-Penso si sveglierà presto, non preoccuparti..-
-Magari morirà! Oddio!-
-Non morirà, Oscar, non essere sciocco..-
-Di certo ha preso un bel colpo, ma non penso sia grave..-
-Anche secondo me, ma sono preoccupato.. hey, guarda.. si sta svegliando..-
-Summer..-
Aprii lentamente gli occhi, intravedendo le figure dei miei compagni di corso sopra la mia testa.
-Hey, piccoletta!- mi sorrise Dylan, guardandomi con un certo luccichio di preoccupazione misto ad ammirazione negli occhi.
-Non prenderla in giro adesso..- Jessica lo spinse scherzosamente, allontanandolo dal letto su cui mi trovavo.
-Dove sono?..- pronunciai piano, osservandomi attorno e sedendomi con calma, i muscoli doloranti.
-In infermeria- rispose Noah, allungando una mano per sfiorarmi la guancia; senza che nessun altro se ne accorgesse, allontanò le dita dalla mia pelle con titubanza, quasi come se avesse appena toccato dei carboni ardenti. -C-come ti senti?..- domandò, distogliendo lo sguardo dai miei occhi.
-Bene, credo.. cos'è successo?-
-Quel tipo.. be', aveva più esperienza di te..- affermò Oscar facendo attenzione alle sue parole e cercando di non ferirmi nell'orgoglio.
Apprezzai quel piccolo gesto, e gli regalai un dolce sorriso che lo fece arrossire leggermente.
-Comunque sei stata bravissima! Anzi, fenomenale!- esclamò Dylan avvicinandosi nuovamente a me e gesticolando con le mani. -Quel tuo sguardo infuocato, quei colpi.. wow, incredibile!-
-Sta' zitto e lasciala riprendersi un po'- Noah levò lo sguardo al cielo, ma Dylan continuò ad elogiarmi per un altro bel po', fino a che udimmo qualcuno bussare alla porta.
-Avanti- disse Jessica, ma prima che potessi vedere la persona dietro la porta lei richiuse immediatamente la porta. -Vattene, grazie.-
-Chi è?- chiesi preoccupata.
-Voglio solo vederla..- sentii.
Noah e Oscar si avvicinarono alla porta per tenerla chiusa, ma quella persona con una forza innata la spalancò facendoli sussultare.
-Devo parlarle..- sussurrò il ragazzo, che immediatamente riconobbi.
Il mio avversario.
-No, lasciala stare..- proferì Noah.
-Le hai già fatto male abbastanza.- chiarì Dylan facendosi avanti, ma lo interruppi immediatamente. -Lasciateci soli..- non feci trasparire la mia insicurezza, ma d'altronde ero davvero curiosa di sapere di cosa volesse parlarmi.
-Sicura?- domandò Jessica, ma quando annuii decisero di darmi retta e uscirono dalla stanza in uno strano silenzio.
Gli occhi verdi del ragazzo si posarono immediatamente su di me, e con prudenza si avvicinò al mio letto. -Solitamente non faccio visita ai miei avversari..- chiarì lui, scrutandomi attentamente.
-E perché lo stai facendo con me allora?- domandai non distogliendo lo sguardo da lui.
Lui sembrò pensarci su per qualche istante, ma poi semplicemente afferrò una sedia e si sedette accanto a me.
-Non ti alzavi più.. mi sono preoccupato- ammise lui passandosi una mano tra i folti ricci scuri.
-Hai provato pena per me, quindi..- constatai stringendo i pugni, ma la mia freddezza si sciolse quando la sua mano si posò sul mio pugno e tentò di tranquillizzarmi. Sussultai.
-Scusa..- sorrise lui togliendo la mano e appoggiando il gomito al letto. -Dimmi un po', come ti chiami?-
-Summer King.. tu?-
-Harry Styles-
Annuii silenziosamente, osservandolo con più attenzione. -Tu stai bene?-
-Cosa..- sgranò gli occhi, sorpreso dalla mia domanda.
-Be', qualche colpo te l'ho sferrato anche io..- ridacchiai, prima di scostarmi la coperta e cercare di scendere dal letto. Ad un tratto percepii un forte dolore allo stomaco che mi fece piegare in due, e Harry si alzò velocemente per tenermi stretta tra le sue braccia. -Io sto bene, ma tu a quanto pare..-
-Sto bene- chiusi io allontanandomi dalla sua presa e afferrando la borsa da kick boxing attaccata all'appendiabiti.
-Dimmelo guardandomi negli occhi allora..- disse lui bloccandomi dall'uscire dalla stanza e incatenando lo sguardo al mio.
-Io..- schiusi le labbra, sorpresa. -Io..- rimasi in silenzio, tremante e insicura.
-Come immaginavo.. non sai mentire- sorrise lui aprendo leggermente la porta per lasciarmi lo spazio per uscire. -Ah, Summer..-
-Sì?- mi voltai, e in pochi secondi il suo viso si ritrovò di fronte al mio, così vicino che potevo percepire il suo respiro sulla mia pelle e sulle mie labbra.
