11 (dolci rivelazioni)

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E il giorno dopo, o meglio dire la stessa sera, ti ho parlato del mio sentimento di vergogna e di colpa che mi stava occupando il cervello e l'anima da una giornata intera.

Ed è esattamente lì,
in quella precisa confessione,
che mi hai detto di concentrarmi su altre persone,
e non su di te.

E se il mio primo pensiero è stato quello di un avvertimento, da parte tua, sul non provare sentimenti per te perché non sarebbero stati ricambiati,
ci hai messo poco a rispondermi pensando che, da parte mia, avessi fatto comprendere che io non fossi interessata a te e che, in varie occasioni a me sconosciute, te lo avessi fatto capire.

Che sciocco interpretatore che sei stato...
ma dimmi, lo sei stato anche dopo?

Una conversazione dopo l'altra, quella sera,
da farmi capire che ti fossi rimasta impressa nella mente.

Ti è piaciuto il modo non molto esperto con la quale ti ho attratto a me,
hai adorato la maniera in cui ti ho stuzzicato,
un misto tra il sensuale e divertente,
ti sei stampato nella memoria il momento nella quale, nascondendo il viso nel cuscino, mostravo solo i miei occhi,
ti sei segnato la mia faccia incredula che faccio dopo determinate situazioni,
che ti ha portato a toccarmi ancora di più.

Giorni dopo mi sono nuovamente confidata con te,
in maniera del tutto amichevole.
Mi hai detto di cercare di farmi rispettare di più,
di essere meno ingenua perché le persone sono più approfittatrici di quanto io possa pensare,
di non prendermela per cose così insignificanti.

Che bel contrasto ora che mi ci fai ragionare.

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