1. The Beginning of Hell

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2 anni prima

Mi svegliai bruscamente quando la sveglia suonò, in tutta onestà non ero pronto per questo risveglio, anzi sarei voluto rimanere a letto ma oggi, è il mio primo giorno nella nuova scuola e, come dice sempre mio padre, nuova città, nuova vita o nel mio caso, nuova scuola, nuova reputazione. Mi alzai, andai il bagno, mi sciacquai la faccia e quando alzai lo sguardo vidi il mio riflesso nello specchio.

<<Dovrei proprio tagliarmeli questi capelli! >> dissi mentre mi sistemavo il ciuffo ribelle che mi ricadeva sugli occhi subito dopo. Ritornai in stanza, mi cambiai e indossai la divisa della scuola, cioè una camicia bianca, un blazer blu navy con lo stemma della scuola e dei pantaloni neri, dopodiché, scesi le scale mentre finivo di abbottonarmi il blazer. Quando arrivai in cucina la prima cosa che feci fu sedermi a tavola. Davanti a me vidi la solita colazione così, senza rifletterci troppo, iniziai a mangiare ma i miei pensieri presero il sopravvento e cominciai a fissare il piatto.

<< Michael, se non ti sbrighi a mangiare farai tardi a scuola! >>

Non risposi e continuai a guardare il piatto con sguardo pensieroso.

<< Michael! >>

Alzai lo sguardo dal piatto e lo rivolsi alla figura snella di fronte a me << Scusa mamma, potresti ripetere? Ero sovrappensiero >> dissi guardandola negli occhi.

<< Ho detto che se non ti sbrighi a mangiare farai tardi. Si può sapere perché sei sempre sovrappensiero in questi giorni? C'entra qualcosa la nuova scuola? >> rispose lei.

Beh, di certo essere il nuovo ragazzo in una scuola dove vanno solo figli di papà non è ideale e considerando il fatto che ci siamo trasferiti a inizio ottobre direi proprio che non poteva andare meglio. Invece la guardai e scossi la testa non volendola far preoccupare.

<< Allora, cosa c'è che non va? >> mi chiese facendo incrociare i nostri sguardi e potei vedere che i suoi bellissimi occhi color nocciola brillavano di preoccupazione.

<< Mamma, mi devo semplicemente abituare alla nuova frequenza sulla quale sta viaggiando la mia vita, anche perché non siamo più a Londra. Ora siamo a New York >>

<< Lo so che questo trasferimento è stato un duro colpo per te e Veronica ma a vostro padre hanno fatto un offerta di lavoro che non poteva rifiutare >> disse mentre versa il caffè in una tazza.

<< Lo so >> borbottai guardando il piatto riprendendo a mangiare.

<< Michael, potresti andare a svegliare Veronica? >> mi chiese. In risposta annuii alzandomi e dopo aver raggiunto le scale che conducono alla stanza di Veronica, iniziai a salirle. Quando arrivai davanti alla porta della sua camera, attraverso uno spiraglio, la vidi impegnata a mettersi la matita intorno agli occhi e ad abbottonarsi gli ultimi bottoni della camicia.

Le uniche cose che le invidio sono la sua disinvoltura e la sua spensieratezza pensai guardandola, ma i miei pensieri furono interrotti da Veronica stessa che aprì energicamente la porta.

<< Scusa Michael, non pensavo fossi dietro alla porta >> disse mentre finiva di sistemarsi il blazer e lisciava la gonna nera a pieghe che, nella divisa femminile, sostituiva i pantaloni di quella maschile.

<< Tranquilla e poi ormai dovresti saperlo che il tuo fratellone si muove nell'ombra come un ninja >>

Alle mie parole Veronica rise dolcemente e mi guardò con quei suoi occhi verdi ereditati da nostro padre.

<< Comunque ero venuto per svegliarti ma, da quello che vedo, hai più energia di me >>

<< Si, oggi mi sento particolarmente felice >>

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