-Se hai bisogno di una mano, potrei aiutarti con il kick boxing-
Spalancai gli occhi. -Cos..-
-Sei determinata, e non ti sei arresa nonostante tutto.. mi piaci molto, e se ci tieni posso aiutarti- mi osservò a lungo, socchiudendo leggermente gli occhi.
-Perché vuoi farlo?-
Si scostò da me, passandosi una mano tra i capelli. -Non so, sei molto interessante e una compagna come te non sarebbe male.-
-Quindi lo fai per te stesso.. per apparire più forte agli altri..- ipotizzai con freddezza.
Lui sorrise. -Chi non è egoista in questo mondo di pazzi?-***
-Sicura di sentirti bene, King?-
-Benissimo, professore, non si preoccupi..- gli sorrisi rassicurante, quindi lui annuì ancora poco convinto. -Bene, comunque sei stata molto brava, complimenti-
-Grazie..- gli strinsi la mano, con determinazione, prima di allontanarmi dal professore Lee e raggiungere i miei compagni di corso.
-Hey, piccoletta! Stai bene?- chiese Dylan circondandomi il collo con un braccio e scompigliandomi dolcemente i capelli.
-Se tu ti staccassi, molto meglio- sorrisi imbarazzata io, ma lui sembrò non ascoltarmi e insieme ci incamminammo verso l'uscita della palestra.
-Cosa voleva quello Styles, alla fine?- domandò Jessica al mio fianco, mentre Noah e Oscar erano rimasti dietro di noi.
-Emh.. voleva sapere come stavo- esordii abbassando lo sguardo e camminando leggermente zoppicante.
Sentii uno scossone alla mia destra e vidi Noah spingere bruscamente Dylan via da me. -Ora è il mio turno- biasimò circondandomi la vita con un braccio.
-Tutta tua- biascicò l'altro ridendo insieme a Jessica e Oscar.
Cominciarono a parlottare dei vari tornei vinti da Harry Styles, a quanto pare molto famoso, e delle nuove tecniche che avevano intenzione di sperimentare.
-Tutto okay?- domandò Noah al mio fianco, osservandomi attentamente. Posai lo sguardo sui suoi occhi azzurri cristallini, prima di annuire leggermente e stringermi involontariamente più a lui.
-Ho solo alcuni lividi sullo stomaco e sulle gambe.. ma per il resto solo qualche dolore qua e là- annunciai sottovoce.
-E anche qui..- mi sfiorò la guancia con delicatezza.
-Oh..- esclamai toccandomi la guancia. -Non me n'ero accorta..-
Lui sorrise, prima di stringermi più a sé e scoccarmi un leggero bacio sulla fronte. -Sei stata bravissima!-
-Ma ho perso..-
-Solo ufficialmente-
Sorrisi. Noah era sempre stato dolce e gentile con me, già dai primi giorni che iniziammo ad allenarci insieme, e sapevo che mi avrebbe sempre sostenuta.
-Quando avete finito di fare i piccioncini, magari ci potreste anche rispondere..- ci interruppe Dylan fingendosi offeso.
Arrossimmo entrambi, prima di separarci e toccarci rispettivamente i capelli con nervosismo. -Dicevi?- domandò Noah con le guance rosse.
-Volete fare un salto al bar? Andiamo a prenderci qualcosa da bere.. si muore dal caldo oggi-
-Siamo in Australia, non ti sei ancora abituato al clima?- rise Jessica facendogli la linguaccia.
Dylan si limitò a scrollare le spalle.
-Sarebbe davvero magnifico, ma devo andare da una persona- proferii nervosa. -Forse un'altra volta?-
-Certo, certo- rispose Jessica lasciandomi con un frettoloso abbraccio.
-Allora alla prossima- mi salutò Oscar battendomi il cinque.
-Caricaaaaaaa!- Dylan, che non avevo affatto visto oltre la stazza di Oscar, scansò quest'ultimo e mi diede un forte abbraccio che quasi soffocai. -Dyl.. hey..-
-Oh, scusa piccoletta- sorrise lui, lanciando un'occhiata a Noah.
-Ciao, bella- mi salutò infatti quest'ultimo facendomi l'occhiolino.
Mi allontanai con il sorriso sulle labbra, fino a quando, svoltato l'angolo, mi fermai appoggiandomi a un muro di cemento e con i denti serrati sfiorai il mio stomaco dolorante. Alzaii leggermente la maglietta, e potei vedere un enorme livido viola sulla mia pelle; lo sfiorai, e mugugnai con dolore quando lo feci. Rimisi la maglietta giù e iniziai ad incamminarmi verso la casa di Lily.
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Astronomy 2 {L.H.}
Hayran KurguCapisci di amare veramente una persona quando, nonostante tutti gli sbagli e gli errori che ha commesso, nonostante il dolore che ti ha provocato e le verità che ti ha tenuto nascoste, tu ancora la consideri come se fosse la tua unica ragione di vit...