CAPITOLO 5

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Sono coccolata tra le braccia di una giovane donna.
La guardo meglio. Ha qualcosa di famigliare...
È molto bella, di una bellezza naturale e limpida. Il viso delicato dalle gote rosee è circondato da corti capelli castani che le vanno un po' sugli occhi. Questi ultimi di colore marrone scuro come il caffè sono segnati da profonde occhiaie.
Ma, nonostante ciò, rimane nel complesso una donna dal bell'aspetto.
Forse proprio per le sue imperfezioni è ancora più bella perché vera.
La riconosco... è mamma...
L'ho sempre vista dalle foto e vederla così, dal vivo, mi fa uno strano effetto.
Non la ricordo ma da come la raccontava papà era la donna più bella, fuori e dentro, mai vista su questo pianeta. Così vera, gentile, generosa ma allo stesso tempo ambiziosa e determinata. Se si metteva in testa qualcosa era impossibile farle cambiare idea!
Papà diceva sempre che la rivedeva in me. E in effetti aveva ragione: quella donna mi somiglia molto. O meglio io somiglio a lei. Ma io non potrò mai essere bella come lei.
Non ha mai voluto che mi crescessi i capelli più lunghi di sopra le spalle. Ora capisco il perché! Lo faceva solo perché così eravamo ancora più simili.
Era solo per rivederla nonostante non ci fosse più. Come se lei non fosse mai morta.
"Chi è l'amore della mamma?" chiede dolcemente rivolta al fagotto che portava in braccio.
"Sei tu! Sei tu! La mia bellissima bambina!" rispose con un largo sorriso.
"E lo sai quanto bene ti vuole la mamma? Tantissimissimo!"
Sentire quelle parole direttamente da mamma, da una parte, mi scalda il cuore perché ho la certezza che mamma mi volesse bene.
Ma da un'altra parte sento una fitta che mi strappa in due il cuore perché mi rendo conto che mi manca, nonostante non l'abbia mai conosciuta davvero per dirlo, e mi rendo conto di non averle mai dato l'importanza che meritava.
Mi metto a ridere mentre mamma mi tocca il naso giocando. 
Poi, improvvisamente, la porta di casa si apre. È papà, di ritorno dal lavoro.
"Le mie due bellissime donne!" saluta con un largo sorriso.
Papà è alto e magro come l'ho sempre visto. Però, ha meno capelli bianchi e non è stempiato.
Inoltre, non ha le occhiaie che gli hanno sempre segnato i suoi grandi occhi marroni. Al contrario, sembra felicissimo, spensierato e realizzato.
"Ciao amore. Com'è andata a lavoro?"
Papà si avvicina a noi e bacia prima me, sulla fronte, e poi mamma.
Il loro è un bacio breve e delicato ma passionale e amorevole.
Infine si piega e da un bacio anche alla pancia di mamma.
"Bene, sai il solito..." dice con un tono scherzoso.
"Tu? Come hai passato la giornata? Tutto bene?"

Loro si amano! È chiaro anche a chilometri di distanza.
Ma il loro è un'amore vero, sincero, di quelli che capitano una sola volta nella vita.
È un'amore come quelle che si raccontano nella fiabe!
Solo che per loro l'autore non ha riservato un lieto fine.
Ma, forse, proprio nella sua drammaticità troviamo l'unicità e la naturalezza di un'amore come il loro, vissuto intensamente una volta sola, per così poco tempo, ma che va persino oltre la morte.
Se un giorno mi dovrò innamorare, vorrei un'amore come il loro!

Poi mi sveglio. Torno alla realtà.
Mamma e papà non ci sono più!
Mi metto seduta sul letto per capire un po' meglio la situazione.
Sono nella cameretta di Greta e Cecilia.
Nel letto vicino a me ci sono anche loro ma dormono.
Per il resto, attorno a me c'è solo buio, non riesco a vedere niente.
Vedo l'orario all'orologio. Sono le 6.30.
Lascio ricadere la testa sul cuscino.

Com'eravamo belli tutti insieme!
Il naso mi inzia a prudere.
E ora? Ora non ci sono più! Sono sola!
La vista si offusca.
Prima mamma, ora pure papà!
Poi così all'improvviso! Senza preannuncio! Che poi stava bene! Non capisco come sia potuto accadere...

Proprio ieri sera, nel darmi la buonanotte, mi ha ricordato che l'indomani, oggi, sarebbe stato il mio compleanno. Ed io gli ho pure risposto scontrosa che lo sapevo dato che erano settimane che facevo il conto alla rovescia e che non c'era bisogno che me mi ricordasse lui.
"Lo so. So che non aspetti altro dal tuo scorso compleanno" disse scherzando "però volevo solo dirti che mi dispiace che mamma non sarà qui per poterlo festeggiare con noi. Non per metterti tristezza, solo per ricordarti che a mamma avrebbe tanto desiderato poterlo fare e che ti amava"
"Sì lo so" risposi con tono nostalgico.
"Comunque anche se manca a tutti noi, non devi preoccuparti perché ti prometto che recupereremo il tempo per con lei!"
Avessi saputo che quella sarebbe stata la nostra ultima conversazione gli avrei dato più importanza, l'avrei stretto forte a me per poi non lasciarlo più.
Ma non potevo saperlo. Nessuno poteva saperlo! Ora queste parole, le sue ultime parole, mi assillano i pensieri.

Una lacrima calda mi percorre la guancia. L'asciugo subito con la mano.
Diceva che non mi avrebbe mai lasciata da sola! Che non ci avrebbe mai lasciati da soli! Che avremmo recuperato il tempo perso con mamma...
Altre lacrime mi bagnano il viso ma questa volta non le asciugo. Anzi le lascio scendere perché è lì che devono stare: fuori!
Ma ora cosa me ne faccio di tutte queste promesse? Solo parole buttate al vento!
Mi lascio sfogare per qualche minuto, facendo attenzione a non fare rumore per non svegliare Greta e Cecilia.
Che vita di merda!

Cerco di addormentarmi per spegnere i pensieri. Magari anche per sognare di nuovo mamma e papà.
Ma nulla! Il mio cervello non me lo permette!

"Recupereremo il tempo perso con mamma" diceva...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora