Capitolo 2

29 1 0
                                    

Germania, stesso arco temporale.

Le urla si sovrapponevano tra loro, l'odore dell'alcool pizzicava le narici. Prese un grosso respiro, a quell'aroma era abituato.

L'adrenalina iniziava a stuzzicarlo, Cass si avvicinò alla sua auto, con quei dodici centimetri di tacco a spillo, ondeggiando ad ogni passo. I boccoli artificiali rimbalzavano, evidenziando quando sensuale fossero su di lei quei semplici movimenti.

< Ric? >

Il ragazzo si voltò per un secondo nella sua direzione, smettendo di osservarla dallo specchietto retrovisore.

< Hai una sigaretta? >

Richard prese svogliatamente il pacchetto dal cruscotto, fissando la strada e la calca di ragazzini impegnati ad improvvisarsi eroi agli occhi delle prostitute che calpestavano quella via.

Qualche minuto alla partenza. Continuava a controllare l'ora aspettando il via, esaltato non più del solito.

Quelle gare erano diventate consuetudine nell'ultimo anno, aveva smesso di sentire le sottili scosse elettriche degli inizi ma la velocità e la sensazione della vittoria, per quanto ormai scontata, lo cullavano ancora.

< Tieni, bevi > Cassandra, con un mezzo sorriso, stava porgendo una bottiglietta di plastica. Nemmeno per un secondo penso fosse acqua. L'afferrò pigro, tracannandone qualche sorso prima di restituirla.

Poco distante da loro Èglantine, continuava a fissarlo. Lo studiava, mentre con finto fare da bambina giocava con una ciocca rossa, rotolandosela al dito. La ragazza accanto a lei, la sua esatta copia dai capelli castani, non smetteva di lasciarle baci sul collo, sfiorandole la pelle con la punta del naso, stringendole i fianchi sottili con fare possessivo.

David aveva portato lei e la sua gemella, Marceline, nella casetta isolata in cui si riunivano quasi ogni giorno, presentandola agli altri solo una settimana fa'. Non si era mai preoccupato di celare il suo debole per lei, David d'altronde non gli aveva mai negato la condivisione.

Quella tipetta vispa e allegra metteva in ogni cosa uno strano ardore e una grazia inaspettata, ricordava una creatura esotica. Partecipava spesso ai giochi della Sala.

Adorava vederla arrabbiata, quando accadeva era impossibile farla ragionare. Picchiava duro, le risse da bar in quelle zone, la maggior parte, erano opera sua. Nella sua imprevedibilità, nessuno sapeva cosa l'avrebbe fatta scattare e cosa no. Stuzzicarla era un'impresa che trovava allettante.

Ric agguantò il capo di Cassandra, stringendo le ciocche rosa tra le dita, pretese un bacio e lei gemette grossolanamente sulle sue labbra in risposta.

Dopo qualche secondo si staccò ansimante dal ragazzo e sfiorò la punta del naso con l'unghia smaltata, per sbeffeggiarlo < Vuoi proprio farla incazzare eh? > sussurrò complice e lui rise.

Quando quella massa di capelli rosata si allontanò, si girò verso Èglantine, lei finse di non avere alcuna reazione. La vide voltarsi a chiamare Frederic, che velocemente le porse un pezzo di stoffa rovinato. Richard la seguì mentre s'infilava in mezzo alle auto con il drappo sgualcito, non prima d'aver schioccato un bacio sulle labbra della sorella.

Avrebbe potuto mai rimproverarle di essere una ragazzina gelosa e capricciosa? Allontanava ogni critica con un semplice gesto. Era nata per essere ammirata, così come per essere sua quando la desiderava.

< Pronti > esclamò la rossa < Partenza > fissò i gareggianti sorridendo e poi < Via > gridò calando la bandierina nera scolorita.

Pochi minuti più tardi aveva vinto.

Dot - Punto e a CapoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora