4. New home, new life.

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-Allora tu vivrai qui?- chiesi sopreso.
-Emh.. sì.. so che è piccolo, ma è solo per il momento.- spiegò mentre attraversavamo la strada; un clacson suonò a pochi passi da noi, ma Amanda non era abituata alle abitudini della città e se non fosse stato per me l'avrebbe presa in pieno.
-Tutto bene?- domandai preoccupato.
-Non proprio... cavolo, che paura..- ammise con una risata nervosa.
-Lo capisco, Sidney è un po'..-
-Eccentrica- terminò la frase lei, così ridemmo e raggiungemmo il portone del suo palazzo.
-Vuoi salire?- chiese lei dopo aver trovato le chiavi in una delle tante tasche della valigia.
-Emh.. Sì, se per te non è un dispiacere- dissi io grattandomi la nuca e osservandola mentre girava e rigirava le chiavi tra le sue dita, nervosa.
-Quella più grande- sussurrai al suo orecchio divertito, facendola sobbalzare dalla sorpresa.
-Come fai..-
-Di solito qui sono quasi tutte uguali.- spiegai prendendo in mano la valigia, piuttosto pesante, e portandola all'interno.
-Ma..-
-Sì, non c'è l'ascensore- mi precedette lei imbarazzata.
-Che piano?-
-Il terzo-
-Che bello..- sbuffai prima di mettere la valigia sulla spalla e salire gli scalini traballanti.
-Non pensavo ci fossero case così malridotte a Sidney- biascicai sul pianerottolo del primo piano, e la sentii ridere di gusto.
-Questo significa che è una città storica- asserì Amanda.
-Preistorica direi- rise, al ché cercai di non pensare alla risata, totalmente diversa da quella di Amanda, che avrei voluto sentire in quel preciso momento.
-Luke, mi senti?-
-Emh... sì, scusa, cosa hai detto?-
-Ti ho chiesto per quanto tempo rimarrai a Sidney-
Deglutii. Non sapevo quanto sarei rimasto, non sapevo quanto tempo mi sarebbe rimasto.. perciò risposi: -Fino a quando morirò-
Lei rise, non capendo che le mie parole erano più che serie e che non volevo lasciare affatto la città, non dovevo avere modo per andare a Melbourne e tornare da lei, perché era da ore che l'instinto mi ordinava di tornare indietro, eppure non volevo, non dovevo farlo, non le avrei ancora rovinato la vita.
Allora vuoi rovinarla a questa ragazza? chiese il mio subconscio, e non seppi dare una risposta.
Mi importava di Amanda oppure era solo un mezzo per vincere Capture una volta per tutte?
-Siamo arrivati- mi richiamò lei divertita, quindi mi voltai e la raggiunsi davanti alla porta del suo appartamento.
Quando la porta si aprì, potei osservare la sua futura casa e sinceramente non mi ispirava affatto. Era buia, le finestre erano infatti poche, e come immaginavo la luce e la corrente ancora non erano attivate. Il pavimento era in parquet scuro e le pareti erano grigie e spente; superfluo dire che non era arredata.
-Una domanda.. perché sei venuta a Sidney?-
-Per cambiare aria..- disse lei ora più seria e gli occhi verdi le si fecero leggermente lucidi.
-Scusa.. non volevo essere invadente..-
-No, tranquillo, va tutto bene- sorrise lei, un sorriso più spento dei precedenti e mi detti del deficiente per la mia maledetta boccaccia.
-Amanda..-
-Sì?-
-Se vuoi puoi rimanere a casa mia fino a quando il tuo appartamento non sarà a posto..- proposi io delicatamente, e lei sorrise smagliante.
-Davvero?? Cioè.. sai, qui non saprei nemmeno cosa fare e..-
-Non c'è problema, davvero.. era la casa in cui vivevo con i miei amici quindi ha molte stanze-
Lei mi guardò qualche secondo con gli occhi lucidi, prima di venirmi incontro e avvolgere le sue braccia intorno al mio collo; la strinsi a me, inspirando un profumo di orchidea fresco e allo stesso tempo dolce.
Ma tu ami la vaniglia... continuò la mia mente a infierire, al ché chiusi gli occhi e l'abbracciai ancora più forte, come per dimostrare al mondo che stavo meglio.
Stavo bene.

Stavo bene

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