare? È successo qualcosa?"

Massimo guardò Sofia e poi inciampò con lo sguardo negli occhi di Carmine. Guardò dentro di sé per cercare le parole migliori che potessero spiegare ciò che aveva da dirgli, consapevole che un'ondata di dolore lo avrebbe travolto di lì a poco senza freno. Appoggiò una mano sulla spalla muscolosa e forte di Carmine e fece un respiro profondo per raccogliere tutto il suo coraggio.

"Cà...tua madre non si trova", disse Massimo guardandolo negli occhi.

"Che intendete dire, Comandà? In che senso non si trova?", chiese Carmine pensando che scherzasse.

"Stamattina abbiamo ricevuto una chiamata anonima e abbiamo ragioni di credere che sia stata rapita. Abbiamo telefonato a casa tua e non risponde nessuno. Sai se può essersi nascosta da qualche parte?"

Carmine scosse la testa. Possibile che sua madre fosse stata rapita? Certo, di nemici ne aveva parecchi, ma perché adesso, così all'improvviso? Era più probabile che fosse scappata, ma non aveva idea di dove potesse essere andata. Di solito stava sempre a casa con Futura.

Futura! Un lampo tagliò in due lo sguardo di Carmine come il fendente di una spada. Se Donna Wanda non si trovava, dov'era Futura, e soprattutto con chi?

"Dov'è mia figlia?", chiese Carmine senza badare alla domanda di Massimo.

Il comandante tornò a posare il suo sguardo su Sofia e poi il peso del dolore lo costrinse a guardare a terra in silenzio.

"Comandante, dov'è mia figlia?", urlò Carmine con le vene del collo gonfie dalla rabbia e dalla preoccupazione.

"Non si trova nemmeno lei. L'hanno portata via insieme a tua madre", rispose Sofia cercando di mantenere la calma.

Un terremoto fece crollare ogni briciolo di felicità che Carmine era riuscito a costruirsi in quelle poche settimane. Nel suo mondo logorato dalla morte e dal dolore aveva regnato fin troppa pace e la luce che sembrava essersi palesata all'orizzonte fu coperta da un velo di oscurità. Non di nuovo. Aveva già perso Nina, come poteva permettersi di perdere anche sua figlia?

Le lacrime rigarono il viso deluso e arrabbiato di Carmine e subito il ragazzo cercò conforto nell'unico padre che aveva mai conosciuto davvero.

"E adesso cosa posso fare, Comandà? Fatemi uscire da qua, permettetemi di cercarla", lo implorò Carmine.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 24 ⏰

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