CAPITOLO 13

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Dringgg!

La professoressa interrompe la sua spiegazione.
"Bene ragazzi. Finite di leggere queste due pagine per la prossima volta. Mi raccomando, se avrete dubbi non esitate a chiedere. Buon fine settimana a tutti!"
Tutti i miei compagni, me compresa, mettiamo le cose a posto e iniziamo a dirigerci verso l'uscita.
Il suono della campanella dell'ultima ora di sabato segna la fine della settimana scolastica.
Fino a lunedì non vedrò nessuno dei miei amici.

Manu mi si affianca.
"Cate stasera usciamo?"
"No, Manu. Vorrei tanto ma non posso. Sai ancora non ho un tutore legale perciò non posso uscire se non accompagnata da un adulto, possibilmente mio parente"
"Ah sì giusto, me ne avevi parlato. Per quanto durerà questa situazione?"
"Non so in realtà"
"Vabbè un mesetto al massimo proprio" dice speranzosa.
"Lo vorrei tanto ma non credo. Da quel che ho capito la parte legale e burocratica è molto lunga e complessa"
Lei subito si rattrista.
"Vabbè ci possiamo comunque vedere tutti i giorni a scuola"
Di colpo inizio a sorridere in risposta.
Adoro il fatto che riesca a vedere il bicchiere metà pieno anche quando acqua non sembra essercene proprio.

È ormai pomeriggio ed io mi sono arresa all'idea che passerò i prossimi due giorni chiusa a casa.
Per distrarmi studio o leggo un po' mentre ascolto Taylor Swift con le mie cuffiette su Spotify.

'Cause the players gonna play, play, play, play, play
And the haters gonna hate, hate, hate, hate, hate

Questa melodia sentita e risentita arriva alle mie orecchie e riesce a distrarmi la mia lettura.
Mi alzo e inizio a ballare e cantare a squarciagola la mia canzone preferita.

Baby, I'm just gonna shake, shake, shake, shake, shake
I shake it off, I shake it off (hoo-hoo-hoo)

Poi, alla fine del ritornello, la canzone termina improvvisamente.
Molto confusa prendo in mano il telefono e scopro che in realtà quello non era il suono di Spotify.
Anzi, vedo una notifica sulle chiamate: zia Giulia mi aveva chiamata!
Devo decisamente cambiare suoneria!

Immediatamente scorro con le dita sul suo nome.

"Pronto!"
"Ciao zia! Scusa se prima non ti ho risposto ma..."
"Ti sei messa a cantare e ballare Taylor, dico bene?" mi interrompe concludendo la frase.
Rimango un po' sorpresa.
"Già..." rispondo imbarazzata.
"Come facevi a saperlo?"
"Ti conosco Cate..."
In effetti ha ragione: quando non stavo con papà o i nonni stavo da lei e quasi ogni domenica pranziamo insieme.
"Ascolta, ti avevo chiamata per chiederti se oggi ti andasse di uscire un po' con me, Greta e Ginevra. Magari andiamo a prendere una pizza..."
"Sì certo!"
Non potevo credere alle mie orecchie.
"Aspetta però, forse dovrei prima chiederlo a nonna o alla zia..."
"Tranquilla, le ho chiamate prima io"
"Ah perfetto allora!"
"Fatti trovare alle 19.30 pronta. Passiamo noi da casa a prenderti"
"Okk. A dopo!"

Mi alzo subito di scatto, come se mi fossi risvegliata, e inizio a prepararmi.
Vado in bagno e mi lavo il viso con acqua fresca per lavare tutta la stanchezza ma anche la tristezza accumulata durante il pomeriggio.
Poi torno in camera e mi cambio. Scelgo un semplice jeans nero e un maglioncino nuovo di colore blu navy comprato con la zia Elisa.
Poi passo al make up. Metto giusto un po' di correttore sotto gli occhi e su due brufoli, pettino le sopprachieglie, aggiungo del mascara e blush sulle guance per dare un po' di colore al mio viso pallidissimo.
Infine pettino anche i capelli che lascio sciolti e spruzzo del profumo.

Così, come da decisione, alle 19.30 in punto zia e le mie cuginette suonano al citofono.
"Cate sono arrivate!" mi avvisa la zia.
"Eccomi! A dopo zia!" saluto la zia mentre infilo sul mio giubbotto.
"Ciao Cate. Divertiti!"

