1. Lettere

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Lunedì 14 settembre 1970, Faversham

"MARYYY, C'È POSTA PER TEEEE"

"ARRIVO, PAPÀ!"

Mary corse verso la cucina, dove sua madre preparava la colazione e suo padre controllava la posta.
Prese la lettera indirizzata a lei, scritta con inchiostro verde e con una calligrafia chiara ed elegante.
Era raro che le capitasse di ricevere posta, ma probabilmente era l'ammissione a una delle scuole a cui aveva fatto domanda.
Ma il nome della scuola non era uno di quelli delle scuole alle quali si era iscritta.
Si chiamava Hogwarts, ed era una scuola di magia.
Inizialmente pensò che fosse stato uno scherzo, ma dovette ricredersi quando alla sua porta apparve un signore che disse di lavorare al Ministero della Magia e che spiegò alla famiglia Macdonald dove comprare il materiale e come raggiungere il treno che partiva per la scuola.

Mary passò i giorni precedenti all'arrivo a scuola con un sorriso stampato in faccia e il baule pronto, con dentro tutto quello che le sarebbe servito.
Si chiese se le lezioni sarebbero state difficili, se potesse riuscire a stare al passo con gli altri, ma non si tirò indietro, non lei, non Mary.

Venerdì 30 ottobre 1970, Grimmauld Place

Sirius si alzò non appena sentì sbattere le ali di un gufo postino davanti alla porta del numero dodici di Grimmauld Place.
Aveva un udito sopraffino da sempre, forse a causa di tutte le volte in cui stava piangendo ma aveva dovuto in fretta smettere a causa dei passi agitati di Bella che si avvicinavano, perché lei l'avrebbe preso in giro e raccontato a sua madre, o quando sentiva la camminata leggera e altezzosa della stessa Walpurga in fondo alle scale, segno che doveva nascondere ogni benda e unguento che usava per curare le ferite sue e di suo fratello sotto al letto, con un rapido incantesimo di rimpicciolimento per essere sicuro.
Di solito, sentendo l'arrivo dei gufi, si girava dall'altra parte e provava a riaddormentarsi, ma non quella mattina.
Si affacciò alla finestra e quando vide il grande gufo reale che si rifaccia le penne poggiato su un muretto quasi fece i salti di gioia.
Corse silenziosamente giù per le scale, aprì piano la porta e afferrò la sua lettera, lasciò un grissino spezzettato al gufo e tornò in camera sua, dove suo fratello si stropicciava gli occhi ancora impiastricciati dal sonno.

"Sir, cosa ci fai già in piedi?"

"È arrivata, Reggie, è proprio qui!" E gli porse la lettera, provando a non iniziare a saltellare in cerchio in giro per la stanza.

Regulus stava leggendo la lettera, e più i suoi occhi scorrevano le righe più si incupivano.

"Così devi andare anche tu."

"Sì, non è magnifico?" Poi, vedendo l'espressione del fratello, aggiunse. "Ma se non vuoi, potrei provare a chiedere a nostra madre se posso iniziare un anno più tardi, insieme a te."

"Si arrabbierebbe moltissimo. Direbbe che io sono..."

"Potresti venire con me quest'anno. Saremo in camera insieme e parleremo come ci pare dei nostri parenti senza preoccuparci di cosa possano sentire e potremo passare lì anche il Natale, senza dover per forza tornare qui e vedere tutte quelle brutte facce. Sono sicuro che Silente sarà d'accordo..."

"Il problema resta nostra madre. Ma non preoccuparti, me la posso cavare anche senza di te!"

"Lo so. Sei il mio fratellino, e se c'è qualcuno che può farcela, quello sei tu."

Udirono un movimento nella stanza superiore, quindi Reg sgattaiolò in camera sua per non farsi beccare.

Sirius iniziò a contare i giorni che mancavano al suo arrivo ad Hogwarts, nonostante sembrassero troppo numerosi. Iniziò ad alternare giornate in cui obbediva ciecamente a ogni cosa che gli venisse imposto ad altre in cui si divertiva a far disperare i suoi genitori, i quadri e gli elfi domestici.
Sua madre aveva già recuperato tutto il materiale necessario, rifiutandosi di presentarsi personalmente a Diagon Alley, e la sarta di famiglia aveva già cucito la sua uniforme su misura.
L'uniforme doveva essere nera fino allo Smistamento, momento in cui avrebbe preso i colori e lo stemma della casa affidata. Tuttavia, al numero dodici di Grimmauld Place tutti erano sicuri riguardi lo stemma che sarebbe apparso; per cinquecento anni ogni membri della famiglia Black era finito nella casa più nobile di tutte: Serpeverde. La case dei purosangue, la casa degli ambiziosi, la casa dei potenti. Ogni Black che aveva frequentato gli studi ad Hogwarts era stato un fiero Serpeverde e aveva avuto, naturalmente, esiti altissimi, anche se Andromeda, la cugina di Sirius, gli aveva segretamente confidato che con lei il Cappello aveva esitato qualche minuto.

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