Mi sentivo sola.
Mi trovavo sul terrazzo di casa, seduta contro il muretto rosa e bianco, i raggi arancioni del sole che si posavano delicatamente sulla mia pelle, dolci come una carezza di prima mattina.
Tremavo, mentre lentamente il sole scendeva sulle colline verdi e il leggero venticello primaverile si insinuava tra i miei capelli. Le sfumature azzurrastre e gialle riempivano il cielo, rendevano le nuvole più scure e affascinanti, con i contorni splendenti e luccicanti; sospirai, osservando a due fessure la forte energia del sole che mi scaldava il viso, quel calore così intenso e piacevole che solo quella sensazione può donarti. Seguii il tragitto del sole fino a quando non scomparì lentamente, e ad un tratto tutto ciò che precedentemente era coperto dalla luce solare, ora pareva nitida e distinta; all'orizzonte il cielo era rosso e le nuvole parevano districarsi dalle colline salendo in cielo, lasciandosi il passato alle spalle e sfuggendo dalla ferrea presa della terra. Si spostavano lentamente, le nuvole, e nonostante il cielo se ne fosse andato, la luce si rifletteva ancora su di loro. Osservai il cielo con una strana percezione, rilassando ogni singolo muscolo del mio corpo e lasciandomi cullare dalla bellezza della natura e dall'aria fresca che mi persuadeva con insistenza. Il cielo era piuttosto limpido, e l'azzurro chiaro e luminoso non si era ancora dissolto del tutto, come se nonostante la sua assenza, il sole potesse ancora avere delle conseguenze, potesse ancora toccare il cuore delle cose. Un brivido mi fece tremare, e di malavoglia tornai in casa.
Camminai lungo il corridoio del secondo piano, passando di fronte allo studio di mio padre. Ciò mi fece pensare ad Ashton.
Il rapporto tra me e Ashton in quel periodo si era rivelato molto travagliato: lui aveva riniziato a frequentare la scuola, ma nonostante quello cercava di evitarmi il più possibile, e dopo la sua decisione di non voler parlare con suo padre fino a quando non si sentisse pronto, decisi anche io di lasciarlo stare per un po'. La situazione tesa però non mi lasciava indifferente, e sentivo che la sua lontananza e la sua freddezza mi ferivano più profondamente di quanto avessi mai immaginato.
Sospirai, scendendo le scale ed entrando in cucina. -Ciao mamma!- la salutai con un sorriso sforzato, ma lei non si accorse della mia maschera e ricambiò il saluto con allegria.
Proposi di darle una mano in cucina, così lei accettò di buon grado e cominciammo insieme a cucinare la cena. Tra mia mamma e me invece non c'era più tensione, non come quella della sera in cui sono finita in prigione almeno. I miei genitori mi avevano vietato di uscire e di utilizzare il cellulare per una settimana, ma d'altronde per me non c'era alcun problema; molto spesso avevo provato il desiderio di chiamare Luke e sentire la sua voce, ma grazie alla mancanza dell'unico mezzo in grado di telefonargli, ero costretta a reprimere il mio desidero e di concentrarmi su qualcos'altro.
Il tempo passò in fretta, e dopo aver cenato con la mia famiglia decisi di farmi una doccia veloce e infilarmi immediatamente sotto le coperte.
Il sonno era l'unica cosa che mi permetteva di non pensare a lui, escludendo i sogni della stessa sostenza del suo profumo.
Il mattino dopo mi svegliai di malavoglia e mi vestii con una semplice felpa scura e un paio di jeans chiari, per poi raggiungere la Collingwood con l'auto.
Attraversai a passo svelto il vialetto che portava all'entrata della scuola, prima di svoltare a sinistra e avvicinarmi alla panchina.
-Ciao, ragazzi- salutai prima di sedermi accanto a Lily, la quale stava osservando di sottecchi il moro. Non ero sicura di come la situazione fosse continuata tra loro, ma a quanto sembrava erano rimasti solo amici.
Anche Michael e Catherine si erano lasciati, ma senza alcun rancore continuavano a parlare e scherzare tra loro.
-Hey, Summer- mi sorrise Catherine, lanciando un'occhiata veloce a Lily che non si era ancora accorta della mia presenza. Le diedi una gomitata leggera al fianco, al ché si voltò ed esclamò: -Summer!- e le sorrisi.
Calum invece continuava a messaggiare con il suo cellulare, e di tanto in tanto sorrideva.
Lily sembrò raggelarsi.
-Non vedo l'ora che finisca la scuola!- esclamò Catherine seduta sul tavolo della panchina di legno, tenendo le gambe incrociate e una mano sotto il suo mento.
-Mancano ancora due mesi, Cat- replicò Michael ridacchiando.
Continuarono a parlottare tra loro, includendo ogni tanto Lily, me e Calum nella conversazione. Incrociai lo sguardo freddo di Ashton, il quale si trovava seduto proprio di fronte a me.
-Tutto okay?- mimai con le labbra. Lui annuì distogliendo lo sguardo da me, e ciò mi provocò un forte dolore al petto.
Avevo voglia di alzarmi e andarlo a stringere forte, inspirare il suo profumo e ridere e scherzare con lui, come eravamo soliti fare prima che si scoprisse la sua vera identità.
Aveva tutto il diritto di essere arrabbiato, ma che colpa ne avevo io?
-Ciao a tutti!- esclamò una voce dietro di me. Come avrei potuto non riconoscere quello stridulo verso da gallina.
-Emily, che ci fai qui?- domandò Michael con un sorriso falso, prima di lanciarmi uno sguardo complice.
-Mi annoiavo- disse semplicemente, prima di circondare la panchina e sedersi sul posto libero accanto ad Ashton. -Wow, che aria da funerale che c'è qui!- gracchiò lisciandosi i capelli rossi tinti.
-Se non ti va bene puoi anche andartene- soffiò Lily attirando l'attenzione di Calum, il quale la guardò con attenzione. Lei arrossì.
-No, no tranquilli- sorrise Emily. -Mi stavo chiedendo.. sapete per caso dove è finito il mio ex-fidanzato?-
-Quale dei tanti?- chiese Michael soffocando una risata.
-Lukey, ovviamente.-
Sentii lo sguardo di tutti su di me, ma io feci finta di niente e continuai a mordicchiarmi le unghie con fare annoiato.
-Si è trasferito a Sidney- asserì Calum. -Nella vecchia casa che condividevamo quando vivevamo lì-
-Capisco.. ma è definitivo?- domandò la rossa con curiosità.
-Non si sa- chiarì Michael. -Ma anche se tornerà, non sarai di certo tu la causa.-
Gli sorrisi riconoscente.
-Quanto siamo acidi!- balbettò Emily sbuffando. -E tu Summer? Non l'hai più sentito?- puntò il suo sguardo felino su di me.
Era una provocazione? Non si era ancora stancata di punzecchiarmi?
Scrollai le spalle, distogliendo lo sguardo.
-Perché no? In fondo stavate insieme anche voi no? Be' solo per Capture ma dettagli..- ridacchiò divertita.
-Capture?- Catherine, la quale era rimasta in silenzio per tutto il tempo, osservò Emily confusa.
-Oh, non ne sai niente?- Emily lanciò un'occhiata a Michael. -Avresti dovuto parlargliene, no?-
-Di cosa sta parlando?- domandò Catherine osservando Michael.
-Dai, diglielo! Merita di saperlo. In fondo la vostra relazione si basava solo su quello..-
-Ora basta Emily!- irruppi alzandomi di scatto dalla panchina. -Ora vattene-
-Summer ha ragione!- esclamò Ashton imitandomi.
-Okay, okay.. voi due siete proprio scontrosi allo stesso modo..- soffiò Emily allontanandosi con un sorriso. -Siete proprio fatti per stare insieme- disse prima di lasciare tutti nel silenzio più assoluto.
Il tempo si era come fermato, ma quando tutto tornò alla normalità Catherine si allontanò velocemente da Michael, che la stava inseguendo pregandola di fermarsi, Lily era rimasta in silenzio, Calum continuava a fissarla intensamente e Ashton non riusciva a distogliere lo sguardo da me.
-Dobbiamo entrare- ricordai a Lily, prima di afferrarla per il polso e trascinarla con me verso l'ingresso della scuola.
-A quanto ho visto la cotta per Calum non ti è ancora passata..- serrai i denti, evitando lo sguardo della mia amica.
-Non so bene cosa pensare..- mormorò nervosa.
-Dai, entriamo che ora c'è lezione- chiusi io dirigendomi velocemente verso la classe.
STAI LEGGENDO
Astronomy 2 {L.H.}
FanfictionCapisci di amare veramente una persona quando, nonostante tutti gli sbagli e gli errori che ha commesso, nonostante il dolore che ti ha provocato e le verità che ti ha tenuto nascoste, tu ancora la consideri come se fosse la tua unica ragione di vit...