Le raggiungo di sotto.
"Ciaoo!" le saluto appena le vedo sulle scale con un ampissimo sorriso.
Corro sotto e le abbraccio.
"Sei pronta?" mi chiede la zia.
Annuisco.
"Andiamo allora"

Percorriamo tutto il Corso della mia città a piedi parlando del più e del meno.
Anche se siamo a gennaio e fa freddo c'è comunque gente a passeggio, anche se la maggior parte delle persone sono al chiuso in negozi o pizzerie.

"Zia, dove stiamo andando?" chiedo dopo circa 20 minuti di passeggiata.
"Qua" mi risponde indicandomi di girare l'angolo.
Mi ritrovo davanti alla porta d'ingresso della pizzeria dove ero sempre solita andare con i miei amici e dove papà aveva prenotato per festeggiare il mio compleanno.
Quel compleanno che si è rivelato il giorno più brutto della mia vita.
Mi volto verso la zia come per chiederle se dovessi entrare e mi fa cenno di sì.
Allora, tiro la pesante porta in vetro ed entro.

Do un'occhiata veloce alla sala per individuare una cameriera.
La grande sala è piena di persone e dovunque si può sentire l'odore di pizza appena sfornata.

Ma una cosa in particolare attira la mia attenzione!
Una cosa che non mi sarei mai aspettata di trovare!

In fondo, palloncini colorati volteggiano per aria vicini al soffitto e poco più in basso tutti i miei amici mi aspettano con sorrisi splendenti.

Mi volto verso la zia che mi sorride come per confermare i miei pensieri.
"Vai, dai" mi incoraggia.
Allora, prendo una rincorsa e mi fiondo subito da loro che mi urlano in coro "SORPRESAAA!"
Li stringo forte a me non sapendo come ringraziarli.

"Quindi voi già lo sapevate?" chiedo tra un boccone di pizza e un sorso di coca cola.
"Sì, ci stiamo organizzando ormai da una settimana"
"Tutti? Anche le zie?"
Faccio cenno al tavolo più in fondo dove zia Elisa e zia Giulia chiacchierano allegramente.
Nel loro tavolo ovviamente c'è anche Matteo, Greta, Cecilia e i nonni.
Annuiscono.
"E non mi avete detto niente!"
"Era una sorpresa..."
"Siete stati bravi però! Non avevo proprio idea che stavate tramando alle mie spalle" scherzo.
Tutti ridiamo.

Presto arriva il momento che stavo cercando di ritardare il più possibile: il momento della torta.
Prima era il mio momento preferito in assoluto perché amo i dolci.
Adesso invece esso porta con sé la fine della festa e quindi dell'unico vero momento di felicità da settimane.

Ormai la sala è quasi vuota e dalla cucina esce una torta con sopra tante lucine e fiamme.
Il cameriere che la sorregge la lascia delicatamente sul tavolo proprio di fronte a me.
Mi prendo qualche secondo per osservarla mentre i miei amici e i miei parenti intonano "Tanti auguri a te".
La torta è semplice proprio come piace a me. Sulla panna bianca c'è scritto "Buon compleanno Cate".
Ci sono giusto qualche macarons colorati sparsi in giro.

Sollevo lo sguardo.
Ci sono tutti! I miei amici e la mia famiglia. 
É la festa che papà mi aveva organizzato.
Però qualcuno manca. Qualcuno di davvero importante, andato via troppo presto.
Ma so che sono sempre con me, in ogni cosa io faccia o dica, oppure in Matteo, in nonna, nonno, zia...
So che, ovunque loro ora siano, sono insieme, felici e non ci perdono mai d'occhio.
Mi ritrovo a sorridere così spontaneamente, come non facevo da tempo.

La canzone finisce.
"Dai Cate, esprimi un desiderio" mi incoraggia zia.
Torno a guardare le candele sulla torta.
Ci sarebbero così tante cose che potrei desiderare. Una vita normale, un papà, una mamma, più tempo con i miei genitori...
Però in quel momento, stranamente, non avrei potuto desiderare niente di più rispetto a tutto quello che già avevo.

Prendo un grosso respiro e soffio sulla lieve fiammella delle candele.
Il rumoroso applauso da parte di tutti rompe il silenzio che si era creato.
Sono felice!
Nonostante tutto, sono felice.

"Recupereremo il tempo perso con mamma" diceva...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora