Adesso mi rendo conto di cosa vuol dire farsi bella per un uomo. Mi ritrovo a fissarmi allo specchio con indosso la cosa migliore che ho trovato. I pantaloni di jeans più attillati che possiedo, una semplice canotta nera e delle scarpe da ginnastica. Lo ammetto, ho pensato di mettere una gonna, ma gli sarei potuta sembrare troppo professionale e avrebbe scoperto il mio piano.
Gli chiederò di prendere la giornata libera, così potrò comprare vestiti più sobri ed eleganti. Mi sono anche truccata, quindi meglio che apprezzi il signorino.
Scendo le scale con grande sforzo cercando di essere audace per lui, spero che lo noti. Deve notarlo!
Apri quella porta, stupida!
Rudolf mi richiama siccome sto fissando la porta dell'ex ufficio di mia madre. Altri due minuti ed entro, promesso.
Come saluto? Con buon giorno o con un semplice ciao? Oddio, che problema! E adesso come faccio.
Entra!
Metto la mano sulla maniglia e lentamente la abbasso. Aperta la porta mi ritrovo un Harry seduto alla scrivania più bello che mani. La luce che proviene dalla grande vetrata alle sue spalle illumina la pelle del suo viso. È impegnato a leggere un documento o qualcosa del genere per questo non ha nemmeno notato la mia presenza nella stanza.
Esco, non posso reggere a tale bellezza.
Sto per richiudere la porta...
"La prossima volta potresti bussare prima di entrare" la sua voce è ancora impastata dal sonno, visto che sono solo le otto e mezzo del mattino.
"Ehm, scusa" dico entrando nella stanza e mentre mi dirigo verso una delle due poltrone davanti alla scrivania lui mi guarda con attenzione.
Dio, ti prego, fa che abbia notato la scollatura della mia canotta.
"Te lo ripeto un'ultima volta, devi darmi del lei" O si è svegliato dalla parte sbagliata del letto questa mattina oppure gli sto antipatica veramente. Optiamo per la prima.
"Mi scusi" dico a denti stetti mentre mi siedo sulla poltrona e appoggio le braccia sui braccioli.
"Di cosa voleva parlarmi?" dimmi che vuoi scappare da qui.
Preparo le valigie, vengo con te.
"Volevo parlarti di Emily" portiamo anche lei.
Per me va benissimo.
"Lei ti trova molto simpatica" continua alzandosi dalla sedia e guardando attraverso il vetro della vetrata dalla quale è possibile avere un'ottima vista di Londra.
"E questo è stano, perché lei non si affeziona quasi a nessuno." si gira e mi guarda dritto negli occhi.
Non vuole scappare più.
"Potresti badare a lei quando io non ci sono? Ti aumenterò la paga se per te va bene e potrai avere un giorno libero in più e poi..."
"Si baderò a lei" lo fermo prima che metta altre condizioni. A me basta la paga che ricevo e non ho bisogno di un giorno in più.
"Grazie, non sai quanto mi fai sentire felice" sorride mostrando delle adorabili fossette. Sei bellissimo Harry, sei meraviglioso.
"Se ha finito, vorrei chiedere la giornata libera e se vuole posso portare Emily in giro oggi" mi alzo dalla poltrona e finalmente riesco a fare la seria davanti a lui. Sembra sorpreso di questo cambiamento, speriamo che il nostro rapporto migliori.
"Certo, puoi andarla a prendere in camera sua e questo è il mio numero" prende un foglietto e scrive il suo numero di cellulare. Gli lascio anche il mio perché vuole contattarmi per vedere come sta la sua bambina di tanto in tanto.
Dopo averlo salutato con un "A presto" esco dalla stanza.
Oh porco di un panda, ho in suo numero di cellulare.
Siamo sicuri che mi abbia dato il suo numero perché vuole vedere come sta sua figlia?
Si, ne siamo sicuri.
Rudolf, la mia coscienza, mi fa sentire uno schifo da quando so che esiste.
Io non sono la tua coscienza, ma la tua dea interiore e smettila di chiamarmi Rudolf!
"Oliv!" Emily si salta praticamente addosso appena entro nella sua camera da letto.
"Ehi piccola, come sai il mio nome?" le chiedo mentre la stringo a me per non farla cadere.
"Me lo ha detto il mio papà"
Fermi tutti! Hanno parlato di me! Adesso posso davvero morire felice.
"Sono stata io a convincerlo a farti diventare la mia nuova babysitter" sorride abbracciandomi più stretta a se.
Sei un piccolo genio tesoro, ti stimo troppo.
"Cosa ti andrebbe di fare oggi?" le chiedo mettendola a terra.
"Andiamo in giro e compriamo dei vestiti" dice. Ok per me va benissimo, era quello che avevo intenzione di fare.
"Ok, usciamo" la prendo per mano e usciamo fuori da quella gabbia.
Le faccio provare un sacco di vestiti e quello che lei preferisce di più è un vestitino viola a balze con un cinturino di brillantini. Decido di farle un regalo così lo compro e lei sembra esserne molto felice.
Pensaci bene Olivia, se riesci a guadagnare la sua simpatia ottieni anche quella del padre.
È un piano malefico, mi piace.
"Olivia!Olivia!" Emily mi trascina per la mano e mi porta davanti ad una vetrina. Guardo con occhi spalancati e a bocca aperta il bellissimo vestito che mi si presenta davanti.
"Ma è bellissimo" dico immaginandomi con quel meraviglioso abito indosso. Il problema è che non so quando metterlo e ora che guardo il cartello appeso in vetrina noto che costa più di quanto possa guadagnare in tutta la mia vita. Forse l'aumento mi avrebbe fatto bene, ma ormai ho rifiutato.
Intelligentona.
"Compralo" mi esorta la bambina al mio fianco.
"Non ho i soldi per comprarlo e se lo provo me ne innamoro e non lo tolgo più" spiego con gli occhi incollati sul vestito.
"Oh, beh fa niente" la bambina sorride complice, anche se non ne capisco il motivo.
Andiamo avanti, visitando altri negozi, dove compro qualcosa che rientra nel mio stila da semplice cameriera. Il commesso mi fa anche un piccolo sconto invitandomi ad uscire con lui a prendere un caffè al bar domani. Accetto senza fare troppi complimenti. Non si rifiuta mai l'invito di un bel ragazzo dagli occhi blu e dai capelli biondi.
Ora che ci penso questa sera ho un altro appuntamento, con il ragazzo che lavora all'hotel e alcuni nostri amici in comune. Non vedo l'ora. Andremo in una piccola discoteca, come al solito.
"Cosa metterai questa sera?" mi chiede Emily dopo che le ho raccontato del mio appuntamento.
"Opterò per jeans e una maglietta scollata per attirare..."
Olivia contieniti! Stai parlando con una bambina.
"E domani? Cosa metti?" chiede ancora la piccola impicciona.
"Non lo so, ci penserò più tardi" la congedo e continuiamo a camminare sotto il sole cocente di giugno, in cerca di un buon posto dove mangiare.
Passiamo il resto della giornata a parlare di quello che ci passa per la testa e Emily ha un buon senso dell'umorismo, devo ammetterlo.
Adesso ci troviamo sedute su una panchina del parco e siamo spaparanzate come due barbone per il caldo. Mi si avvicinano un sacco di ragazzi che cercano di attaccare bottone con frasi come:"Ti sei fatta male quando sei caduta dal cielo? No, perché sembri un angelo"
"Quello era proprio antisimpy" confermo dopo che il quarto ragazzo se ne è andato via.
"Cosa significa?" mi chiede Emily.
"Che è antipatico...guarda che putty che è quella!" guardo una ragazza con la minigonna che salta addosso ad un quarantenne con la moglie. Sicuramente quella giovane è l'amante e adesso gli sta facendo una scenata.
"Che cosa significa putty?" chiede ancora la dolce bambina.
Oh santi panda, e adesso che dico?
"Hai presente quando qualcuna fa la zocc...ti infastidisce?"
"Si, una mia compagna mi infastidisce"
Annuisco vivacemente con la testa e la guardo sorridendo.
"Sei una putty Emma" afferma facendoci guardare da un paio di persone. Sorrido vedendo che lei continua a dire parolacce senza nemmeno saperlo.
Continua così per un po' di tempo poi mi squilla in cellulare e io rispondo tutta bella tranquilla.
"Siamo al parco"
"Stiamo tornado, vero Emily?"
"Si papà è vero" avvicino il telefono alla bambina
"Solo cinque minuti" continuo io.
Sento Harry ridere ed è il suono più bello che abbia mai sentito.
Chiudo la chiamata e guardo Emily sorridendo come una scema. Lei mi guarda, non capendo per cosa sorrido.
"Sei pronta a correre?" le chiedo e lei è già in piedi capendo che ci troviamo in un mare di guai.
Corriamo lungo il marciapiede evitando persone e anziani che ci urlano contro dicendo che siamo delle scostumate, che la gioventù di oggi è fatta solo di folli drogati. Continuo a correre finché qualcosa attira la mia attenzione. Un Harry Styles in giacca e cravatta si trova un cartellone pubblicitario, con accanto la scritta 'Più ricco della regina'. Penso subito che stiano scherzando sul fatto che lui è più ricco della regina, ma poi ricordo che lui ha comprato il nostro hotel.
Arriviamo all'hotel con un ritardo di venticinque minuti. Almeno ci ho provato.
Questo è l'importante.
"Dove siete state?" il proprietario mi si presenta davanti alla faccia con i capelli scompigliati e rosso in viso.
"Perché ci avete messo tanto?"
"E tu signorina, vai di sopra, questa sera vai a letto senza cena!" sbraita contro la sua bambina. È anche un padre severo.
"Che putty che sei, papà" dice il mio tesoro mentre sale le scale.
"Chi ti ha insegnato queste parole?" e si gira verso sua figlia che ormai è già scomparsa mentre io cerco di fuggire uscendo dalla porta.
"Ferma li tu!" mi giro lentamente sorridendo.
"Dove credi di andare?"
"Veramente, dovrei uscire con dei miei amici" e proprio in quel momento il mio amico si presenta all'ingresso.
"Sei pronta Olivia?" chiede sorridendo e salutando il nuovo proprietario.
"Oh, no Olivia, tu non vai da nessuna parte, vai nel mio ufficio!" indica alle sue spalle.
"Ma..."
"Niente ma, nel mio ufficio!" sbraita e io eseguo i suoi ordini e a testa bassa mi dirigo nel suo ufficio.
Tua figlia ha proprio ragione, che putty che sei!
Allora? Vuoi darti una mossa? Non dirmi che sei andato a mangiare con quella tua Pamela? Ora che ci penso non li ho visti per niente assieme oggi, ma ehi...sono uscita tutto il giorno, non potevo augurarle ogni male per stare con lui.
Sto aspettando!
Sbuffo mentre mi getto a peso morto sul divano presente nel suo ufficio.
Però sei comunque bellissimo.
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Do you want to be my wife?(SOSPESA)
Fiksi PenggemarHarry Styles, famoso imprenditore londinese decide di comprare l'hotel più famoso di tutta Londra per desiderio della figlia di cinque anni. Olivia Wilson é una ventun'enne da poco laureata. Adottata all'età di cinque anni si trova a vivere in una...